I rom non hanno bisogno di soli blitz

di Giacomo Panizza

I rom di Lamezia Terme abbisognano di una giustizia propositiva e non solo repressiva. Il blitz al campo di Scordovillo e l’arresto di alcuni presunti estorsori dimostra che le forze dell’ordine stanno svolgendo con cura il loro dovere. Non viene difficile affermare che rimarrà un blitz di ferragosto, un’operazione temporanea e per nulla incisiva, se anche le altre Istituzioni dello Stato democratico non faranno con altrettanta cura il loro dovere verso la popolazione rom.
Il blitz potrebbe essere un bluff, non risolvendo alcun problema lametino se non ci sarà anche uno sforzo intelligente per riunire i diritti alla sicurezza pubblica con gli altri diritti umani basilari delle persone e delle famiglie, comprese quelle rom. Non bisogna combattere i rom ma la miseria che li attanaglia. Non otterremo piena giustizia se le sole Istituzioni di Ordine pubblico svolgono i propri compiti, ma se pure le altre Istituzioni della Repubblica democratica faranno altrettanto, specialmente gli Enti locali. Un’iniziativa giusta quale un blitz legittimo, se rimane isolata tra mille omissioni illegittime (o ritardi astrusi come quelli che sta subendo l’attuazione del PON Sicurezza per l’integrazione dei rom!), fa ingiustizia somma.

Lo Stato che conosco attraverso la Carta Costituzionale è quello dedito a combattere il crimine e contemporaneamente impegnato a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini impedendo il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione democratica.
Quali altre Istituzioni troviamo vigili nella rimozione di ostacoli alla piena cittadinanza dei rom?
I rom di Lamezia Terme non trovano soddisfacimento del loro diritto alla casa, pur esistendo da tempo una lista inspiegabilmente indecifrabile per l’aggiudicazione delle case popolari.
I rom di Lamezia Terme non trovano diritto alla loro salute, resasi ormai precaria se non impossibile in quel ghetto fogna a cielo aperto di contrada Scordovillo.
I bambini e le bambine rom della città non vengono sostenuti nel loro sacrosanto diritto allo studio, e ancora oggi non è dato sapere se avranno il servizio di accompagnamento alla scuola dell’obbligo nell’imminente anno scolastico.
I rom di Lamezia Terme non trovano pari opportunità di lavoro quanto i coetanei, perché essi vengono stigmatizzati e le loro capacità ignorate e non valorizzate.
I rom di Lamezia Terme vivono assembrati in un fazzoletto di terreno circondato da un muro alto circa quattro metri, un muro che nei giorni scorsi è apparso sulle tv in mondovisione, commentato come vergogna non dei rom ma di una città incivile.
I rom onesti, al pari dei cittadini onesti di Lamezia Terme, tirano un respiro di sollievo quando le forze dell’ordine ottengono successo con qualsiasi delinquente, sia rom o italiano o straniero.
Accanto a una giustizia fatta di blitz però occorre che le Istituzioni tutte s’impegnino effettivamente per una giustizia orientata anche a costruire uguaglianza tra tutte le persone che convivono in questa nostra città.

Lamezia Terme, 13 agosto 2008