Quel fuoco ha danneggiato non solo la fabbrica ma anche Lamezia
Quel fuoco ha danneggiato non solo la fabbrica ma anche Lamezia
di Giacomo Panizza
Esprimo viva solidarietà al coraggio dell’imprenditore Luigi Taiani, nuovamente danneggiato dalla criminalità organizzata. Un danno che entra anche nell’anima, sconquassa i pensieri e stravolge l’esistenza. Perché un imprenditore dovrebbe avventurarsi verso un futuro pericoloso e incerto, avendo dimostrato capacità di produrre beni e occupazione per sé e per gli altri?
La malavita ha incendiato un’area del capannone “Silanpepe”, ma il danno non si ferma lì: il fuoco che ha rovinato macchinari e materie prime e prodotti, che ha fatto saltare le consegne contrattate e la continuità di un’azienda avviata, ha minato la certezza di buste paga, il diritto al lavoro, la speranza nel futuro di tanta gente.
Insomma: quel fuoco ha danneggiato la fabbrica ma anche i lavoratori e il territorio di Lamezia Terme, e perciò la fabbrica, i lavoratori e noi dovremmo alzare la testa e reagire, altrimenti – è solo questione di tempo – a tutti rimarrà solo di chiudere tutto. Altri imprenditori sono timorosi a localizzare gli investimenti nell’area ex Sir di Lamezia Terme. Perciò quell’area va protetta al meglio e il più presto possibile, prima che sia troppo tardi. Sono oltre cinque anni che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno ha concepito le azioni “di tutela dei siti e delle aree industriali” e di “contrasto dei delitti maggiormente aggressivi dell’attività imprenditoriale” al Sud (PON Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno), ma l’area ex Sir è rimasta esposta e vulnerabile, umiliata per la seconda volta.
Chi sarà il ragazzotto che ha versato il liquido infiammabile e dato fuoco a “Silanpepe”? Che dialogo avrà avuto con chi gli ha dato una manciata di euro per togliere il lavoro a otto lavoratori e sospingere altrettante famiglie sotto la soglia di povertà? Io prego per lui e per i giovani che svolgono questi compiti di manovalanza criminale affinché capiscano che è ora di fermarsi; comprendano che lo sbaglio più grande della loro vita è quello di obbedire ai loro capi. Spero che ascoltino l’intelligenza del loro cuore prima che sia troppo tardi. Anche per loro.