Copertina di Alogon n 112

PER PIÙ SALUTE CURIAMOCI DELLA SANITÀ. Àlogon n°112

È online il nuovo numero di Àlogon  (anno XXX n°112)

di Don Giacomo Panizza

Le persone non autosufficienti in Italia sono oltre un milione e in progressivo aumento. Avanza come inesorabile la negazione dei diritti di cura e di assistenza, ma non è il frutto di un destino crudele al quale rassegnarsi. C’è tanta salute da difendere, creare o rigenerare, per tutti e tutte sia negli ospedali che negli altri luoghi deputati della sanità, e anche nei territori, nell’ambiente, nelle pratiche di vita individuali e sociali.

Questo articolo inquadra la questione non ancora del tutto risolta nel Paese di numerose persone non autonome e non autosufficienti, bisognose di accudimento e cure, ricoverate ma abusivamente dimesse dai presidi dedicati a causa di carenze organizzative o economiche o altro. Abbiamo il diritto-dovere, per umanità, per legge e professionalità, di attivarci per fronteggiare e risolvere al meglio le scorrette situazioni di dimissioni da ospedali o da altri luoghi di ricovero di persone non autosufficienti, le più deboli del “Sistema sanità”, e quindi le più esposte in totale dipendenza dagli altri.

Stiamo dunque parlando di cronicità, non autosufficienza, Alzheimer e altre forme di demenza senile, malattie che hanno colpito numerosi soggetti, e di altre gravi patologie che hanno avuto come esito la devastante compromissione della loro autosufficienza e pertanto hanno in tutti i casi esigenze sanitarie e socio-sanitarie indifferibili in relazione ai loro quadri clinici e patologici.

Si tratta di persone ammalate necessitanti di essere alimentate (spesso mediante imboccamento), curate nella loro igiene personale (sovente è presente la doppia incontinenza), movimentate (allo scopo di evitare l’insorgere delle piaghe da decubito), nonché bisognose di ricevere tutte le prestazioni necessarie in base alle loro personali necessità. Purtroppo, molte sembrano destinate a morire nel giro di pochi giorni qualora non ricevano le necessitanti prestazioni diagnostiche (rese spesso complesse dall’impossibilità degli infermi di segnalare la durata, l’intensità e a volte anche la localizzazione delle loro sofferenze) e terapeutiche (da monitorare con attenzione e con continuità soprattutto nei casi in cui esse non siano in grado di comunicare l’efficacia dei trattamenti effettuati). Se, come avviene per i malati posti in illegittime e crudeli liste di attesa, esse non muoiono, ciò è dovuto esclusivamente al fatto che intervengono i congiunti, che non hanno però alcun obbligo giuridico di svolgere le attività affidate dalla legge al Servizio sanitario nazionale. Infatti l’articolo 23 della Costituzione stabilisce che «nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge», e mai il Parlamento ha approvato norme per assegnare ai parenti degli infermi compiti attribuiti alla Sanità.

La conseguenza è che spesso sempre più famiglie cadono insituazioni di povertà o addirittura di miseria. Risulta quindi evidente il ruolo fondamentale dei familiari che volontariamente assumono il compito di assicurare le prestazioni domiciliari e dei medici di medicina generale che non solo conoscono le esigenze dei pazienti, ma anche le capacità e i limiti dei familiari disponibili. In base alle norme vigenti (L. 833/1978, Decreto L.vo 502/1992 e art. 54 della L. 289/2002) gli anziani cronici non autosufficienti e le persone con la malattia di Alzheimer o altre forme di demenza hanno il pieno e immediato diritto alle cure sanitarie e socio-sanitarie senza limiti di durata. Le Asp calabresi sono obbligate dalle leggi sopra richiamate a curare le persone non autosufficienti. Infatti, come accade per gli altri malati l’accesso alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari o residenziali non può essere condizionato dalla situazione economica del malato non autosufficiente, né da quella dei suoi familiari. Chi deve curarli? Attualmente il Servizio sanitario nazionale deve assicurare 24 ore su 24 le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie indispensabili e indifferibili, per cui non possono essere assolutamente messi in lista d’attesa come sta accadendo in Calabria e non solo. Sono malati molto gravi che hanno necessità di diagnosi precise, terapie idonee anche allo scopo di evitare aggravamenti, ridurre in tutta la misura del possibile le sofferenze e rispettare la loro dignità di persone malate. Può capitare a ciascuno questa condizione come esito di un ictus, un infarto, un incidente d’auto o sul lavoro, una malattia degenerativa o un tumore.

Dove? A titolo gratuito in ospedale, nelle case di cura convenzionate, con l’assistenza domiciliare integrata e il medico di medicina generale, oppure con la corresponsione del 50% della retta da parte delle Asp che hanno disposto il ricovero in una Residenza sanitaria assistenziale (Rsa). Chi accetta le dimissioni dall’ospedale o dalla casa di cura privata, ecc., si assume a suo carico tutte le responsabilità civili e penali nonché i relativi costi per un ricovero privato presso una Rsa. Per un ricovero privato presso una Rsa la retta mensile può arrivare e superare anche i 3 mila euro al mese, extra esclusi; mentre se il ricovero in Rsa è disposto dall’Asp la sanità deve versare il 50% della retta. Al domicilio deve garantire al malato la presenza di persone per 24 ore su 24 per evitare di venire accusato del reato di abbandono di persona incapace (l’infermo lasciato solo può compiere atti contro sé stesso o altri). Occorre inoltre considerare che le ore della settimana sono 168 e che le assistenti familiari (o badanti) possono lavorare per contratto solo 40 ore (54 se risiedono nell’abitazione dell’infermo); che hanno diritto al riposo giornaliero di due ore, al sabato pomeriggio e domenica liberi oltre alle festività, ferie, malattia, oneri previdenziali. In media la spesa mensile è di euro 1.500 a cui quasi sempre si aggiungono le spese per la tenuta della contabilità della busta paga. Per intervenire a sostegno, il Comune di residenza (oppure il Capo-Ambito territoriale ottimale socio-assistenziale) chiederà l’Isee, e se non sono sufficienti le risorse della persona ricoverata per pagare ad esempio la retta di ricovero in una Rsa, proprio in base all’Isee lo stesso Comune verserà il contributo. La presentazione dell’Isee non può condizionare le prestazioni socio-sanitarie domiciliari e residenziali. Cosa possono fare i parenti? Nei casi di emergenza si può ricorrere al Pronto soccorso dell’ospedale di riferimento. Ed è consigliabile la presentazione di un certificato medico che attesti l’esigenza di prestazioni indifferibili, nonché la presenza di un testimone non parente e non affine. Nel caso il medico del Pronto soccorso non voglia ricoverarlo e insista per la dimissione, è sufficiente che i parenti dichiarino di non avere intenzione di assumere oneri che sono del Servizio sanitario nazionale e spedire immediatamente il seguente telegramma: «Segnalo mia assoluta impossibilità accettare dimissioni di [cognome e nome] gravemente malato, con esigenze socio-sanitarie indifferibili e non autosufficiente, e [se del caso] non capace [oppure “non sempre capace”] di programmare il proprio futuro. Segue lettera». Nel caso in cui un ospedale voglia dimettere un congiunto non autosufficiente senza garantirgli la presa in carico dell’Asp di residenza (a casa, oppure in una Rsa) i parenti devono opporsi con raccomandate A/R, telegrammi o Pec, chiedendo la continuità terapeutica delle cure.

In questo modo il congiunto continua a restare in ospedale oppure viene trasferito in un’altra struttura sanitaria o socio-sanitaria fino a quando l’Asp di residenza garantirà la prestazione richiesta in base ai suoi bisogni sanitari e socio-sanitari: se è incontinente, se deve essere alzato e lavato, se deve essere aiutato nel mangiare, se deve controllare le terapie e non riesce ad assumerle da solo. Queste sono tutte prestazioni indispensabili per la sua sopravvivenza, quindi sono indifferibili e fanno parte della cura che deve essere garantita dal Servizio sanitario nazionale. Basta con le false notizie! Non è vero che i parenti hanno l’obbligo di farsi carico della cura di un loro anziano malato non autosufficiente o un infermo con la malattia di Alzheimer o altra forma di demenza senile: devono attivarsi perché il Servizio sanitario nazionale fornisca le indispensabili prestazioni sanitarie e/o socio-sanitarie domiciliari o residenziali.

NB = Può diventare necessario il tutore o l’amministratore di sostegno quando le persone non autosufficienti e impossibilitate ad autotutelarsi a causa della gravità delle loro condizioni di salute non sono rappresentate dai loro familiari (figli, coniugi, fratelli e sorelle, genitori, ecc.). Nessuno può agire in loro nome e per loro conto fino a quando il giudice tutelare ha provveduto alla nomina del tutore o dell’amministratore di sostegno della persona non autosufficiente. Consulta il sito: www.tutori.it. Ringrazio sentitamente la Fondazione Promozione Sociale Onlus di Torino per le preziose informazioni concesse.

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Indice di questo numero:

Difendere i più deboli del “sistema sanità”: scheda di Don Giacomo Panizza 3 •Linee Guida per una Riforma della Sanità in Calabria “Comunità competente” 5 •Salute bene comune: per un nuovo welfare di comunità: documento fondativo del movimento 13 • Il Budget di Salute Conversazione con Assunta Signorelli a cura della Scuola del sociale della Comunità Progetto Sud 16 • Inaugurazione Co-Housing “Convivenza Carolea” 19 • Lamezia, voci e testimonianze nell’Open Day alla Comunità Fandango da Il Lametino 21• Chi Parte, Chi Arriva, Chi Sta – Delle migrazioni e della restanza, a Sud Intervista a Goffredo Fofi di Maria Pia Tucci 25 •Alla ricerca dell’araba fenice: la democrazia organizzativa nel terzo settore italiano di Mara Di Marte 29 •La discrezionalità professionale dell’assistente sociale tra sfide e nuove consapevolezze di Roberta Molinaro 31 • “Vengo anch’io? No, tu no!” Il sostegno alla piena espressione della sessualità delle persone con disabilità” di Marika Castronovi 32 • Il mondo delle possibilità di Maria Pia Sammarco 34 • Sanità: la proposta delle Aree Disagiate e Periferiche 36•riCalabria ideAzioni per il cambiamento 37

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IL VIDEO. DON GIACOMO PANIZZA A BEL TEMPO SI SPERA.

«Ci sono mille modi di vivere e di operare per la pace, il primo tra tutti è quello di starci, di esserci in zone difficili, come fa un prete che noi amiamo – apre Lucia Ascione, per presentare il presidente della Comunità Progetto Sud- don Giacomo Panizza ».

La settimana si apre con don Giacomo Panizza ospite del programma mattutino di TV2000 condotto dalla giornalista Lucia Ascione: Bel tempo si spera .

L’ impegno di Don Giacomo, prete operaio che in Calabria, da quarantatre’ anni, da quando è stata fondata la Comunità Progetto Sud, costruisce sociale e impresa etica con le persone più fragili.

Un impegno che è costato e costa dell’ attenzione della ‘ndrangheta a cui si oppone un messaggio di cultura per il bene comune e di impegno costante insieme alle persone che il Papa di oggi definirebbe: «Gli scarti della società ».

 

 

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CONVIVENZA CAROLEA. UN CO-HOUSING SOCIALE A SETTINGIANO PER PERSONE CON FRAGILITÀ MENTALE

Otto posti per abitare insieme e imparare l´ autonomia e la sostenibilità, condividere gli spazi e la vita.
Inaugurata oggi a Settingiano, comune dell´istmo dei due mari catanzarese, Convivenza Carolea. Il suo nome si deve alle piante di ulivo che vi sono intorno alla casa e l´opportunità per la sua nascita al progetto finanziato da Enel Cuore onlus nell’ambito della Call for ideas “Mettiamo su casa!”.
Un co-housing sociale per ospitare donne e uomini con disabilità mentale o con sofferenza psichica.

Insieme ad alcuni ospiti, agli operatori sociali e ai responsabili della struttura, a tagliare il nastro, tra gli ulivi secolari, Rossella Sirianni, responsabile per Enel Calabria degli affari istituzionali e sostenibilità: «In particolare -dice- rispetto al progetto Convivenza Carolea, promosso dall’Associazione Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme, il sostegno di Enel Cuore è stato finalizzato all’acquisto e messa in opera di due microstrutture prefabbricate mobili, collocate su un terreno sito nel Comune di Settingiano e messo a disposizione dell’Associazione, da adibire ad housing sociale con spazi di vita privata e luoghi comuni per persone con disabilità mentale o disagio psichico. Inoltre il sostegno di Enel Cuore ha permesso l’attivazione di tirocini formativi a favore delle persone coinvolte nel progetto per offrire loro la possibilità di acquisire abilità lavorative in due settori produttivi di agricoltura sociale (trasformazione dei prodotti e attività di catering)».

Una dedica speciale ad Assunta Signorelli, psichiatra di fama, scomparsa due anni fa, che ha dedicato alla Comunità Progetto Sud, come volontaria, tempo e competenze, arriva da Don Giacomo Panizza, Presidente della Comunità Progetto Sud, che nel suo intervento, proprio partendo da una citazione della Signorelli «Se non potrà guarire, ce ne prederemo cura; se non comprenderemo il suo malessere, lo abbracceremo. La questione sta nel moltiplicare per tutti e tutte le opportunità di vivere bene! » mette sul tavolo questioni legate «All´imparare a vivere e condividere la quotidianità» – senza tralasciare di puntualizzare
«i pochi servizi per la psichiatria, in Calabria. Alla politica chiediamo che i comparti della sanità e dei servizi sociali siano collegati, perché – dice – in mezzo tra i servizi di psichiatria e la cura, c’è, anche per le persone sofferenti, la vita da vivere».

E conclude «Non introdurre soltanto parole ma esperienze che parlano. Opere che lascino il segno».Presente, a sostenere e ad accogliere questo nuovo servizio, l´Amministrazione comunale di Settingiano, con il Sindaco Rodolfo Iozzo e Giuseppe Ferraina, delegato salute, a cui sono seguiti gli interventi di Rosina Manfredi, Direttore Centro di salute mentale di Lamezia Terme; Sergio Cuzzocrea, Medico Psichiatra della Comunità Progetto Sud,  Annunziata Coppedè, Presidente Fish Calabria.

Enel Cuore

 Enel Cuore è la Onlus di Enel che dà vita a iniziative di solidarietà sociale a sostegno di coloro che vivono in condizioni svantaggiate, in particolare verso l’infanzia e la terza età, oltre che a favore di persone malate e disabili. Enel Cuore nasce nel 2003 per coordinare e gestire i fondi dell’azienda destinati alla beneficenza e alla solidarietà, nel rispetto dei valori espressi all’interno del suo Codice Etico. I contributi di Enel Cuore sostengono interventi mirati, che vanno direttamente a favore dei soggetti in difficoltà, nell’ambito di iniziative concrete e durature nel tempo.

Dalla sua costituzione, Enel Cuore ha sostenuto più di 800 progetti in Italia e all’estero, destinando circa 78,8 milioni di euro. Gli interventi realizzati hanno raggiunto ambiti diversi e complessi, all’interno di un percorso in cui ogni tappa è stabilita in base ai bisogni più emergenti e attuali: dalla povertà, alla salute e all’assistenza, all’educazione e allo sport.

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SINERGIA PUBBLICO-PRIVATA PER COMBATTERE LA VIOLENZA SULLE DONNE “CONOSCERE PER AIUTARE-PERCORSI FORMATIVI DI RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE DELLA VIOLENZA DI GENERE”

“Conoscere per aiutare-percorsi formativi di riconoscimento e identificazione della violenza di genere”, destinato ai medici referenti di pronto soccorso, ginecologia, medici e infermieri dei presidi di pronto soccorso di competenza dell’ ASP di Catanzaro: Soverato, Soveria Mannelli, Lamezia Terme, è un percorso di formazione che vede come soggetto responsabile l´associazione Mago Merlino, e in qualità di Ente gestore, l´Associazione Comunità Progetto Sud in collaborazione con l´ASP di Catanzaro.

La lezione introduttiva, del primo dei quattro moduli formativi, che si snoderà fino a novembre 2019, si è svolta nella sala convegni dell´Ospedale di Lamezia Terme lunedì 24 giugno.

 Marina Galati

Hanno portato i saluti Istituzionali la dottoressa Maria Grazia Colosimo commissario prefettizio del Comune di Lamezia Terme, che ha esaltato il lavoro di sinergia pubblico-privato e ha auspicato una buona prosecuzione del percorso; la dott.ssa Anna Monardo, capo dipartimento Emergenze pronto soccorso POLT (Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme) e la Dott.ssa Marina Galati direttrice della Comunità Progetto Sud e della Scuola del Sociale (SDS): “Costruire comunità competenti – ha sottolineato la Galati nei suoi saluti – vuol dire mettere insieme pratiche professionali che servono a fare crescere le nostre comunità locali”. Al saluto portato dalla Dott.ssa Renata Tropea, medico responsabile del percorso rosa del Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme, è seguita la relazione della dottoressa Caterina Ermio, in qualità di rappresentante dell’ ASP di Catanzaro, ente co-finanziatore dell’ intero percorso, che ha anche moderato l´incontro.

Un excursus – quello della Ermio – sul recepimento delle linee guida Internazionali e nazionali e poi del protocollo regionale e provinciale che riguardano l’ accoglienza sanitaria di persone vittime di violenza all´ interno dei presidi ospedalieri.

Colosimo, Monardo, Galati, Ermio

“Un percorso guida, quello dell’ Ospedale di Lamezia iniziato molti anni fa, grazie alla rete sommersa che in questi anni abbiamo costruito con caparbietà e convinzione. Dal 2002 ad oggi siamo passati dal welfare alla tutela in cui la violenza diventa un fatto medico-sociale”. Dice la Ermio. “Grazie a questo progetto di formazione parte un percorso di accompagnamento per tutti quegli attori sanitari che si trovano difronte all’ emergenza sanitaria. – Continua – Saper riconoscere la violenza è un passo fondamentale che ha anche fare con la un approccio multidisciplinare, non solo sanitario, ma anche psicologico e socio assistenziale”.

 Suor Anna Cerutti

Al ruolo politico sanitario, si è affiancato l’ approccio sociale della relazione d’ aiuto dato da Suor Anna Cerutti, educatore professionale, responsabile del Centro Demetra e dell´Associazione Mago Merlino. “Il Centro Antiviolenza Demetra, promuove l’approccio integrato pluriprofessionale a favore di vittima di violenza che sta alla base della scelta del partenariato pubblico privato del CAV stesso”. “L’associazione Mago Merlino – continua Suor Anna Cerutti – soggetto responsabile di questo percorso, cura il primo contatto della donna allo sportello e la mediazione con le altre figure che offrono consulenze; l’occasione formativa e di confronto con gli operatori socio sanitari ASP è vista come un’importante scelta di continuità nella collaborazione in favore della tutela delle donne di partecipazione al cambiamento socio culturale perché possa essere sempre più caratterizzato da parità e rispetto tra i generi ed al superamento di stereotipi discriminanti”.Incursioni di lettura comunicativa, all´interno dell´intervento sugli stereotipi di genere, tenuto dalla Cerutti, sono stati forniti dalla dottoressa Marisa Meduri, sociologa e progettista della Comunità Progetto Sud e della SDS, che ha portato all´attenzione dei corsisti i “Processi di significazione degli oggetti e la veicolazione dell´immagine della donna-oggetto che i mass media, i social, e i muri delle nostre città, utilizzano come i canali attraverso sui ci persuade la persona ad acquistare”.

 

Lamezia Terme (CZ), 25 giugno 2019

A DON PANIZZA IL PREMIO GIOVANNI LO SARDO PER “CATTIVI MAESTRI”

Il 15 giugno alle ore 19.00 al Teatro comunale di Cetraro si terrà la XVII edizione del Premio Internazionale Giovanni Losardo.

A Don Giacomo Panizza il premio per la sezione Autori per il volume “Cattivi maestri” edito da Dehoniane con la prefazione di Goffredo Fofi.

PREMIATI: Sezione Internazionale: don Luigi Ciotti, Presidente Associazione Libera;

Sezione Autori: don Giacomo Panizza per il volume Cattivi maestri;

Sezione Impegno sociale: Giap Parini, sociologo Unical;

Sezione Giornalismo: Massimo Clausi, Pablo Petrasso, Mirella Molinaro;

Sezione Legalità: Giuseppe Lombardo, Procuratore aggiunto Reggio Calabria e Francesco Minisci, ex  Presidente dell’Associazione Nazionale dei Magistrati;

Un riconoscimento speciale alla carriera e alla memoria al giornalista calabrese Paolo Pollichieni;

GIURIA DEL PREMIO: Raffaele Losardo, Gaetano Bencivinni, Arcangelo Badolati, Fernando Caldiero, Filippo Veltri, Francesca Villani

www.laboratoriolosardo.it

www.lametino.it

2019_RiCalabria_ copertina

riCALABRIA GOEL – Gruppo Cooperativo e Comunità Progetto Sud insieme per il cambiamento

Sabato 27 aprile 2019 – 10.30  sala “Giuditta Levato” del Musmi

Parco della Biodiversità Mediterranea – Catanzaro.

Comunità Progetto Sud e GOEL – Gruppo Cooperativo hanno deciso di unire le forze per innescare un percorso di cambiamento in Calabria.

La sinergia è nata nei mesi scorsi: le due comunità, da anni presenti sul territorio, in sintonia sulla necessità di riscatto della Calabria per costruirsi il proprio destino, sono state capaci di schierarsi dalla parte dei più deboli e di rispondere con fatti concreti alla domanda di alternative sostenibili in campo sociale, culturale ed economico. Dopo un proficuo confronto hanno deciso di stipulare un’alleanza duratura, non episodica, unendo esperienza e competenze complementari in un percorso più grande, aperto ai territori.

Il primo atto di questa alleanza è il lancio del progetto riCALABRIA, previsto per sabato 27 aprile alle 10.30 nella sala “Giuditta Levato” del Musmi, all’interno del Parco della Biodiversità Mediterranea a Catanzaro.

Presenteranno il progetto: il presidente di Comunità Progetto Sud Giacomo Panizza insieme al presidente di GOEL – Gruppo Cooperativo Vincenzo Linarello. Ne discuteranno anche l’autore televisivo e scrittore Pif e il vescovo della diocesi di Locri-Gerace, incaricato per la “Pastorale per i Problemi Sociali e il Lavoro” calabrese Mons. Francesco Oliva, coordinati dalla giornalista Rai Paola Cacianti. 

Comunità Progetto Sud nasce nel 1976 come gruppo autogestito, di convivenza tra persone con disabilità e no, con gli intenti di fare comunità e di costruire alternative vivibili alle forme di istituzionalizzazione e di emarginazione esistenti. Attualmente è un gruppo di gruppi e di reti, favorisce la diffusione di politiche di inclusione e integrazione tra soggetti differenti; cura la tutela dei diritti di cittadinanza; sollecita esperienze di vita solidale; sperimenta servizi innovativi; realizza progetti di economia sociale, di contrasto alle mafie e di promozione della giustizia. Radicata nel contesto calabrese coopera con molteplici realtà italiane e straniere al fine di potenziare il protagonismo e le soggettualità dei variegati mondi vitali della società e in particolare accompagna percorsi di empowerment di persone e gruppi vulnerabili.

https://www.comunitaprogettosud.it

GOEL – Gruppo Cooperativo è una comunità di persone, imprese e cooperative sociali, nata nel 2003 nella Locride. Opera per il riscatto e il cambiamento della Calabria attraverso il lavoro, la promozione sociale e un’opposizione attiva alla ‘ndrangheta, per dimostrare quanto e come l’etica non sia solo giusta ma possa anche essere efficace. Oggi GOEL gestisce numerose attività in campo sociale – comunità di accoglienza per minori, progetti di accoglienza di migranti, servizi sanitari di salute mentale – e le seguenti iniziative imprenditoriali: GOEL Bio, brand che aggrega le aziende agricole che si oppongono alla ‘ndrangheta e conferisce il giusto prezzo ai produttori; CANGIARI, primo marchio di moda etica di fascia alta della moda italiana; I Viaggi del GOEL, tour operator di turismo responsabile in Calabria; GOEL Communication & Consulting, fornitore di servizi di consulenza e comunicazione alle imprese; Campus GOEL, incubatore di impresa etica.

http://www.goel.coop

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INSIEME AL CENTRO. 2 aprile, Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo.

Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo.

2 aprile 2019 dalle 15 alle 17 Oasi Bartolomea – Lamezia Terme (CZ)

 Il Centro Psico Educativo Autismo (CPEA) di Lamezia Terme in occasione del 2 aprile, Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, coglie l’occasione di invitare soprattutto le famiglie direttamente coinvolte nel servizio, a condividere spazi e giochi al Centro.

Il lavoro quotidiano, che caratterizza il CPEA per la sua dimensione intensiva, con la quale è nato, si pone a confronto con quanti, in questi quasi due anni, sono diventanti co-protagonisti del servizio svolto, a partire dalle famiglie per continuare con il mondo della scuola, senza tralasciare la dimensione ricreativa e di socializzazione.

Il Centro, nato per accogliere ed accompagnare bambini e ragazzi, dall´infanzia all’età adolescenziale, è ad oggi una realtà in grado di rafforzare la rete delle strutture già esistenti sul territorio, sia quelle della Comunità Progetto Sud, di cui fa parte, che quelle esterne territoriali.

Il calendario per il 2 aprile conterrà spazi condivisi di ricreazione, incontro e riflessione, si inizierà alle 15 con un momento di saluto da parte di Angela Regio, Sergio Cuzzocrea e di Chiara Carnovale, rispettivamente responsabile, direttore scientifico e coordinatrice del CPEA, per continuare il percorso insieme, adulti e bambini, tra gli spazi interni ed esterni dell´Oasi Bartolomea, sede del Centro autismo, allestiti a festa.

«Per il secondo anno abbiamo pensato che la giornata della consapevolezza dell´autismo dovesse avere una dimensione familiare e di confronto,Insieme al Centro, appunto – dice Angela Regio –  un pomeriggio in cui ognuno possa sentire proprio uno spazio, quello del Centro Autismo, nato per migliorare la vita di quanti si trovano ad affrontare una realtà complessa come quella dell´autismo. Il mondo che ruota intorno ad un bambino/a richiede un approccio multidisciplinare di intervento ed è con questo spirito che abbiamo iniziato e stiamo continuando, consapevoli della complessità e dei fattori sociali, educativi, psicologici che si muovono intorno alla vita di una persona che presenta i disturbi dello spettro autistico».

L´appuntamento è dalle 15 alle 17 di martedì 2 aprile, Via del Progresso, 472 (Oasi Bartolomea) – Lamezia Terme (CZ).

In allegato invito

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CARNEVALE È L´OCCASIONE PER COLORARE TUTTO

Il baratto sciale, avviato grazie al progetto AMBI continua l´azione sociale della Comunità Progetto Sud sul territorio di Lamezia Terme, nel quartiere Bella, dove l´attenzione parte dai piccoli per abbracciare le famiglie e ha  sempre a che fare con il divertimento ed il colore. I Laboratori creativi, partecipati da mamme bambini, che si svolgono ogni venerdì dalle 16.00 alle 18.00 in via Istria presso la sede Scout, sono l´occasione di scambio culturale e sociale.

Il progetto, ormai diventato un percorso, continua così la sua strada ed allarga le collaborazioni, coinvolgendo nella partecipazione attiva il Gruppo Scout 6, della Parrocchia Natività Beata Vergine Maria, di un gruppo di mamme Volontarie e consolida il partenariato con l´ Istituto Comprensivo Statale Manzoni-Augruso di Lamezia.

Protagonisti assoluti i bambini e le mamme che stanno lavorando per realizzare il carnevale del quartiere che si snoderà con una sfilata allegorica lunedì 4 marzo dalle 16.30 partendo dal plesso di Bella della scuola dell´Infanzia Manzoni – Augruso.

Chiunque può dare un contributo alla realizzazione delle attività e alla festa.

Per avere maggiori informazioni le famiglie e i bambini interessati possono chiedere alle maestre della scuola dell´infanzia e primaria del plesso Manzoni -Augruso di Bella e alla referente Ins. Romina De Sensi,  al Parroco Don Aldo Figliuzzi e alle Catechiste della Parrocchia Natività Beata Vergine Maria, al gruppo Scout 6, alla referente del progetto per la Comunità Progetto Sud, Maria Elena Godino.

 

Il laboratorio/evento è anche su Fb