Festival del Volontariato

Lucca 11/14 aprile 2013
Don Giacomo Panizza: Il volontariato è fondamentale per la giustizia sociale. Alla prima delle ‘lectio’del Festival del Volontariato si riscopre il significato della parola “giustizia”.11 aprile 2013


Don Giacomo Panizza

LUCCA. Don Giacomo Panizza ci racconta le sue esperienze di vita nel mondo del volontariato, che lo hanno aiutato a ragionare e comprendere il significato della parola giustizia. Il Fondatore di “Progetto Sud”, una comunità autogestita insieme a persone con disabilità che a Lamezia Terme da quasi trent’anni lotta contro le mafie, attraverso la gestione dei loro beni confiscati, rivela: «Sono diventato prete per comprendere il significato della parola “Giustizia”».
Introduce il dibattito spiegando come il significato della parola “Giustizia” non può essere definito una volta per tutte, poiché la realtà sociale muta continuamente, e così anche i problemi e il significato della parola giustizia cambiano attraverso gli anni. Si rivolge soprattutto ai tanti giovani e adolescenti venuti a sentirlo: «Sono nato nel ’47. Alla vostra età non sapevo il significato della parola giustizia. Nei anni ’70, noi giovani chiedevamo più giustizia nelle fabbriche, nelle scuole, nei luoghi di lavoro. Sono passati tanti anni, ma c’è tanto da fare poiché «nostra società non è ancora del tutto giusta».
Insiste soprattutto sulla declinazione sociale del concetto di “Giustizia”, ponendo l’accento sulla questione meridionale e sulle mancanze dello Stato nelle terre del sud: «Tante cose che in Italia si chiamano “diritti”, in Calabria si chiamano “favori”. A Lamezia Terme ci sono 70mila abitanti e un asilo. A Brescia 5000 e 2 asili. Noi abbiamo un’Italia fatta di tante Italie diverse. Bisogna ragionare su questi temi, su cosa è la giustizia sociale».
Un altro tema importante affrontato dal prete che da anni è nel mirino delle cosche, è il ruolo del volontariato all’interno della riflessione sociale sul tema della Giustizia. «Il Volontariato mi ha insegnato la giustizia sociale, la giustizia umana, e non solo la giustizia della legge» sottolineando come la legge dello Stato spesso sia insufficiente ad assicurare la giustizia sociale, o spesso arrivi troppo tardi. E’ è in questi contesti di mancanza di giustizia che il volontariato assume un ruolo fondamentale, insegnando alla società non solo la sua importanza nel supplire al ruolo dello Stato, ma soprattutto il valore della solidarietà, della volontà di farlo. Ed è qui che si ricollega all’importanza del valore del dono, centrale per il mondo del volontariato che definisce “un diritto” di tutti.
«La Calabria mi ha insegnato anche questo. In quelle terre anche chi è in carrozzina, chi è disoccupato ci aiuta a gestire i beni confiscati. Il Dono è un esperienza che possono vivere tutti» combattendo lo stereotipo del «il volontariato come un mondo fatto solo di giovani forti e intelligenti, mentre invece può invece essere vissuto da chiunque».
La giustizia e la ricerca di essa hanno dunque molto a che fare con il “lavoro sociale”, cioè con le attività del volontariato, e questo Don Panizza lo dice chiaramente ai tanti volontari e organizzatori del Festival presenti in sala. Conclude sottolineando come i oggi in Italia i problemi sociali sono tanti: «giovani, lavoro, famiglie, immigrazione. La giustizia da una parte la ereditiamo, ma per renderla effettiva dobbiamo sperimentarla noi, abbeverarla continuamente, accrescerla giorno dopo giorno; La giustizia diventa vera solo quando la facciamo».
Questa è il messaggio che il prete coraggioso vuole lanciare alla Terza edizione del Festival del volontariato. Ad introdurre l’intervento di Panizza è stato Andrea Bilotti (Agesci Toscana), che ha illustrato l’impegno per la legalità e giustizia condotto da Agesci nei campi calabresi di “Libera” sequestrati alle mafie: «E’ in questo modo che possiamo essere capaci di essere testimoni di giustizia nelle nostre città».
Diana Palvetti

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