orso polare add foto 2 24 grande

Sconfinamenti

di Giacomo Panizza*

Nel ciclo di stagioni rubate
prepariamo noi nuove primavere.
È tempo di variazioni in salita
di sconfinamenti
dalle normalizzate insicurezze.
Arricchiamoci di vera umanità.
È tempo di rifarsi una vita davvero,
insieme.

Buona Pasqua di Risurrezione!

 

Foto di copertina: La fotografia ha già fatto il “giro del Mondo” negli scorsi giorni ed effettivamente è particolarmente bella oltre che suggestiva. L’immagine ha come titolo “Ice Bed” per richiamare proprio l’idea del grande orso bianco addormentato sul ghiaccio. Il successo è stato grande considerando che a questa edizione del concorso fotografico hanno votato oltre 75 mila persone (complessivamente).
Sarikhani ha dichiarato “sono molto onorato di aver vinto il People’s Choice Award di quest’anno per il Wildlife Photographer of the Year, il più prestigioso concorso fotografico sulla fauna selvatica. Questa fotografia ha suscitato forti emozioni in molti di coloro che l’hanno vista”.
Wildlife Photographer of the Year 2023 e la foto dell’orso polare addormentato
Interessante notare come Nima Sarikhani (che ha un account Instagram con poche fotografie, ma tutte incentrate sulla natura e gli animali ottenendo ottimi risultati in termini di resa fotografica) ha impiegato non una mirrorless quanto piuttosto una DSLR di fascia alta. Non si tratta comunque di un reflex qualasiasi ed è anche relativamente recente, stando al sito ufficiale dell’evento.

Fonte:  Fotografi digitali

Comunità Progetto Sud Generare futuro insieme in un territorio difficile

Questo video e questo articolo raccontano di noi, della Comunità Progetto Sud. La nostra  storia vista con gli occhi del gruppo degli amici di generativita.it

Qualche anno fa, più di qualche, era il 2012. Sono venuti a farci visita gli amici di Generatività. Era quasi estate, a Lamezia erano i giorni di Trame Festival. Me lo ricordo perché presentavo il libro “Qui ho conosciuto purgatorio inferno e paradiso”.

Don Giacomo Panizza parla così dei giorni in cui si andava insieme per le strade di Lamezia Terme a conoscere meglio i  servizi della Comunità Progetto Sud e “vedere cosa avevamo combinato in 35 anni di attività”.

…“La comunità si chiama ‘Comunità Progetto Sud’ non solo perché siamo nel Sud, ma perché l’idea su cui scommettere era il progetto. Abbiamo da subito inventato un’esperienza di vita in comune. In quegli anni io andavo e tornavo, quasi tutte le settimane, dalle Marche alla Calabria, per parlare con i disabili chiusi nelle loro case e per dire loro che il loro futuro dipendeva da loro e dalla collaborazione che avremmo avviato. Siccome mi avevano forse ‘imprestato’ qui, dalla mia diocesi, solo per poco tempo, abbiamo cominciato subito… Abbiamo capito insieme che bisognava fare in modo che diventassimo capaci di futuro, di seminare qualcosa di nuovo, di attrezzarsi per agire, di rompere l’idea che avevano in testa: ‘io sono disabile dunque sono pensionato’… Questa è stata un’operazione anzitutto di tipo culturale. Nel 1976 siamo entrati nella nostra prima casa, in via Conforti a Lamezia, per vivere insieme…”.

Oggi, a distanza di anni, l’Associazione Comunità Progetto Sud è diventata un gruppo di gruppi, un gruppo che ha generato altri gruppi aventi lo stesso spirito e diversificati nel tipo di attività svolta. 

Qui il link all’articolo e il video http://generativita.it/it/storie/generare-futuro-insieme-in-un-territorio-difficile/