ASCOLI PICENO, IL 20 E 21 GIUGNO DON PANIZZA A I TEATRI DEL SACRO.
Il sacro e la scena contemporanea
I Teatri del Sacro non sono solo un Festival, e neppure una semplice vetrina di nuove produzioni. Sono innanzitutto un’avventura artistica e culturale dedicata alle intersezioni contemporanee, sempre più diffuse, fra il teatro, la tensione spirituale e le inquietudini della ricerca religiosa: un “corpo a corpo” libero e sincero con le domande della fede, acceso dall’azione drammatica.
Uno sguardo inedito e originale, che in questi dieci anni si è imposto nel panorama nazionale per l’interesse e la qualità dei lavori presentati, scelti e co-prodotti attraverso una lunga e articolata selezione a cui, anche per questa edizione, hanno partecipato oltre 250 artisti e compagnie provenienti da tutta Italia.
Le conferme e il successo ottenuti non hanno tuttavia cristallizzato I Teatri del Sacro nella scontata replicazione di un format sempre uguale a se stesso: se vuole davvero essere uno sguardo vivo e contemporaneo sulla questione del sacro, aperto a credenti e non credenti, il Festival non può adagiarsi sul baluardo sicuro di ipotetiche certezze, ma deve assumersi i rischi del cambiamento, per cogliere gli sviluppi e i nuovi interrogativi che la prospettiva religiosa pone al tempo presente.
20 GIUGNO ore 22.00
ACQUASANTISSIMA
Che cosa determina la non contraddizione tra la cultura mafiosa e quella cattolica? Com’è possibile all’interno della stessa Chiesa la presenza di un Dio dei carnefici e un Dio delle vittime? La mafia può contare su miti potenti, riti, norme e simboli di forte presa, senza i quali sarebbe come un popolo senza religione. Grazie a questo i mafiosi hanno costruito un’immagine di se da ‘uomini d’onore’, paladini dell’ordine che fanno giustizia, ma nella loro lunga storia non hanno mai difeso i deboli contro i forti o i poveri contro i ricchi: la mafia è un fenomeno di classi dirigenti, di potere.
In scena è un mafioso stesso a parlare: le storie e fatti sono filtrati attraverso il suo sguardo con l’intento non di condannare, (troppo facile e troppo spesso acquiescente) ma porre domande, spunti di riflessione ragionare e ripensare quella giusta e ‘complessa’ etica religiosa e sociale dove intenzione e responsabilità hanno pari forza e valore. Il testo dello spettacolo nasce da un lunghissimo lavoro di ricerca sulla ‘ndrangheta per sondarne la natura arcaica, la capacità silenziosa di ramificare le proprie azioni criminali, di creare quei legami che ne fanno una delle mafie più rispettate e “sicure” (la ‘ndrangheta ha un numero assolutamente esiguo di pentiti), e per quella commistione di rituali e regole di comportamento interne estremamente complesse, quasi fosse una società parallela a quella ufficiale. Proprio questa sua arcaicità ha generato un personaggio archetipico, con la caratura di un protagonista shakespeariano che ci consegna uno sguardo spietato e lucido sul presente.
21 GIUGNO ORE 12.00
VOCI FUORI SCENA
In questa prospettiva, la dimensione partecipativa del Festival prenderà corpo sia nel laboratorio proposto dalla Casa dello Spettatore, sia in una serie di incontri con gli artisti che abbiamo voluto chiamare Voci fuori scena: momenti di riflessione e di approfondimento sulle suggestioni evocate dagli spettacoli, che si terranno ogni giorno alle 12.00 presso la sede della Associazione l’Impronta.
Gli appuntamenti in programma: