di Marina Galati*
In questi giorni di marzo ho attraversato tutta l’Uganda fino al confine con il Sud Sudan dove arrivano i tanti rifugiati.
Nella sola diocesi di Arua vi sono un milione di rifugiati. Ho visitato il campo nel distretto di Adjuman: 206.000 rifugiati. Arrivati al centro di registrazione le persone vengono distribuite nei diversi campi.
Le politiche del posto prevedono di dare subito il permesso di residenza e dei piccoli appezzamenti di terra da coltivare. Il prete che ho incontrato è un componente della commissione dei rifugiati della Diocesi «Gli aiuti che arrivano da ONG internazionali debbono essere distribuiti, in base agli accordi governativi, – mi ha detto – non solo ai rifugiati ma in parte anche alla popolazione del luogo per evitare conflitti».
LA RICERCA
D’altra parte gli alloggi di chi è residente non sono diversi da quelli che mettono a disposizione per i rifugiati. E la povertà la vedi ovunque. Le Organizzazioni Non Governative si occupano del cibo e dei servizi sanitari. Ma gli aiuti stanno drasticamente diminuendo!
Uno dei luoghi che frequentiamo da tempo con Walking Together è la libreria della scuola primaria. È situata a Lima Farm. Tenuta con cura ed utilizzata dalla comunità scolastica. È Frutto anche degli insegnamenti di Pino La Gamba, presidente di Walking Together, pediatra, appartenente all’associazione nazionale culturale di pediatria nonché docente di Medicina Sociale per diversi anni all’Università della Calabria. Lui ha costantemente sostenuto l’importanza della lettura tra le mamme, tra insegnanti, tra gruppi di ragazzi. Anche le nostre volontarie del servizio civile internazionale avevano creato a Golomolo, villaggio della regione centrale dell’ Uganda, una piccola biblioteca dove ogni giorno un gruppo dedicava del tempo alla lettura.
In questi anni di viaggi ho appreso un altro grande insegnamento: l’ importanza di raccogliere i dati, per poi incrociarli, rifletterci su, confrontarli con altri studi. Il piccolo villaggio diviene una grande fonte di informazioni utili per capire quali interventi sociali e sanitari concordare insieme agli abitanti del luogo.
Oggi al tempo dell’ Intelligenza Artificiale l’importanza della cultura del dato è messo ancor più in evidenza, ma, per noi operatori sociali lavorare sui dati, studiarci su, attivare l’inchiesta sociale e la ricerca partecipata sono strumenti essenziali se vogliamo capire e comprendere di più e meglio per attivare il cambiamento.
LE DONNE
Poi c’è il lavoro con le donne. Con l’Associazione delle Donne di Santa Monica a Lwero, che stiamo sostenendo grazie a con Walking Together, abbiamo supportato circa 47 donne. Per loro abbiamo acquistato appezzamenti di terreni e loro li coltivano in forma comunitaria. Ciò che guadagnano lo mettono in unica cassa comune a cui individualmente accedono per pagare le tasse scolastiche per i figli, per spese sanitarie ed altre necessità quotidiane.
Molte famiglie qui vivono grazie al lavoro delle donne, in questo contesto povero socialmente ed economicamente molti sono gli uomini violenti che maltrattano e non partecipano alle necessità famigliari. Mettiamo anche sulla bilancia che possedere una terra per le donne, qui in Uganda non è affatto semplice: le donne non hanno possibilità di accedere ad eredità (Terreni, case, ecct), nonostante le moderne leggi lo permetterebbero, per ritrosia culturale alle donne non è permesso ereditare beni. La sola opportunità deriva dal loro lavoro e dalla possibilità che con questo possano avere accesso al credito fare un investimento e sviluppare un’azienda.
E grazie alla terra al catering, con il contributo degli amici Mario e Concetta, questo sta diventando possibile! Questo gruppo di donne sta sviluppando benessere per loro stesse, i loro figli e per la comunità. Sono loro che stanno diventando un riferimento anche per altre donne delle comunità territoriali.
LA TERRA
Due questioni determinano gravi problemi:
L’accaparramento delle terre- Land grabbing. Le terre vengono prese o acquistate da soggetti privati o da aziende senza il consenso delle comunità locali. Terre che solitamente erano coltivate dai residenti delle comunità per la produzione primaria. Questo avviene perché spesso i titoli di proprietà sono informali ed incerti e quindi facilmente accaparrabili, particolarmente quando vi è il consenso di alcuni governanti corrotti.
La corruzione è il secondo fenomeno che trasforma la terra da bene posseduto a bene sottratto. Alcune micro finanze qui operano con finalità precise: indebitare le persone per poi sottrarre loro ciò che possiedono. L’erogazione di prestiti, infatti, è attivata su attività non sostenibili e inevitabilmente ci si indebita e la terra viene sottratta al proprietario per essere rivenduta a caro prezzo.
*Marina Galati è psicologa, co-fondatrice e Direttrice della Comunità Progetto Sud e membro del CTG.