B.U.S. – Buone Uscite dallo Sfruttamento è un acronimo che contiene in sé l’idea di movimento, è la metafora dell’andare sulla strada e presso i luoghi dove lo sfruttamento avviene.

Il progetto B.U.S, sostenuto dalla Fondazione con il Sud e promosso dalla Associazione Comunità Progetto Sud in partnership con altre organizzazioni della Calabria (Associazione Anteas – presente nelle cinque province calabresi, Associazione Immigrati, Associazione Mago Merlino, Caritas diocesana di Lamezia Terme, Cooperativa Noemi di Crotone, Cooperativa il Delta, Cooperativa Rossano Solidale di Rossano), ci ha portato a fare il punto sui temi dello sfruttamento sessuale, lavorativo e dell’accattonaggio in Calabria.

Questo progetto ha rappresentato l’opportunità per apprendere maggiormente come si palesano queste nuove forme di schiavitù e alzare l’attenzione verso le persone coinvolte nello sfruttamento lavorativo, sessuale e nell’accattonaggio. Rendere visibili “cose” mai viste o viste così tanto al punto di diventare consuete e non attribuire loro  il valore di sfruttamento.

B.U.S. è stato pensato come una opportunità per acquisire strumenti di interpretazione, di lettura delle situazioni di sfruttamento che accadono nel territorio  calabrese ogni giorno. Sono stati cruciali i contatti e le osservazioni sistematiche delle unità di strada, l’ascolto delle persone vittime di tratta, lo studio e la riflessione su quanto accade nei crocevia di strade secondarie, di campagna o delle complanari,  lungo i litorali marini; nei campi  nelle attività agricole delle cipolle, delle olive, degli agrumi; davanti ai supermercati.
B.U.S. è stato anche di supporto per sviluppare iniziative di prevenzione e di tutela delle vittime di tratta e percorsi individuali di emersione dalla stessa e di buona uscita dallo sfruttamento, nonchè l’attivazione di reti e di relazioni di comunità per la costruzione di un  sistema di sicurezza sociale condiviso con enti  istituzionali e realtà organizzate  della società civile.

Si è cercato di Rendere visibili gli invisibili. B.U.S. ha aiutato tutti noi, persone,  gruppi, reti sociali e territoriali a capire, ad incontrare e rendere visibili gli invisibili:

  • Innanzitutto a tutti quegli operatori che al mattino alle 5 hanno percorso strade di campagna e litorali per incontrare ed informare tanti giovani braccianti migranti, a chi durante il giorno e a sera tardi si è messo sulla strada per incontrare le tante donne costrette a vendere i loro corpi sulla strada;
  • I nostri gruppi e organizzazioni sociali che ci siamo messi in rete per svolgere un progetto, realizzare degli interventi, ma soprattutto per capire cosa succede nei nostri territori, nelle nostre città, nella nostra regione rispetto a questo fenomeno della “tratta” umana. Ciascuno di questi gruppi ha dato spazio nella quotidianità per comprendere, conoscere, trovare strade dentro le quali poter agire  delle responsabilità nei confronti di quei tanti corpi violati, sfruttati, in vendita, mercanteggiati;
  • Ai territori e alle nostre città che pian piano prendono conoscenza di ciò che c’è dietro ad una donna “vista sulla strada”, ad un gruppo di giovani “intravisti nei campi”, a quei bambini e ragazzi “davanti ai supermercati e nelle piazze” ad elemosinare.

Abbiamo incontrato e operato con circa 1500 (precisamente 1494) vittime di tratta (tra donne in condizione di sfruttamento sessuale 215; vittime di sfruttamento lavorativo 364; bambini e giovani in situazioni di accattonaggio 207; persone immigrate rivolte al presidio per un primo ristoro 641; vittime con sofferenza mentale 20; persone inseriti in borse lavoro 7 di cui 2 oggi assunti).
Sono stati coinvolti 12 Territori/Comuni (Lamezia Terme, Crotone, Rossano, i comuni della Sibaritide, Campora San Giovanni, Nocera, Falerna, Pizzo, Maida, Marcellinara, San Ferdinando di Rosarno)   di 5  province. Hanno operato nell’interno del progetto 46 operatori (tra operatori sociali, legali, mediatori e altre figure specialistiche).Hanno contribuito al progetto 20 medici e farmacisti; 56 imprenditori; 12 soggetti rappresentati del mondo sindacale e del mercato del lavoro.
Sono stati offerti servizi legali (260); servizi di ristoro al presidio(1.894); servizi sanitari e psicologici (180).

Sappiamo però che abbiamo bisogno di continuare a rendere visibili gli invisibili, anche ad aiutarli a “prendere parola” e azione in prima persona sulle loro condizioni, sulle loro storie di sofferenze e traumi, ma anche a sostenerli nel comprendere insieme gli interessi economici, i traffici internazionali, le politiche distorte e corrotte che hanno una forte ricaduta nel destino delle loro vite.
Nonostante le durissime esperienze fatte di umiliazioni, coercizioni con le peggiori angherie alcune di queste vittime esprimono una resilienza che è quella forza di non abbrutire nelle situazioni più degradanti e di poter ancora guardare al futuro.

Il lavoro di denuncia che deve affiancare le diverse forme di aiuto e di accoglienza, va sempre più organizzato e praticato rafforzando processi collaborativi tra i diversi soggetti che  intervengono nei percorsi di protezione sociale delle vittime di tratta; così come necessitano politiche tese al miglioramento del sistema di tutela delle vittime e di contrasto alla tratta e alle economie di sfruttamento dei propri simili.

 

Progetto BUS – Depliant