Il febbraio di Petali, la newsletter della Comunità Progetto Sud, arriva nelle nostre mail con due parole che iniziano per “P”: una è un’immagine e scrive a colori su un lenzuolo PACE in tutte le lingue del mondo, l’altra è un segno grafico e scrive “PONTI“.
Due necessità in costruzione per le quali sono necessarie infrastrutture umane fatte di azioni e progettualità di comunità capaci di scavallare luoghi, dove i confini sono convenzioni geografiche, dove il diritto al movimento è incluso nel vivere di ogni persona.
La prima P, PACE, è l’immagine in copertina, uno scatto di Roberto Gatto, nostro responsabile dell’area dipendenze, fotografia dell’ l’iniziativa coordinata da Pax Christi Lamezia Terme e che si è svolta lo scorso 24 febbraio. Data di piazze piene in ogni dove per ribadire a gran voce la richiesta di pace a due anni dall’inizio del conflitto Russia – Ucraina e che non dimentica di implorare la fine del massacro che sta avvenendo nella striscia di Gaza.
PONTI sono le storie e i percorsi di cui raccontiamo di questo febbraio trascorso: un nuovo progetto, l’esperienza Erasmus in Francia e il Servizio Civile Universale Internazionale in Grecia. Ponte è la collaborazione e l’amicizia di Marina Frigerio, etnopsicologa di origini italiane che vive e lavora in Svizzera ma che non può fare a meno di abitare la Comunità più volte l’anno e che firma l’articolo che apre la nostra newsletter.
Ci sono poi le nuove opportunità d’impiego, anch’esse ponte, questa volta per il mondo del lavoro e incentivo alla “restanza” per i professionisti del sociale e non solo.
Il lavoro del MEAN (MOVIMENTO EUROPEO DI AZIONE NON VIOLENTA) continua anche lontano dai riflettori, ma sempre vicino alle popolazioni colpite dalla guerra in Ucraina.
Un lavoro di presenza fisica e che non si ferma nelle proposte per la pace, che punta a «coinvolgere la società civile pacifista da un dibattito polarizzato sull’opportunità o meno dell’invio delle armi per farle ritrovare l’indispensabile unità di intenti e d’azione necessaria al cammino di una pace giusta», come scritto nell’ ultimo documento condiviso dalle oltre 100 associazioni in tutta Italia che fanno parte del movimento.
La Comunità Progetto Sud è tra le realtà che hanno fondato il MEAN e Don Giacomo Panizza, in questo ultimo anno si è recato più volte in Ucraina insieme agli altri rappresentanti del Movimento, incontrando sul posto i civili organizzati in associazioni e le istituzioni politiche e religiose, come anche inviando medicinali, cibo e abiti, costruendo là un Peace Village e accogliendo profughi qui in Italia.
villaggio della pace a Brovary (foto dal profilo facebook MEAN)
Nei prossimi giorni una delegazione MEAN si recherà a Strasburgo a parlare ai gruppi europarlamentari, è stata perciò attivata una raccolta firme per l’istituzione dei corpi civili di pace con il bagaglio di tre proposte condivise.
E anche dalla Calabria parte l’appello del MEAN, a diffonderlo è lo stesso don Giacomo Panizza «Siamo davanti ad una nuova proposta condivisa e che vogliamo sia sottoscritta e compresa da più persone possibili, – dice Panizza – perché non cadiamo nella trappola dell’indifferenza davanti ad un conflitto che continua a minacciare il cuore dell’Europa e non solo».
La prima delle tre proposte è la convocazione al più presto di una “Conferenza Europea sui criteri per la istituzione e per la operatività dei Corpi Civili di Pace Europei” con protagonisti i costruttori di pace sia istituzionali che non governativi (come del resto era nelle intenzioni di Alex Langer) con esperienze significative sul campo.
La seconda: è rivolta al Governo italiano perché rilanci e ridefinisca il concetto di Corpi civili di Pace nel nostro Paese uscendo dalla sperimentazione infinita in cui li si è confinati dal 2014 ad oggi.
La terza proposta è la convocazione di una “Marcia nonviolenta della fraternità e della pace” da farsi possibilmente entro l’estate 2023
La nostra prima proposta è la convocazione al più presto di una “Conferenza Europea sui criteri per la istituzione e per la operatività dei Corpi Civili di Pace Europei” con protagonisti i costruttori di pace sia istituzionali che non governativi (come del resto era nelle intenzioni di Alex Langer) con esperienze significative sul campo. Una conferenza promossa, in una città dell’Ucraina, da una Cabina di Regia formata da esponenti della società civile europea e presieduta da membri della società civile ucraina, alla quale gli esponenti delle istituzioni politiche a vari livelli sono invitati a partecipare prima di tutto come ascoltatori e poi come decisori, ovvero come interlocutori responsabili di risposte puntuali entro tempi definiti.
La scelta di un città ucraina come sede di un tale evento, così come la presidenza della iniziativa, sono anche simbolicamente un riconoscimento che con la propria lotta e la propria vita, questo popolo si è conquistato il titolo di primus inter pares nella famiglia europea e che nessun altro più di loro può esigere una svolta (o se si vuole una accelerazione) nella strutturazione del governo europeo, tale da renderlo sul serio portatore di una visione e di una strategia che assegni a questo continente il ruolo che, stante le tormentate lezioni della sua storia, gli spetta, e cioè quello di garante della gestione costruttiva di conflitti sia al proprio interno che a livello internazionale.
Aggiungiamo che la auspicabilità di una tale conferenza era già stata avanzata da ben due studi di fattibilità sui requisiti per il buon funzionamento dei CCPE, commissionati dalla Commissione Europea rispettivamente nel 2004 e 2005. Entrambe hanno sottolineato la centralità di professionisti “non statali”, reclutati da un gruppo dirigente che opera secondo procedure ad hoc, in grado di valorizzare i particolari punti di forza e di porre riparo alle specifiche criticità di ogni situazione di crisi nella sua unicità, e quindi con un approccio più di “animazione” di contesti di mutuo apprendimento che non di applicazione di piani predefiniti. Questa problematica è presente anche nel draft appena adottato dalla Commissione Esteri del Parlamento Europeo sulla “Implementazione della PCSD civile e altra assistenza civile dell’Ue in materia di sicurezza” che sarà all’ordine del giorno della seduta plenaria di maggio sottolineando che il progetto di CCPE dovrebbe costituire un ulteriore strumento a disposizione dell’Ue per un approccio integrato alla gestione civile delle crisi . Chiediamo al Consiglio di includere il progetto di CCPE nel nuovo Civilian CSDP Compact che sarà presentato a Maggio e al governo italiano, in particolare, di sostenere questa proposta.
Si tratta di osare pensare a livello europeo ad un organismo sulla gestione costruttiva dei conflitti come necessario complemento e pari dignità del corpo militare previsto dalla “Bussola” approvata dai ministri della difesa dei Paesi Ue nel marzo 2022 e che prevede entro il 2025 una forza di 5000 militari per il pronto intervento. Si tratta, per le istituzioni europee di riconoscere che come tutti i cambiamenti sistemici, anche questo, deve trovare fonte e impulso nelle dinamiche della società civile e in nuove forme di dialogo fra società civile e rappresentanze politiche.
SECONDA PROPOSTA
La seconda proposta è rivolta al Governo italiano perché rilanci e ridefinisca il concetto di Corpi civili di Pace nel nostro Paese uscendo dalla sperimentazione infinita in cui li si è confinati dal 2014 ad oggi. Dal 2014 a 31 dicembre 2022, l’Italia ha speso 190 miliardi di euro in Spesa Militare ma non è riuscita a spendere 9 milioni per sperimentazione Corpi Civili di Pace.
TERZA PROPOSTA
La Terza proposta è la convocazione di una “Marcia nonviolenta della fraternità e della pace” da farsi possibilmente entro l’estate 2023 come manifestazione nonviolenta conclusiva della Conferenza di cui alla Proposta 1.
Siamo consapevoli, come pacifisti europei, di non avere nel nostro dna, e nella nostra storia secolare, un cammino di liberazione dalle oppressioni basato sull’ahimsa e sul satyagraha di natura orientale, ma sulla nostra capacità di reagire in armi ed in solidarietà.
Dalla rivoluzione francese alla liberazione dal nazifascimo l’Europa civile si è sempre distinta per la sua capacità di sovvertire con la forza degli ultimi e degli oppressi le posizioni degli oppressori, fino a costituire ordinamenti sociali ed istituzionali sempre più democratici, egalitari e liberali.
Siamo altresì consapevoli di trovarci di fronte all’inedito di dover esercitare, per la prima volta dai trattati di Roma che hanno istituito la CECA e la CEE, la nostra “coscienza atomica”, la coscienza di un pacifismo attivo che ha il compito di scongiurare con ogni forza del cuore e dell’intelletto l’autodistruzione del nostro continente per mano delle potenze nucleari, potenze che sono visibilmente in gioco nello scenario attuale del conflitto ucraino.
La marcia dovrà essere la dimostrazione plastica della coscienza atomica degli europei e dovrà essere capace di coinvolgere migliaia di cittadini provenienti da tutti i paesi europei e guidata dalla società civile ucraina che in questo primo anno di guerra si è distinta non solo per la resistenza in armi, ma anche e soprattutto per le tante e quotidiane forme della resistenza nonviolenta all’invasione della Federazione Russa.
Essa dovrà avvenire sulla scorta degli insegnamenti gandhiani, del pensiero laico pacifista europeo e degli insegnamenti della recente dottrina sociale della Chiesa Cattolica così come delle dottrine pacifiste di tutte le religioni presenti nella nostra casa comune .
Di fronte all’escalation atomica della guerra in corso, nel cuore dell’Europa, ed all’assenza contingente di un esercito europeo, così come di un dispositivo già funzionante di Corpo Civile Europeo, chiamiamo tutti i costruttori di pace a formare una vera e propria catena umana di donne e uomini che si tengano per mano, mettendo in gioco i propri corpi per annunciare con la nostra presenza nei pressi del fronte ucraino il messaggio più semplice di sempre: l’unità di destino della comune umanità fra i popoli e l’annuncio di una vittoria che sia fondata su un nuovo patto tra gli europei e non sia umiliazione per nessuno.
Troviamoci noi abitanti del pianeta per ripensare l’assetto europeo e mondiale alla luce delle finora inedite garanzie di libertà e sicurezza, per gli ucraini e per i russi, per tutti i popoli e per ognuno di noi.
La marcia europea dovrà costituire una vera e propria catena di fratellanza che metta in primo piano, in prima pagina, chi ha diritto alla difesa di fronte alla aggressione, ma non ha niente a che vedere con i “signori della guerra”, da qualsiasi parte si collochino, e ha molto a che fare con le occasioni perdute di amore e creatività, provocate da ogni guerra.
Una Marcia non violenta che sia un evento di massa capace di far capire ai potenti che le persone comuni di Europa sono schierate contro la violenza nei conflitti e dica con forza ai governi che senza dare voce e ascolto alla società civile non sarà possibile oggi porre fine a nessuna guerra né costruire un mondo meno diseguale e più solidale.
Ci daremo un appuntamento in un giorno preciso alla frontiera polacca e guidati nell’organizzazione dalla società civile ucraina, usando pullman e treni speciali, raggiungeremo il confine di uno dei fronti di guerra (es. nei pressi di Kherson o di Backhmut) per manifestare il nostro dissenso alla guerra con la nostra presenza fisica, stanziando per almeno sette giorni nel luogo indicato, coadiuvati da strutture da campeggio per la permanenza in loco.
Foto in evidenza di Luca Daniele: Leopoli, MEAN, VIAGGIO DEL 24-26 OTTOBRE 2022
I comuni, le associazioni e gli esponenti della società civile ucraini che il MEAN (Movimento Europeo di Azione Nonviolenta) ha incontrato nei diversi viaggi fatti in Ucraina da maggio ad ottobre 2022, hanno lanciato una richiesta di aiuto concreto e urgente per affrontare l’inverno rigido che è già cominciato.
Serve aiuto, serve prendere in carico il freddo, il buio di questo “inverno ucraino” che sta mettendo in ginocchio la popolazione colpita dalla guerra.
La Comunità Progetto Sud, parte attiva del MEAN ha organizzato a Lamezia Terme, in coordinamento con la Caritas Diocesana una raccolta di beni primari per sostenere le persone e i comuni che in Ucraina sono vittime non solo delle bombe ma anche di una nuova forma di holodomor, la “riduzione alla fame”, che l’aggressione russa sta infliggendo loro.
DOVE DONARE:
Il punto di raccolta è il complesso interparrocchiale di San Benedetto, nei locali Caritas di Via Sen. Arturo Perugini, aperto dall’ 1 al 15 dicembre nei giorni feriali, dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15 alle 17.
COSA DONARE:
coperte calde e indumenti invernali nuovi o seminuovi incellofanati tra simili,
ovvero: cappotti, giacche, pantaloni, maglioni, pigiami caldi, e asciugamani grandi e piccoli per il bagno.
PER INFORMAZIONI: Cell. 320 0873966.
Sul sito www.projectmean.it sarà possibile consultare, in tempo reale, la lista dei fabbisogni che sarà aggiornata progressivamente all’arrivo degli aiuti raccolti.
Il MEAN, inoltre, ha organizzato un gruppo di lavoro con architetti e ingegneri italiani – coordinati da Mario Cucinella – per la realizzazione di “stanze climatiche”, strutture-rifugi diurni in cui le persone possono trovare ristoro e riscaldarsi.
Per questo motivo, è stata avviata una raccolta fondi per sostenere le spese necessarie alla realizzazione delle strutture.
Le donazioni possono essere effettuate su questo conto corrente dedicato:
Progetto MEAN-Consorzio Sale della Terra
Iban IT43M0501803400000017167636
Causale: Emergenza inverno Ucraina
Sono stati due giorni di incontri nel cuore di Leopoli, quando l’autunno, in Ucraina sa già di inverno e dove le sirene non smettono di avvisare che c’è un nuovo attacco in corso.
Dove i telefoni, a volte sono a singhiozzo, ma dove puoi ancora avere il coraggio di pensare e costruire, insieme ad altri un cammino di pace e di futuro.
A Leopoli, Lviv, per questo quarto viaggio del MEAN – Movimento Europeo di Azione non violenta, sono partiti in 40: gli attivisti guidati da Angelo Moretti e Sindaci di Comuni provenienti da diverse regioni italiane.
L’ intento, diventato azione è quello di continuare la costruzione del Dialogo che a più livelli: Istituzioni civili e religiose, società civile e terzo settore.
Come racconta Marianella Sclavi «abbiamo parlato di buon governo» e «abbiamo ascoltato e visto-dice don Giacomo Panizza a Giornale Radio Sociale- un popolo che non rinuncia alla libertà».
Da Leopoli – dichiara ancora il Presidente della Comunità Progetto Sud a Vita.it – torniamo con «La concreta crudeltà della guerra guerreggiata solo in difesa del popolo di Ucraina ci ha imposto parole concrete, vive e credibili nel mentre le dicevamo. Alcuni sindaci di comuni italiani e rappresentanti del MEAN abbiamo espresso la pace da costruire attraverso i termini di collaborazione: patti per la ricostruzione, lavoro, salute, continuazione degli aiuti umanitari, per costruire vera uguaglianza tra le nazioni e democrazia politica, sociale, culturale. Anche stavolta torno con l’utopica speranza che questi e altri segni di pace fruttifichino presto facendo tacere le armi e gli odi e parlare Le verità e il coraggio della riconciliazione».
Di seguito qualche stralcio e link degli articoli che raccontano questo quarto viaggio a Lviv (Leopoli)
Gli attivisti del Mean sono di nuovo in Ucraina con un gruppo di sindaci. La corrispondenza del portavoce del Movimento: «Avremmo potuto organizzare una conference call per far accordare i sindaci italiani ed i sindaci ucraini su una collaborazione proficua negli aiuti umanitari e nell’accoglienza degli sfollati interni, ma avremmo tradito il compito di essere portatori credibili di un messaggio nuovo dall’Europa: che la pace si costruisca e si sorregga con una trama fitta e variegata di incontri, in cui ognuno di noi può fare la sua parte» Vita del 24 ottobre 2022
In 40, fra sindaci italiani e ucraini, insieme a rappresentanti della società civile dei due Paesi, firmano gli accordi di amicizia tra le città per “difendere il popolo aggredito” al di là delle armi Avvenire 26 ottobre 2022
Firmati i “Patti di Lviv” tra municipalità. Il MEAN-Movimento di Azione Nonviolenta, insieme ad alcuni comuni italiani e al Coordinatore delle ANCI regionali italiane hanno firmato con venticinque comuni ucraini uno Statement che da oggi regola i reciproci impegni a favore del popolo ucraino aggredito. Cinque articoli in tutto tra cui spicca l’istituzione di una Commissione Verità e riconciliazione. Il MEAN-Movimento di Azione Nonviolenta è tornato in Ucraina, questa volta, per la quarta missione, a Lviv (Leopoli). Vita del 26 ottobre 2022
Ma cosa sta accadendo nell’Ucraina sotto le bombe? Sono rientrati in Italia i rappresentanti del Movimento europeo di azione non violenta da Leopoli. Maria Pia Tucci ha raccolto le voci di Don Giacomo Panizza e Marianella Sclavi. Giornale radio Sociale del 27 ottobre 2022
In collegamento da KIEV con don Giacomo Panizza e gli attivisti del Movimento europeo di azione non violenta (Mean) in marcia per la Pace. Domenica 10 giugno ore 19 | Sala Sintonia | Via Reillo, 5
Una marcia per la Pace, per il “cessate il fuoco” che porterà a Kiev, il 10 e l’ 11 luglio gli attivisti del Movimento europeo di azione non violenta (Mean): 35 associazioni sparse sul territorio nazionale lavorano da tempo per il dialogo, con azioni distensive e di aiuto per richiamare un impegno alla pace che può nascere dal basso.
Anche la Calabria che costruisce azioni pace c’è, e cammina verso Kiev sulle gambe di Don Giacomo Panizza, fondatore della Comunità Progetto Sud.
Per essere partecipi di questo viaggio, Lamezia Terme sarà una delle venti Piazze di Pace italiane e alle 19 di domenica 10 luglio si collegherà, in remoto, da Sala Sintonia in Via Reillo, con gli attivisti nonviolenti del MEAN in Ucraina e con le altre città che sostengono la manifestazione pacifista.
«Abbiamo deciso di esserci a mani disarmate, nelle zone di guerra e di rischi continui. – Dice don Giacomo Panizza nel suo messaggio di adesione -. «Esserci con un movimento nonviolento che ha tanto da dire e ancor più da scambiare». E ancora – «Abbiamo bisogno di renderci conto della giustezza di smettere con le guerre e con armamenti che uccidono o silenzi che lasciano morire. La pace vera non fuoriesce dalle guerre, ma esiste dentro cuori e intelletti affamati di ambizioni e politiche davvero umanizzanti».
Sulle giornate sono stati forniti pochi dettagli, per ragioni di sicurezza, ma sono previsti «incontri tra le due società civili – spiega Angelo Moretti, presidente Presidente della rete di Economia Civile Consorzio Sale della Terra di Benevento e portavoce di Mean – che discuteranno assieme di pace, ma anche delle possibili strategie per tutelare la cultura ucraina, per difendere i bambini, per coinvolgere l’opinione pubblica nei negoziati. Il tutto in collegamento con 20 piazze italiane. Un confronto che produrrà dei documenti in cui delineare le iniziative da mettere in campo e al quale parteciperanno anche autorità locali e il nunzio apostolico in Ucraina».
Si stanno organizzando collegamenti da Napoli, Milano, Roma, Trento, Bolzano, Brescia, Benevento, Lamezia Terme, Aversa, Marigliano, Pomigliano d’Arco, Manfredonia, Battipaglia, Bergamo, Casagiove e addirittura da Londra! La lista è in aggiornamento
Chi vorrà aderire alla piazza di Pace di Lamezia potrà raggiungere Sala Sintonia dalle 18.45
Il 10 luglio, dalle ore 19, in molte piazze d’Italia si terrà un momento di festa e scambio in collegamento con gli attivisti nonviolenti a Kiev. Grazie all’impegno di tante associazioni e parrocchie sui territori, infatti, piu di 10 cittá si popoleranno di per la Nonviolenza Attiva.
Il momento (ore 20 in Ucraina), prevedrà uno scambio festoso di canti, poesie, pezzi teatrali, per far arrivare forte e chiara la solidarietà degli europei non solo attraverso i governi, con le armi o le sanzioni, ma con un vero legame civile ed umano tra popoli, in nome della nonviolenza attiva. Tutti uniti dallo stesso destino di appartenenza all’Europa, di cui sia l’Ucraina che la cultura russa fanno parte.
Al primo posto per numero di Piazze di pace ospitate c’é la Campania. A Pomigliano D’Arco (Napoli) nella parrocchia di San Felice in Pincis, (via Felice Cavallotti, 2), si riuniranno gruppi di volontari Caritas, associazioni del territorio e una rappresentanza numerosa della comunità ucraina. Durante la festa in diretta con Kiev, ci saranno canti, poesie e invocazioni per la pace. La comunità ucraina sarà presentata da padre Vasil, sacerdote ortodosso. Per informazioni: don Giuseppe Gambardella
(peppinogambardella@gmail.com).
A Napoli invece l’evento si terrà coinvolgendo la cittadinanza e istituzioni municipali, a Largo San Martino, nel quartiere Vomero-Arenella. Per informazioni: Tina Rubino (trubino55@gmail.com).
Sempre in provincia di Napoli, a Marigliano, eccezionalmente per questa piazza l’11 luglio sera, circa 250 ragazzi e giovani dell’oratorio estivo si collegheranno con gli attivisti nonviolenti in Ucraina da piazza Municipio, insieme con il sindaco, il Consiglio comunale e il vescovo. Per informazioni: Fedele Salvatore (fedelesalvatore@irene95.it).
In provincia di Caserta, a Casagiove, mille persone domenica si ritroveranno alle 20 nella parrocchia di San Michele Arcangelo (Via Filippo Iovara, 107), per collegarsi con Kiev alla fine di un momento di preghiera per la pace. Per informazioni: don Stefano Giaquinto (donstefanogiaquinto@virgilio.it).
Mentre a Benevento l’appuntamento sarà alle 19 in piazza Carlo Torre, davanti alla Basilica di S. Bartolomeo. Parteciperanno alla manifestazione molte associazioni e organizzazioni del territorio, tra cui “Consorzio Sale della terra”, Azione Cattolica diocesana, Laboratorio per la felicità pubblica, Libera, Cgil e Anpi. Per informazioni: Ettore Rossi (ettor.rossi@gmail.com).
A Roma domenica sera gli attivisti nonviolenti si raduneranno alle 19 nel cortile nella scuola Daniele Manin (plesso “Di Donato”, in via Bixio, 85), istituto simbolo di accoglienza e di pace. Dopo un rinfresco di benvenuto, ci sarà spazio per un confronto tra i partecipanti, prima di collegarsi con le altre piazze e con Kiev. Per informazioni: Gianluca Cantisani (gianlucacantisani1@gmail.com).
Milano sarà presente con due piazze: una sarà al Centro di Accoglienza Profughi Ucraini Don Orione, nella parrocchia di San Benedetto (Oratorio Don Orione, via Strozzi 1) e l’altra al Centro di accoglienza per mamme e bambini ucraini, Casa della Carità (via Pusiano 22). Per la prima piazza l’appuntamento sarà alle ore 18, e prima del collegamento Milano-Kiev, ci saranno le testimonianze di volontari e rifugiati. Prima della conclusione ci sarà anche tempo per un rinfresco e un momento di confronto finale. Per informazioni: Clelia Lucenti (clelialucenti@gmail.com).
Nella seconda piazza, l’appuntamento é per domenica alle 19, e saranno presenti volontari, ospiti ucraini, e don Virginio Colmegna, presidente Casa della Carità Milano. Per informazioni: Andrea Donegá (andrea.donega@icloud.com).
La bellezza della nonviolenza é che non conosce confini. Infatti domenica, in collegamento con Kiev, ci sarà anche Londra, con la chiesa cattolica italiana di St. Peter, (136 Clerkenwell Rd, London EC1R 5DL). L’appuntamento sarà alle 18.
Per informazioni: Rosa Lorini (mariarosalorini@gmail.com) e Lidia Guerra (lidia.guerra@hotmail.com).
Altre piazze sono in attesa di conferma.
MEAN, Movimento Europeo di Azione Nonviolenta
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Stiamo raccontando il viaggio sui nostri profili social:
Facebook: MEAN Movimento Europeo Azione Nonviolenta @meanprogetto
Twitter: MEAN – Movimento Europeo Azione Nonviolenta (@MeanAzione)
Manifestazione per un cessate il fuoco immediato e l’apertura di negoziati di pace
GIOVEDÌ 2 GIUGNO ORE 19:00-21.30 ONLINE la PRESENTAZIONE ONLINE DEL MEAN E DELLA MARCIA DELL’11 LUGLIO 2022 HTTPS://FB.ME/E/4P9O608HE
Evento online di presentazione del MEAN e della manifestazione che abbiamo programmato per l’11 luglio 2022 in Ucraina, dopo diversi incontri e colloqui anche con le associazioni della società civile ucraina.
Il nostro scopo immediato è quello di fare appello innanzitutto ai leader europei affinché si mobilitino in modo deciso e creativo per attuare un immediato cessate il fuoco e per avviare incontri e negoziati, avendo in mente la costruzione di un sistema di coesistenza pacifica tra i popoli del mondo, in cui anche la società civile abbia parola e ascolto.
All’evento, organizzato da Piernicola Pedicini, Membro del Parlamento europeo, parteciperanno associazioni ed istituzioni italiane ed europee, in collaborazione con il Gruppo dei Verdi/Ale.
Le relazioni sono affidate a:
– Piernicola PEDICINI, Eurodeputato;
– Angelo MORETTI, Spokesman del MEANproject
– Stefano FASSINA, Deputato ed Economista
– Franco FRACASSI, Scrittore e giornalista
– Pierfrancesco MAJORINO, Eurodeputato
– Barbara LEZZI, Senatrice
– Rosa D’AMATO, Eurodeputata
– Maria MUSCARA’, Membro Consiglio regionale Campania
– Marianella SCLAVI, Antropologa ed Etnografa, Attivista Fondazione Langer
– Riccardo BONACINA, Fondatore di Vita non profit
– Maria Grazia GUIDA, Presidente Associazione Nazionale “Reti della Carità”
Il sito per ogni informazione e iscrizione al MEAN è www.projectmean.it
Informazioni possono essere chieste a info@projectmean.it
MEAN-Movimento Europeo di Azione Nonviolenta, il progetto promosso da trentacinque Soggetti nazionali della Società civile, molti dei quali facenti parte dell’Alleanza “Per un Nuovo Welfare”, parte per il suo primo viaggio in Ucraina.
Roma, 6 maggio 2022 –
Angelo Moretti, Portavoce della Rete italiana “Per un Nuovo Welfare” e Spoke del MEAN; Marianella Sclavi,Etnologa ed esperta in mediazione dei conflitti; Raffaele Arigliani, Medico pediatra ed esperto Counselor; Anna Spena, Giornalista e inviata di VITA: questi i componenti della delegazione del MEAN che da oggi saranno in Ucraina per allacciare i primi contatti con autorità ed esponenti della Società civile ucraini in previsione della mobilitazione di massa che il progetto si propone di realizzare. Destinazione Leopoli, dove il MEAN incontrerà gli esponenti di Act for Ukraine, del Don Orione, del Movimento dei Focolari e di un Seminario greco-cattolico. Scopo principale è di creare una rete di collaborazione con la società civile ucraina, con le associazioni e anche con alcune autorità che consenta agli attivisti volontari nonviolenti aderenti al MEAN di entrare nel territorio ucraino ed evacuare il maggior numero di persone possibile, soprattutto quelle più fragili, i sofferenti psichici ed i bambini, portandole in salvo nel territorio europeo. In tutto, il primo viaggio della Delegazione del MEAN durerà fino a domenica 8 maggio 2022 e ve ne daremo costanti aggiornamenti.
———– Annotazione stampa
Il MEAN-Movimento Europeo di Azione Nonviolenta è composto da oltre trenta Organizzazioni unite per un progetto concreto di pacificazione ed aiuti umanitari.
Il MEAN si rivolge a tutta la società civile europea perché esiste una via diversa di risoluzione del conflitto in corso. La nostra principale idea è tenere viva la forza trasformatrice della nonviolenza attiva dentro lo scenario del conflitto, non solo idealmente, ma concretamente, attraverso una mobilitazione di massa di migliaia di civili europei in Ucraina.
Siamo convinti che la resistenza armata può frenare o anche sconfiggere l'aggressione, ma non cambia il contesto che l’;ha resa possibile, mentre una azione di massa nonviolenta a livello europeo è in grado di creare dei contesti che favoriscono la ricostruzione su nuove basi ed escludere il ricorso alla guerra come strumento di
risoluzione dei conflitti fra Stati. Stiamo quindi organizzando decine di pullman e camper che dai vari paesi europei porteranno i partecipanti all’interno del territorio devastato dalla guerra per chiedere a gran voce leadership politiche mondiali il cessate il fuoco immediato e l’apertura di negoziati che abbiano come orizzonte una nuova convivenza fra i popoli della terra.
Alla società Civile Europea chiediamo di:
1. Aderire all’appello per il progetto di un Movimento Europeo di Azione Nonviolenta.
2. Partecipare alla campagna di People Raising per arrivare al coinvolgimento di minimo
5000 attivisti volontari, invitando i propri attivisti nonviolenti ad iscriversi sulla
piattaforma:
https://perunnuovowelfare.it/movimento-europeo-di-azione-nonviolenta/
3. Partecipare con l’invio di personale esperto nella mediazione culturale e linguistica ucraina
e russa e con personale esperto in organizzazione logistica e pronto soccorso.
4. Partecipare a una campagna di crowdfunding per la raccolta di somme pari ai costi del
noleggio dei pullman ed alle spese logistiche della Azione Nonviolenta.
5. Impegnarsi a coinvolgere nel territorio delle nazioni europee che aderiscono all’appello
gruppi di sostegno in patria al progetto MEAN.
6. Impegnarsi ad organizzare un’operazione di costante educazione alla nonviolenza ed alla
riconciliazione rivolta in particolare agli adolescenti ucraini ospiti nei territori europei,
anche nella forma dei centri estivi. Nei prossimi giorni organizzeremo la prima delegazione
di incontro con la società civile Ucraina per la condivisione della Azione Nonviolenta.
Le Associazioni firmatarie Rete di Economia Sociale Internazionale; Azione Cattolica Italiana; BASE ITALIA; Associazione Amici Casa della Carità; Gruppi di Volontariato Vincenziano AIC Italia; Associazione Antigone; Next Nuova Economia per tutti; CNCA-Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza; Vita Non Profit; Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani; UNASAM; Cooperativa Sociale Dedalus; Associazione Comunità Progetto Sud; Associazione Nazionale BIOAS; Consorzio NOVA; Associazione Borghi Autentici d’Italia; Rete Sale della Terra; Rete dei Piccoli Comuni del Welcome; Incastri Creativi- Sicilia; Edipo RE e Pellestra benefit srl; Rete Maranathà di Cittadella; Associazione AK; Società Cooperativa Sociale FILEF; Società Cooperativa Sociale LA GRANDE CASA; Centro Giorgio La Pira; Laboratorio per la felicità pubblica; NCO Nuova Cooperazione Organizzata.
Il Movimento Europeo di Azione Nonviolenta è un progetto promosso da trentacinque Soggetti nazionali della Società civile, molti dei quali facenti parte dell’Alleanza “Per un Nuovo Welfare”, che hanno dichiarato la propria disponibilità ad una spedizione umanitaria in Ucraina.
Roma, 29 aprile 2022 –
Siamo oltre trenta Organizzazioni e ci siamo unite per un progetto concreto di pacificazione ed aiuti umanitari che porta il nome di Movimento Europeo di Azione Nonviolenta.
Vogliamo portare la forza trasformatrice della nonviolenza attiva dentro lo scenario del conflitto, non più idealmente, ma concretamente, attraverso la mobilitazione di massa di migliaia di civili europei in Ucraina.
L’affermazione della nonviolenza attiva nell’attuale contesto europeo, come valore fondante delle nostre nazioni e come pratica quotidiana di risoluzione dei conflitti, può esserci solo con la testimonianza coerente di un movimento fisico verso l’Ucraina.
FONTE WEB_ GAZZETTA DEL SUD
Ci rivolgiamo a tutta la società civile europea perché esiste una via diversa di risoluzione del conflitto in corso.
Crediamo, infatti, che la società civile nonviolenta europea ed ucraina debbano essere parti attive dei negoziati in corso.
Ciò a cui stiamo assistendo in questi mesi è una progressiva tacitazione di qualsiasi altra ipotesi risolutiva del conflitto che non sia di tipo militare: l’assassinio e la tortura dei civili costringono migliaia di persone a rimanere nascoste nei rifugi, nelle chiese, nei teatri, terrorizzate e in assenza di cibo, acqua e medicinali.
Di fronte a questa barbarie, la nostra proposta è di organizzare, in collaborazione con le società civili ucraine, una massiccia Azione Nonviolenta, una grande operazione umanitaria nei luoghi del conflitto. Intendiamo organizzare l’entrata in massa di pullman di volontari disarmati diretti in Ucraina al solo fine di compiere operazioni di evacuazione, in particolare dei più fragili, di concerto con le organizzazioni ucraine che sono già impegnate nelle attività di soccorso ai connazionali più sofferenti.
Tentare di mettere in salvo, in territorio europeo, le migliaia di persone che in Ucraina oggi vorrebbero allontanarsi dal conflitto ma non ne hanno i mezzi e le occasioni, sarà lo scopo centrale della nostra azione nonviolenta, in collaborazione con le organizzazioni della società civile ucraina.
In particolare, vogliamo metterci a disposizione della liberazione e tutela dei sofferenti psichici che oggi sono intrappolati nelle decine di ospedali psichiatrici ucraini.
Il nostro impegno per la salute mentale servirà anche a sottolineare che è la guerra a rimanere l’unica vera pazzia cui non dedicare attenzione.
FONTE ANSA
Noi, pur comprendendo la resistenza armata degli Ucraini e non volendo sminuire con questa azione il lavoro diplomatico che gli Stati Europei stanno mettendo in atto in questi giorni così difficili ed angoscianti, intendiamo affermare la possibilità che si debba aggiungere una nuova via di intervento nel conflitto in corso, quella via che può arrivare dalla società civile, che è pronta a marciare in massa ed in modo nonviolento a favore della nazione aggredita e che intende essere parte dei negoziati.
Conosciamo il pericolo che potrebbe scaturire dalla presenza di civili europei disarmati nelle zone di conflitto, ma riteniamo che le ragioni di prudenza non siano sufficienti a fermare il Progetto “Movimento Europeo di Azione Nonviolenta” (MEAN).
Siamo coscienti dei pericoli personali a cui la nostra azione nonviolenta ci espone e dichiariamo preventivamente che eventuali aggressioni contro i componenti del nostro progetto di Movimento Europeo di Azione Nonviolenta non debbano in alcun modo essere interpretate dai governi europei come atti di guerra contro le nostre nazioni di origine.
Alla società Civile Europea chiediamo di:
Aderire all’appello per il progetto di un Movimento Europeo di Azione Nonviolenta.
Partecipare con l’invio di personale esperto nella mediazione culturale e linguistica ucraina e russa e con personale esperto in organizzazione logistica e pronto soccorso.
Partecipare a una campagna di crowdfunding per la raccolta di somme pari ai costi del noleggio dei pullman ed alle spese logistiche della Azione Nonviolenta.
Impegnarsi a coinvolgere nel territorio delle nazioni europee che aderiscono all’appello gruppi di sostegno in patria al progetto MEAN.
Impegnarsi ad organizzare un’operazione di costante educazione alla nonviolenza ed alla riconciliazione rivolta in particolare agli adolescenti ucraini ospiti nei territori europei, anche nella forma dei centri estivi. Nei prossimi giorni organizzeremo la prima delegazione di incontro con la società civile Ucraina per la condivisione della Azione Nonviolenta.
Le Associazioni firmatarie
Rete di Economia Sociale Internazionale; Azione Cattolica Italiana; BASE ITALIA; Fondazione EBBENE; Associazione Amici Casa della Carità; Gruppi di Volontariato Vincenziano AIC Italia; Associazione Antigone; Next Nuova Economia per tutti; CNCA-Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza; Vita Non Profit; Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani; UNASAM; Cooperativa Sociale Dedalus; Associazione Comunità Progetto Sud; Associazione Nazionale BIOAS; Consorzio NOVA; Associazione Borghi Autentici d’Italia; Rete Sale della Terra; Rete dei Piccoli Comuni del Welcome; Incastri Creativi- Sicilia; Edipo RE e Pellestra benefit srl; Rete Maranathà di Cittadella; Associazione AK; Società Cooperativa Sociale FILEF; Società Cooperativa Sociale LA GRANDE CASA; Centro Giorgio La Pira; Laboratorio per la felicità pubblica
Tra i primi firmatari di una lettera indirizzata al Ministro Di Maio anche la Comunità Progetto Sud
La richiesta, rivolta al Governo italiano è che “finanzi una massiccia operazione di corpi civili di pace in Ucraina per una grande operazione di nonviolenza attiva. Facendosi forte della sua società civile l’Italia potrebbe proporre alla NATO, all’ Ucraina ed alla stessa Russia di sostenere una via innovativa di risoluzione del conflitto: far avanzare i corpi civili di pace ed avviare così una vera difesa nello stile dell’Europa nonviolenta, facendo avanzare la pace nei territori di guerra”
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