Tra u braséri e la strada. Stile e metodologia nell’ organizzazione Comunità Progetto Sud
di Enrico Mancini
Quale stile e quale metodologia identificano oggi l’associazione Comunità Progetto Sud?
Questa domanda è stata proposta dall’Organizzazione stessa, dentro la cornice di quattro giornate intensive di lavoro, in un gruppo ristretto di circa 20 persone e professionisti appartenenti a Comunità Progetto Sud, rappresentativo, per appartenenza e ambito di intervento, dell’Istituzione nel suo insieme. Credo che per restituire in poche parole il senso e il significato di questo percorso, che ho intrapreso da conduttore esterno, sospeso tra gli aspetti metodologici ed operativi e tra quelli umani e relazionali si possano usare due delle metafore più suggestive emerse nel percorso “Progetto Sud tra u braseri e la strada”.
Immagini tra le più foriere di significato delle tante che compongono questa Organizzazione, la quale si legge anche come un arcipelago con alcuni collegamenti e ponti ancora in progettazione.
La strada non è solo il cammino, ma anche l’incontro costante con il territorio, è la possibilità di esprimere una metodologia del “fare con” l’Altro. L’incontro con la persona, con le proprie e diverse difficoltà, non è solo quella di dare risposte ai problemi, ma di costruire insieme altre e nuove possibilità per la persona stessa, per l’organizzazione e per il territorio con le sue necessità di sviluppo economico e sociale.
U braseri (il braciere) è invece il luogo dei racconti intorno al braciere acceso. È lo spazio del pensiero emozionato sull’azione; è la possibilità che questo incontro con l’Altro abbia spazi e luoghi anche per narrarsi al cospetto di un gruppo che diviene relazione, emozione, accoglienza, curiosità per la diversità.
Dal braseri (così come da Comunità Progetto Sud) si può uscire trasformati laddove la narrazione dell’altro sia diventata una possibilità per raccontare anche altre storie di me. Abitare quello spazio esplorativo che si innalza fra il racconto e la strada, fra l’incontro fattuale e la potenzialità di dar vita a nuove storie è probabilmente il focus principale dove stile e metodologia convergono. Tale immagine potrebbe essere sia emblema che risposta alla crisi in cui oggi versa tutto il terzo settore, misurato con il doppio e opposto rischio di burocratizzarsi come gestore di servizi, o viceversa di ipertecnicizzarsi come esperti del problema e sintomo di turno.
Di fronte a questo, la Comunità sembra indicare una nuova idea di competenza verso cui orientarsi, integrando professionalità (anche molto diverse) oltre che mission etica e valoriale dell’Organizzazione. Non è la competenza dell’expertise tecnica, pur se necessaria, ma qualcosa definibile come competenza ad abitare: abitare relazioni, diversità, comunità, ma anche case, quartieri, territorio, fino alla politica intesa come Polis e ricerca del bene e dello sviluppo comune.