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La Giornata mondiale per l’eliminazione della povertà assoluta istituita dall´ONU

La lotta alla povertà esige di mettere insieme i poveri con la società e le sue Istituzioni

Alleanza contro la Povertà in Calabria si rivolge alle Istituzioni calabresi per mettere in risalto questo periodo cruciale in cui specialmente nella nostra Regione i poveri diventano sempre più poveri. Gli esempi di abbandono istituzionale, sociale e relazionale sono cronaca quotidiana al punto di contrassegnare la Calabria come territorio di miseria mentre, per buona sorte, sono ancora presenti e possibili da valorizzare numerose risorse umane e ambientali.

La lotta alla povertà esige un’alleanza tra la società e le sue Istituzioni. È per questo che si chiede ai gruppi sociali di mobilitarsi a fare la propria parte, ma al tempo stesso si ricorda alle Istituzioni locali che esse mettano finalmente a punto l’assente “sistema degli interventi e dei servizi sociali” in ritardo di quasi vent’anni.

Sollecitiamo la concretizzazione delle leggi in materia di welfare, il completamento di un valido Regolamento dei servizi, un adeguato Piano sociale regionale, un bilancio regionale e i vari bilanci comunali contenenti fondi bastanti per contrastare la povertà e promuovere la dignità umana e sociale.

Confidiamo anche che, nel dibattito già da tempo aperto riguardante le prossime competizioni elettorali, le persone e i partiti candidati esprimano i mezzi e le modalità che intendono utilizzare per debellare la povertà in cui versa la Calabria.

Don Giacomo Panizza

Insieme all’Alleanza contro la povertà in Italia, in occasione di questa giornata internazionale per l’eliminazione della povertà, auspichiamo che il Governo predisponga nella legge di Bilancio fondi adeguati per contrastare il dramma della povertà assoluta ancora presente nel nostro Paese. Infatti, l’introduzione del Reddito di Cittadinanza, nonostante l’importante stanziamento di risorse che ha ampliato la platea dei beneficiari e l’importo del contribuito economico, non ha cancellato la povertà. Per questo ribadiamo con forza la necessità di mantenere lo stanziamento di risorse previsto dalla legge di bilancio dello scorso anno e di mettere in atto i correttivi volti al raggiungimento delle persone escluse o penalizzate dai parametri di accesso e di erogazione della misura, come i senza dimora.

Per questo chiediamo, che in Calabria come in Italia, si manifesti una particolare attenzione all’implementazione dei percorsi di inclusione sociale e lavorativa di chi è in situazione di povertà, con il necessario rafforzamento dell’infrastruttura dei servizi pubblici territoriali per un’adeguata presa in carico dei soggetti in condizione di disagio economico. Auspichiamo di poter celebrare la giornata di lotta alla povertà affermando congiuntamente la dignità sociale e politica di tutti e di tutte, in particolare dei poveri, della società e delle Istituzioni.

Don Giacomo Panizza, Portavoce Alleanza contro la povertà in Calabria

RIPARTENDO DALLA FRAGILITÀ. PARMA, 5 OTTOBRE 2019

#Parma la testimonianza di #donGiacomoPanizza sabato 5 ottobre 2019, alle 17 – Auditorium Toscanini, Via Cuneo, 3- Parma.

Una conferenza per riflettere sulle cause che portano le persone a diventare fragili, durante la quale sarà presentato l’ intero progetto “Ripartendo dalla fragilità” della Rete Associativa del distretto Socio sanitario di Parma, il cui Ente capofila è l´Associazione parmense San Cristoforo.

Relazioneranno sul tema la professoressa Giovanna Vendemia (servizi Sociali di Parma) e il Professore Federico Chillami (CISL di Piacenza).

Porterà la sua testimonianza, il presidente della Comunità Progetto sud, Don Giacomo Panizza.

«In Italia – dice  Don Panizza, Sacerdote Bresciano, da 42 anni a Lamezia Terme (CZ)- e specialmente in Calabria, c’è da ripartire davvero dalle fragilità, che vanno viste e ascoltate perché non sono numeri ma Persone. Abbiamo necessità di conoscere i meccanismi sociali e politici, economici e culturali che producono disuguaglianze. Circolano finanche luoghi comuni che colpevolizzano e stigmatizzano le persone più fragili come “diverse” e “inferiori”».

«La storia della Comunità Progetto Sud inizia proprio dalle fragilità e perciò ci siamo organizzati in modo da prenderci cura vicendevolmente, tra persone fragili e meno fragili,  – continua – per costruire insieme per noi e per altri un destino comune. Abbiamo combattuto discriminazioni e promosso rispetto e dignità umana accogliendosi tra persone tutte diverse».  – E conclude – , «Per questo il logo del gruppo è un fiore con cinque petali differenti, ognuno unico e originale. Si capisce perché il lavoro, ma anche la salute, la scuola, l’amicizia, la libertà e la cittadinanza sono obiettivi che ci appartengono e, seppur fragili, ci proviamo a trasmetterli dappertutto».

 

A DON PANIZZA IL PREMIO GIOVANNI LO SARDO PER “CATTIVI MAESTRI”

Il 15 giugno alle ore 19.00 al Teatro comunale di Cetraro si terrà la XVII edizione del Premio Internazionale Giovanni Losardo.

A Don Giacomo Panizza il premio per la sezione Autori per il volume “Cattivi maestri” edito da Dehoniane con la prefazione di Goffredo Fofi.

PREMIATI: Sezione Internazionale: don Luigi Ciotti, Presidente Associazione Libera;

Sezione Autori: don Giacomo Panizza per il volume Cattivi maestri;

Sezione Impegno sociale: Giap Parini, sociologo Unical;

Sezione Giornalismo: Massimo Clausi, Pablo Petrasso, Mirella Molinaro;

Sezione Legalità: Giuseppe Lombardo, Procuratore aggiunto Reggio Calabria e Francesco Minisci, ex  Presidente dell’Associazione Nazionale dei Magistrati;

Un riconoscimento speciale alla carriera e alla memoria al giornalista calabrese Paolo Pollichieni;

GIURIA DEL PREMIO: Raffaele Losardo, Gaetano Bencivinni, Arcangelo Badolati, Fernando Caldiero, Filippo Veltri, Francesca Villani

www.laboratoriolosardo.it

www.lametino.it

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«La cena del Signore in un bene confiscato alle mafie…»

Don Panizza: «Celebrare la cena del Signore in un bene confiscato alle mafie e insieme alle persone fragili è un gesto religioso, tiene la Chiesa ai piedi dell’umanità crocifissa e interpella i popoli, le culture e i poteri: valutate voi se questo sia anche politica»!

La S. Messa in Coena Domini alla Casa famiglia Dopo di Noi della Comunità Progetto Sud 

(Via dei Bizantini, 99 Lamezia Terme -CZ-)

Giovedì 18 aprile 2019 ore 16

La Chiesa di Lamezia Terme celebra la Messa In Coena Domini nella “Casa-famiglia Dopo di noi” della Comunità Progetto Sud, giovedì 18 aprile alle ore 16.

Il palazzo di via dei Bizantini è un palazzo di quattro piani, bene confiscato alla mafia e consegnato alla Comunità Progetto Sud nel 2002. Subito diventato sportello informativo per persone con disabilità, ed in seguito sede della FISH Calabria Onlus e di altre associazioni e realtà del terzo settore è, dal 2009, luogo di accoglienza e di vita per persone sole con disabilità grave e gravissima e prive del sostegno familiare o le cui famiglie non possono prendersi cura di loro.

«Un servizio che vuole creare una quotidianità di senso e che vuole rispondere a bisogni specifici delle persone accolte, ricostruire con loro l´essere famiglia». – dice Elvira Benincasa, coordinatrice del servizio.

Ma è anche casa, dal 2011, per i minori stranieri non accompagnati della Comunità Luna Rossa. Restituito alla collettività, il bene confiscato, si è tradotto in servizi e lavoro. Oggi sono 16, tra operatori, educatori specializzati e personale ausiliario, le persone impiegate nei servizi, ci vivono 18 giovani minori non accompagnati e 6 adulti con disabilità.

Ed è il salone della casa che fu proprietà della famiglia di ´ndrangheta dei Torcasio, il luogo scelto dal Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme Mons. Luigi Antonio Cantafora, per aprire le celebrazioni della solennità del Triduo Pasquale.

La funzione religiosa celebrata con gli “ultimi” e in un bene confiscato. Un gesto non solo religioso ma anche politico. È così?

«Il rito dell’ultima cena di Gesù coi discepoli è un gesto religioso. Si compie un rito, ma i cristiani sappiamo i suoi significati sublimi. – dice Don Giacomo Panizza, presidente della Comunità Progetto Sud – Celebriamo il dono a caro prezzo della vita di Gesù data per noi. Veneriamo un Dio che sottomette nessuno ma anzi ama e serve le sue creature. La lavanda dei piedi è un gesto che disegna la presenza attiva dei cristiani nel mondo, li colloca dove ci sono disuguaglianze, ingiustizie, primi e ultimi e indica da quale parte stare. Celebrare la cena del Signore in un bene confiscato alle mafie e insieme alle persone fragili è un gesto religioso, tiene la Chiesa ai piedi dell’umanità crocifissa e interpella i popoli, le culture e i poteri: valutate voi se questo sia anche politica»!

Qual è il messaggio recepito da chi lavora e vive a diretto contatto con i più deboli?

 «A chi svolge una lavoro sociale professionale o di volontariato, “lavare i piedi” a chi è vulnerabile rammenta che è per gli ammalati che esiste l’ospedale, per i bambini che esiste la scuola, per gli ultimi che esistono i primi… e non per mantenerli ammalati, ignoranti, ultimi. Gesù, dopo aver lavato i piedi agli apostoli disse intenzionalmente: “Vi ho dato un esempio, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”. Il messaggio a chi lavora nel sociale non è solo di aiutare i più deboli, ma è la loro emancipazione; è quello di far strada agli ammalati, ai bambini e agli ultimi affinché essi posseggano a loro volta la dignità di “potere” aiutare e amare gli altri».

Oggi Lamezia è orfana. Politicamente frustrata. La terza città della Calabria, punto nodale, divenuta margine. Come si può indurre, se si può, a un sentimento di resurrezione, e partendo da dove e da cosa?

«I riti della Pasqua mostrano che la resurrezione di Gesù avviene prendendo la croce su di sé, impegnandosi in prima persona. L’insegnamento è che il meglio per la nostra città potrà avvenire se ci orienteremo ad assumere certi impegni, che a mio avviso dovrebbero essere sia individuali che collettivi e collaborativi. La resurrezione non è solo un sentimento, è il cammino di vita delle persone, delle famiglie e dei popoli. Lamezia Terme, città chiusa nei suoi imprescindibili nuclei vitali non crescerà mai, mentre i simboli della Pasqua sono chiari: la resurrezione passa attraverso l’impegno ad aprirsi agli altri, a perdonarsi e a collaborare per una città a dimensione umana. Che poi sia la terza o diventi la quattrocentesima città della Calabria, non importerà più».

Un segnale forte per e con una comunità fragile, che però ha anche saputo trovare nella fede, nella speranza e nella carità la forza del riscatto non solo per se stessa.

AgenSir.it

18 aprile 2019 Gazzetta del Sud 

18 aprile 2019 Il Quotidiano del Sud

ilLametino.it

corrieredellacalabria.it

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Lameziainstrada.com

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Coltiviamo humus, si presenta! Sala sintonia, Lamezia Terme, 6 dicembre.

Sarà presentata in sala Sintonia, il prossimo 6 dicembre alle ore 17.00 la campagna Coltiviamo Humus, per una comunità agro-biologica per la fertilità organica del suolo, la bontà del cibo e l’equità delle relazioni.
Introdurrà i lavori Annamaria Bavaro, presidente della Cooperativa Sociale Le agricole,
a seguire Maurizio Agostino (Rete Humus) terrà un intervento sulla partecipazione di tutti per la sostenibilità e l’equità dell’agricoltura.

“La terra ci precede” (Francesco, Enciclica “Laudato sì”),  sarà la Lectio Magistralis di Don Giacomo Panizza, presidente dell´Asssociazione Comunità Progetto Sud, che segnerà la chiusura della presentazione per procedere,  alle ore 19,00, con un aperitivo a base di prodotti biologici de “Le agricole”, in collaborazione con Mìscita, nuovo marchio del catering frutto della formazione interna della stessa cooperativa.

L’incontro, organizzato a sostegno della campagna di finanziamento collettivo “Coltiviamo Humus!” è promosso da Rete Humus, Banca Etica e Produzioni dal basso.

Per informazioni: Annamaria Bavaro
E mail a.bavaro@c-progettosud.it
Tel.: 3332867248