PROGETTARE FUTURO. IL NOSTRO CENTRO PSICO EDUCATIVO AUTISMO. VIDEO

Il Centro Psico Educativo Autismo della Comunità Progetto Sud a Lamezia Terme

Rispondere alle esigenze sociali e di salute del territorio in cui opera è la mission che muove i passi della Comunità Progetto Sud fin dal 20 ottobre 1976, data della sua fondazione, quando Don Giacomo Panizza accompagnato da persone disabili e non, decisero di vivere e lavorare insieme per creare opportunità concrete di emancipazione e inclusione delle persone con disabilità e di altre in situazioni di fragilità.
A 43 anni di distanza molto è stato fatto. L’ ultima sfida raccolta è quella di sperimentare dei percorsi intensivi psico-terapeutici per bambine e bambini, ragazze e ragazzi con spettro autistico, aprendo un centro e dando vita ad un nuovo servizio per la collettività.
E coralmente, grazie a una sinergia tra le Suore di Maria Bambina, la Fondazione Cammino Verde di Lugano e la Comunità Progetto Sud, il 2 ottobre 2017, nasce a Lamezia Terme il Centro Psico Educativo Autismo (CPEA).
Un servizio intensivo che innesca, attraverso percorsi e programmi personalizzati, una sinergia tra tutti i mondi vitali della persona con autismo: la sua famiglia, la sua scuola, i suoi ambiti sportivi e di socializzazione.
In questo video abbiamo provato a raccontare, attraverso la voce dei responsabili e degli operatori come ha preso corpo il nuovo servizio e le sue metodologie.

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«La cena del Signore in un bene confiscato alle mafie…»

Don Panizza: «Celebrare la cena del Signore in un bene confiscato alle mafie e insieme alle persone fragili è un gesto religioso, tiene la Chiesa ai piedi dell’umanità crocifissa e interpella i popoli, le culture e i poteri: valutate voi se questo sia anche politica»!

La S. Messa in Coena Domini alla Casa famiglia Dopo di Noi della Comunità Progetto Sud 

(Via dei Bizantini, 99 Lamezia Terme -CZ-)

Giovedì 18 aprile 2019 ore 16

La Chiesa di Lamezia Terme celebra la Messa In Coena Domini nella “Casa-famiglia Dopo di noi” della Comunità Progetto Sud, giovedì 18 aprile alle ore 16.

Il palazzo di via dei Bizantini è un palazzo di quattro piani, bene confiscato alla mafia e consegnato alla Comunità Progetto Sud nel 2002. Subito diventato sportello informativo per persone con disabilità, ed in seguito sede della FISH Calabria Onlus e di altre associazioni e realtà del terzo settore è, dal 2009, luogo di accoglienza e di vita per persone sole con disabilità grave e gravissima e prive del sostegno familiare o le cui famiglie non possono prendersi cura di loro.

«Un servizio che vuole creare una quotidianità di senso e che vuole rispondere a bisogni specifici delle persone accolte, ricostruire con loro l´essere famiglia». – dice Elvira Benincasa, coordinatrice del servizio.

Ma è anche casa, dal 2011, per i minori stranieri non accompagnati della Comunità Luna Rossa. Restituito alla collettività, il bene confiscato, si è tradotto in servizi e lavoro. Oggi sono 16, tra operatori, educatori specializzati e personale ausiliario, le persone impiegate nei servizi, ci vivono 18 giovani minori non accompagnati e 6 adulti con disabilità.

Ed è il salone della casa che fu proprietà della famiglia di ´ndrangheta dei Torcasio, il luogo scelto dal Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme Mons. Luigi Antonio Cantafora, per aprire le celebrazioni della solennità del Triduo Pasquale.

La funzione religiosa celebrata con gli “ultimi” e in un bene confiscato. Un gesto non solo religioso ma anche politico. È così?

«Il rito dell’ultima cena di Gesù coi discepoli è un gesto religioso. Si compie un rito, ma i cristiani sappiamo i suoi significati sublimi. – dice Don Giacomo Panizza, presidente della Comunità Progetto Sud – Celebriamo il dono a caro prezzo della vita di Gesù data per noi. Veneriamo un Dio che sottomette nessuno ma anzi ama e serve le sue creature. La lavanda dei piedi è un gesto che disegna la presenza attiva dei cristiani nel mondo, li colloca dove ci sono disuguaglianze, ingiustizie, primi e ultimi e indica da quale parte stare. Celebrare la cena del Signore in un bene confiscato alle mafie e insieme alle persone fragili è un gesto religioso, tiene la Chiesa ai piedi dell’umanità crocifissa e interpella i popoli, le culture e i poteri: valutate voi se questo sia anche politica»!

Qual è il messaggio recepito da chi lavora e vive a diretto contatto con i più deboli?

 «A chi svolge una lavoro sociale professionale o di volontariato, “lavare i piedi” a chi è vulnerabile rammenta che è per gli ammalati che esiste l’ospedale, per i bambini che esiste la scuola, per gli ultimi che esistono i primi… e non per mantenerli ammalati, ignoranti, ultimi. Gesù, dopo aver lavato i piedi agli apostoli disse intenzionalmente: “Vi ho dato un esempio, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”. Il messaggio a chi lavora nel sociale non è solo di aiutare i più deboli, ma è la loro emancipazione; è quello di far strada agli ammalati, ai bambini e agli ultimi affinché essi posseggano a loro volta la dignità di “potere” aiutare e amare gli altri».

Oggi Lamezia è orfana. Politicamente frustrata. La terza città della Calabria, punto nodale, divenuta margine. Come si può indurre, se si può, a un sentimento di resurrezione, e partendo da dove e da cosa?

«I riti della Pasqua mostrano che la resurrezione di Gesù avviene prendendo la croce su di sé, impegnandosi in prima persona. L’insegnamento è che il meglio per la nostra città potrà avvenire se ci orienteremo ad assumere certi impegni, che a mio avviso dovrebbero essere sia individuali che collettivi e collaborativi. La resurrezione non è solo un sentimento, è il cammino di vita delle persone, delle famiglie e dei popoli. Lamezia Terme, città chiusa nei suoi imprescindibili nuclei vitali non crescerà mai, mentre i simboli della Pasqua sono chiari: la resurrezione passa attraverso l’impegno ad aprirsi agli altri, a perdonarsi e a collaborare per una città a dimensione umana. Che poi sia la terza o diventi la quattrocentesima città della Calabria, non importerà più».

Un segnale forte per e con una comunità fragile, che però ha anche saputo trovare nella fede, nella speranza e nella carità la forza del riscatto non solo per se stessa.

AgenSir.it

18 aprile 2019 Gazzetta del Sud 

18 aprile 2019 Il Quotidiano del Sud

ilLametino.it

corrieredellacalabria.it

Lameziaclick.com

Lameziainstrada.com

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CARNEVALE È L´OCCASIONE PER COLORARE TUTTO

Il baratto sciale, avviato grazie al progetto AMBI continua l´azione sociale della Comunità Progetto Sud sul territorio di Lamezia Terme, nel quartiere Bella, dove l´attenzione parte dai piccoli per abbracciare le famiglie e ha  sempre a che fare con il divertimento ed il colore. I Laboratori creativi, partecipati da mamme bambini, che si svolgono ogni venerdì dalle 16.00 alle 18.00 in via Istria presso la sede Scout, sono l´occasione di scambio culturale e sociale.

Il progetto, ormai diventato un percorso, continua così la sua strada ed allarga le collaborazioni, coinvolgendo nella partecipazione attiva il Gruppo Scout 6, della Parrocchia Natività Beata Vergine Maria, di un gruppo di mamme Volontarie e consolida il partenariato con l´ Istituto Comprensivo Statale Manzoni-Augruso di Lamezia.

Protagonisti assoluti i bambini e le mamme che stanno lavorando per realizzare il carnevale del quartiere che si snoderà con una sfilata allegorica lunedì 4 marzo dalle 16.30 partendo dal plesso di Bella della scuola dell´Infanzia Manzoni – Augruso.

Chiunque può dare un contributo alla realizzazione delle attività e alla festa.

Per avere maggiori informazioni le famiglie e i bambini interessati possono chiedere alle maestre della scuola dell´infanzia e primaria del plesso Manzoni -Augruso di Bella e alla referente Ins. Romina De Sensi,  al Parroco Don Aldo Figliuzzi e alle Catechiste della Parrocchia Natività Beata Vergine Maria, al gruppo Scout 6, alla referente del progetto per la Comunità Progetto Sud, Maria Elena Godino.

 

Il laboratorio/evento è anche su Fb