Tessere relazioni

di Roberto Gatto

Il Servizio Civile negli anni è diventato un tirocinio formativo per le persone con titolo di studio specifico, nel caso più frequente si arriva con una preparazione di tipo socio sanitario. Per gli altri, ma un po’ continua a restare per tutti, il Sevizio Civile è un’ esperienza umana e di volontariato significativa.

Quando salutiamo i giovani volontari che sono stati con noi un anno e quindi si chiude il percorso, abbiamo sempre che ci si saluta con la consapevolezza di aver acquisito un bagaglio non solo culturale, ma anche di condivisione e di relazione importante. Questo vale anche per noi che accogliamo. è un camminare insieme che aiuta a crescere e a mescolare competenze e sguardi. Significa darsi l’opportunità di crescere nel confronto.

Il mio di sguardo, da referente (decennale) per il Servizio Civile della Comunità Progetto Sud, mi porta a leggere i cambiamenti ai quali siamo chiamati, quelli che riguardano la vita di comunità, l’accoglienza, la formazione, ma anche fare i conti con le nuove tecnologie e la digitalizzazione che sono a volte lo scatto in avanti che si fa grazie proprio ai più giovani che ogni anno si impegnano a fare i volontari nei nostri servizi. Se dovessi fare ricorso alla memoria e al mio anno di Servizio Civile, che allora, nel 1988, era un’obiezione di coscienza, una scelta etica di non voler impugnare le armi del Servizio Militare, certo è che l’unica cosa che mi viene da dire è: da allora ad oggi ciò che rimane è la parola “servizio”, che nell’ottica di un discorso sul volontariato definirei centrale.

Essere un Volontario al Servizio con gli altri mi sembra, oggi più che mai, una decisione politica e sociale di non poca rilevanza. E forse, quello che ancora tentiamo di trasmettere, ma anche di apprendere, nell’anno di Servizio Civile Volontario è la straordinaria potenza delle relazioni che nascono solo quando il contatto con l’altro assume il gesto del dono. Vai al link