Estate, tempo ospitale
di Francesco Biacca
Estate tempo e meta di destinazioni turistiche ospitali.
Perché parlare qui di turismo e destinazioni ospitali? Presto detto: è iniziato un dialogo costruttivo tra Progetti Ospitali e Comunità Progetto Sud.
Una soleggiata giornata di inizio estate ci ha portati nell’istmo d’Italia, in un luogo affascinante per biodiversità e panorami: a Settingiano nelle terre che circondano il casale che porta il nome della varietà d’ulivo carolea e una secolare quercia ci siamo seduti all’ombra della brezza mediterranea con Marina Galati, Francesca Fiorentino, Maria Pia Tucci e Niki Galati e abbiamo incrociato competenze e visioni di comunità che fanno cerchio intorno al turismo ospitale ed esperienziale.
È sempre più evidente come il subire i grandi flussi di persone abbia portato oramai ovunque grandi distorsioni, servizi sempre più scadenti e territori deturpati e resi invivibili per chi li abita tutto l’anno: vedi il caso Venezia, della Costiera Amalfitana e in ultimo il territorio de le Cinque terre.
Ma se questo è un pezzo dell’ itinerario concettuale e reale c’è, d’altro canto, una crescente sensibilità e propensione all’ascolto delle comunità allorquando queste vengono coinvolte in un processo generativo da chi ha in mente un nuovo modo di pensare e programmare l’ospitalità.
Nascono così progetti sempre più aderenti ad un’identità dei luoghi, identità non congelata ad un passato nostalgico ma resa dinamica da sguardi giovani e innovativi e che sanno guardare al passato per attingere ad una conoscenza che si tramuta in ispirazione.
Un’idea di destinazione che sfrutti il know-how e gli strumenti acquisiti nel tempo dal Turismo, mettendo al centro le comunità di un percorso laboratoriale di ascolto, di crescita della propria consapevolezza e di valorizzazione del proprio patrimonio materiale ed immateriale.
Al centro le persone che abitano e si connettono con i luoghi e che diventano cinghia di trasmissione di quella citata identità con chi sceglie di vivere un’esperienza resa unica perché caratterizzante di suoni, luce, biodiversità. In una parola: l’unicità.
I territori e le comunità dunque, come un patrimonio da preservare, motivare e proiettare verso quel percorso virtuoso di Destinazione Ospitale su cui tanto stiamo lavorando da anni come professionisti ed organizzatori del Festival dell’Ospitalità e come componenti di un Comitato Tecnico Scientifico competente di nuove forme del viaggiare.
Buon fine luglio e inizio agosto!