Firma protocollo ASP VV Incipit

L´ASP di Vibo Valentia entra a far parte del progetto IN.C.I.P.I.T.

È stata posta oggi la firma che include  l´ASP di Vibo Valentia nel progetto IN.C.I.P.I.T. (INiziativa Calabria per Identificazione, Protezione ed Inclusione sociale delle vittime di Tratta), finanziato da dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri promosso dalla Regione Calabria in rete con organizzazioni sociali.
Alla presenza del  Direttore Generale Asp di Vibo, la dott.ssa Elisabetta Tripodi  e dalla dirigente di settore dott.ssa Rosabella Talarico e ai rappresentanti delle Associazioni facenti parte della rete IN.C.I.P.I.T., tra cui la Comunità Progetto Sud, l´Associazione Mago Merlino, il  Delta.
Marina Galati, Elisabetta Tripodi
Questo passaggio di intenti impegna all´osservazione e programmazione d’interventi sui fenomeni della tratta di esseri umani, dello sfruttamento sessuale e lavorativo, sull’accattonaggio delle persone presenti sul territorio della provincia di Vibo Valentia.
Si formalizza così una collaborazione di azioni appropriate a sostegno delle vittime di tratta, con interventi mirati anche alla prevenzione ed emersione di questo fenomeno.
CAS Falerna_20_06_2019

OGGI, PROPRIO OGGI. GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO

“OGGI, PROPRIO OGGI. GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO”

Oggi, proprio oggi, il#CAS di Falerna, gestito dalla Comunità Progetto Sud, si svuota in conseguenza al Decreto Salvini.

Oggi, proprio oggi, insieme a mamme e bambini venuti dal mare in fuga da guerre fame e discriminazioni, abbiamo vissuto la sconfitta dei deboli, il pianto e l’impotenza hanno dominato tutto e tutti in ossequio a un dettato dello Stato italiano, e sono stati “traslocati” da un CAS a un altro. Il dettato statale è stato eseguito dalla prefettura di Catanzaro.

Oggi, proprio oggi, nella giornata internazionale del rifugiato medito le parole dette dal Presidente Mattarella nel riconoscimento dello status di rifugiati da parte dell’ Assemblea generale delle Nazioni Unite: “L’impegno dell’ Italia in prima linea, dovere di solidarietà e di accoglienza”.

Oggi, proprio oggi, per celebrare questa giornata l’ UNHCR ha aperto la campagna #WhithRefugees con l’obiettivo di farci conoscere i rifugiati attraverso i loro sogni, le loro speranze, concedendo loro di prendersi cura delle proprie famiglie, avere un lavoro, andare a scuola e avere un posto che si potesse chiamare  “casa”.

Oggi proprio oggi, queste undici persone, sei mamme e cinque bambini, sono stati sposati altrove… no comment.

Il commento invece lo voglio fare sulla civiltà del nostro Governo che fa queste cose.

La Comunità Progetto Sud si è rifiutata, come gesto umano e politico, di essere complice del cosiddetto “Decreto Salvini” che stabilisce la minima sopravvivenza degli stranieri arrivati dal mare partendo da territori difficili dell’Africa.

Un Governo che ha firmato la convenzione ONU, che si celebra oggi, proprio oggi, non può dare soltanto da magiare e dormire e togliere alle persone i mezzi necessari a vivere umanamente e cioè – come ha fatto – togliendo scuola di italiano, possibilità di lavoro e socializzazione, in sostanza rubando sogni e speranze persino a donne e bambini.

Chi da oggi li aiuterà farà certamente un bel gesto di beneficenza ma la nostra Repubblica Italiana e la Comunità Progetto Sud e io, prete cattolico, non possiamo accettare “che si offra come dono di carità ciò che è dovuto a titolo di giustizia”.

La Comunità Progetto Sud

Don Giacomo Panizza

Lamezia Terme (CZ), 20 giugno 2019

SARTA copia

SARTORIA, LABORATORIO FORMATIVO. APERTE LE ISCRIZIONI, FINO AL 20 APRILE.

Sono aperte le iscrizioni al laboratorio formativo della Comunità Progetto Sud che prenderà il via il 29 aprile prossimo.

DESTINATARI sono giovani italiani e stranieri con la passione per il taglio e cucito e con la voglia di conoscere persone provenienti da mondi e culture diverse.

12 POSTI DISPONIBILI di cui 10 riservati agli interni del soggetto proponente e 2 riservati a residenti sul territorio lametino

Sono previste 113 ORE di cui 60 ore di formazione professionale in taglio e cucito e poi moduli sulla sicurezza dei lavoratori, cittadinanza, diritti e doveri dei lavoratori, orientamento.

Il corso inizierà il 29 aprile.

La domanda di partecipazione va inviata per email con allegato il CV entro il 20 aprile all’indirizzo mariaelena.godino@comunitaprogettosud.it

Se le richieste saranno superiori ai posti disponibili verrà effettuata una selezione attraverso un colloquio motivazionale.

PER INFO: 349 8734266

Scarica la domanda per partecipare 

scarica la locandina

 

2019_uni cz_Migrazioni, diritti, lavoro

Migrazioni, diritti, lavoro. 26 marzo ore 15, Università Magna Graecia

Confronto aperto su migrazioni, diritti,lavoro. Il 26 marzo alle 15 nell’ aula 1 al livello III dell’ area Giuridica del campus Universitario Salvatore Venuta, Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro.

Tra gli autorevoli interventi (coma da locandina) è previsto anche quello di Marina Galati, esperta di migrazioni e direttrice della Comunità Progetto Sud.

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È GIÀ CARNEVALE! APPUNTAMENTO CON I LABORATORI CREATIVI VENERDÌ 1 MARZO DALLE 16 ALLE 18 E POI LA SFILATA LUNEDÌ 4 MARZO ALLE 16.30

Proseguono i laboratori creativi che in questi mesi hanno impegnato bambini e adulti in vista della sfilata allegorica del carnevale di Bella, a Lamezia Terme, che si snoderà per le strade del quartiere lunedì 4 marzo dalle 16.30 partendo dal plesso della scuola dell´Infanzia Manzoni – Augruso.

L´appuntamento per la messa a punto dei lavori è per domani, venerdì 1 marzo dalle 16.00 alle 18.00 in Via Istria, sede del gruppo Scout Lamezia Terme 6 di Bella.  

La referente Ins. Romina De Sensi, il Parroco Don Aldo Figliuzzi, le Catechiste della Parrocchia Natività Beata Vergine Maria, il gruppo Scout 6 di Lamezia Terme e la referente del progetto per la Comunità Progetto Sud, Maria Elena Godino insieme a insegnanti, mamme, bambini e volontari stanno dando vita ad un mondo colorato dove lo scambio sociale e culturale avviato due anni fa grazie al baratto sociale del progetto AMBI mostra i suoi frutti “fatti di colore e di pura allegria – dicono i referenti -. Durante i laboratori – continuano – abbiamo potuto osservare i più piccoli, ma anche prendere atto della partecipazione attiva degli adulti, che bene hanno riposto alle sollecitazioni offerte. Tante le storie che si sono intrecciate e che, possiamo dire, ci hanno permesso di toccare con mano che la quotidiana solidarietà può generare un pezzetto di società migliore ”.

Il carnevale si conferma un´occasione privilegiata non solo di allegria, ma anche di solidarietà e socializzazione culturale senza barriere e pregiudizi.

“INDOVINA CHI VIENE A CENA…?” CONDIVIDERE UN PASTO È FAVORIRE LA CONOSCENZA

L’idea di fare incontrare le persone e le loro culture a tavola è un viaggio intrapreso dalla Rete Italiana di Cultura popolare in collaborazione con Fondazione CON IL SUD, che ha trovato accoglienza anche a Lamezia Terme grazie alla Comunità Progetto Sud.

“Indovina chi viene a cena…?”, questo il titolo, coinvolge famiglie provenienti dalla Somalia, Sri Lanka, Senegal e da altri Paesi del mondo che oggi abitano stabilmente a Lamezia Terme, o nei paesi viciniori che aprono le porte delle loro case offrendo un posto a tavola con una cena dal sapore familiare.

Un progetto di relazione, in cui il cibo è il mezzo che permette di abbattere barriere culturali e creare convivialità. A tavola accade qualcosa di magicamente normale: si parla di figli, di scuola, lavoro, di cinema e musica, scoprendosi talmente simili che, alla fine, si diventa amici e si continua a frequentarsi anche dopo.

Da nord a sud “Indovina chi viene a cena?” è attivo già in 20 città e 90 comuni italiani, con 200 famiglie ospitanti e 4000 persone che partecipano ad ogni cena. A questo elenco si aggiunge ora Lamezia Terme, segnando anche la Calabria tra le 7 nuove regioni del sud che hanno aderito al progetto. L’idea, lanciata nel 2011 al Festival dell’Oralità Popolare di Torino, in collaborazione con la Fondazione Crt, con una cena condivisa che portò in Piazza Carlo Alberto più di cento persone riunite intorno a un unico tavolo con i piatti preparati dalle famiglie appartenenti alle comunità straniere residenti sul territorio e aderenti al progetto.

E così, l´ultimo sabato del mese, a Lamezia Terme e dintorni e in contemporanea nelle altre città italiane le famiglie di origine straniera di “Indovina chi viene a cena?” aprono le loro porte per una cena.

La prima cena lametina ha già avuto luogo e ha segnato il passo ai prossimi appuntamenti previsti secondo il seguente calendario:  Sabato 26 Gennaio , Sabato 23 Febbraio , Sabato 30 Marzo, Sabato 27 Aprile, Sabato 25 Maggio.

Per partecipare occorre inviare una mail a lunarossa@comunitaprogettosud.it a cui sarà data conferma di adesione, solo qualche giorno prima della cena i partecipanti sapranno da quale famiglia saranno ospitati.

Le adesioni devono pervenire entro 3 giorni prima della data della cena. Come in una cena tra amici, è previsto un libero contributo da parte dei partecipanti alla spesa sostenuta dalla famiglia ospitante.

Info: email  lunarossa@comunitaprogettosud.it

Seguici su Facebook  @CPSLamezia

www.reteitalianaculturapopolare.org

COMUNICATO STAMPA

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ADDETTO ALLE PRODUZIONI AGRICOLE. Corso accreditato e riconosciuto dalla Regione Calabria.

La Comunità Progetto Sud in partenariato con il Comune di Lamezia Terme, In Rete, lo Sprar,

bandisce un corso di formazione accreditato e riconosciuto dalla Regione Calabria, come: Addetto alle produzioni agricole.

DESTINATARI: Persone in condizione di svantaggio economico e sociale di età compresa tra 16 e 26 anni.

15 POSTI DISPONIBILI

10 riservati agli interni del soggetto proponente

5 residenti sul territorio Lametino

150 ORE

40 ore di cultura generale 12 ore sicurezza sui posti di lavoro
40 ore di lezioni frontali di agricoltura e orticoltura 20 ore di lezione sui terreni agricoli

30 ore di stage in aziende specializzate
8 ore di prove interne e prova finale

PER INFO RIVOLGERSI A SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: 0968 463266| 348 8857688 | lunarossa@comunitaprogettosud.it

SCARICA LA LOCANDINA

L’illustrazione è di Juan Bernabeu_Chi parte chi arriva chi sta

IL MEDITERRANEO CROCEVIA DI PARTENZE, ARRIVI E MUTAMENTI SOCIALI. CHI PARTE, CHI ARRIVA, CHI STA” 18-20 gennaio 2019.

Questo seminario è il primo di un ciclo di incontri che la rivista Gli Asini dedica al Mezzogiorno d’Italia alle sue trasformazioni sociali, politiche, culturali, economiche, alla sua posizione nel Mediterraneo, alle esperienze e alle possibilità di intervento sociale e politico nelle città e nelle aree rurali, e si svolgerà a Lamezia Terme in collaborazione con la Comunità Progetto Sud.

Gli incontri sono rivolti a operatori sociali e culturali, insegnanti, educatori, attivisti, in particolare a quanti sono sotto i 30 anni.
Il primo incontro si concentra sulla questione delle migrazioni. Le regioni del Sud sono un crocevia, al contempo terra di partenza e terra di arrivo. È oggi impossibile comprendere il Mezzogiorno e agire in maniera sensata per il cambiamento sociale se non si prendono in considerazione la mobilità degli individui, le sue cause, le sue conseguenze.

Chi parte. Terra di emigrazione, di nuovo. Quell’emigrazione che sembrava finita alla fine degli anni Settanta è ricominciata già negli anni Novanta ed è diventata un fenomeno di massa con la crisi economica cominciata nel 2008. Secondo lo Svimez, tra il 2002 e il 2016 sono emigrate dal Sud quasi due milioni di persone, il 16% delle quali sono andate all’estero. La metà circa sono giovani; la metà non è tornata. Partono studenti che vanno nelle Università del Nord, laureati che non trovano impieghi adeguati ai loro titoli di istruzione, operai precari disoccupati. Contrariamente al passato, gli emigrati non inviano rimesse, non comprano terre, non costruiscono case nel paese d’origine; semmai, vivono altrove con il contributo economico delle famiglie rimaste al Sud.
Certo, non si emigra da tutto il Sud, non in maniera omogenea: la Puglia sembra la regione che meglio riesce a far tornare i propri giovani; e, rispetto alle aree urbane, sono le aree interne, rurali, montane quelle che soffrono maggiormente. In queste aree, le dinamiche demografiche (al Sud si fanno meno figli che al Nord!) sembrano indicare un futuro di spopolamento e invecchiamento della popolazione, difficilmente reversibile.

Chi arriva. Nel frattempo, e già dagli anni Settanta, il Sud è territorio di immigrazione e di transito. Ci sono oggi al Sud poco meno di novecentomila cittadini stranieri. Processi migratori differenti, individui provenienti dal Maghreb, dall’Africa Sub-Sahariana, dall’Asia, dall’Europa orientale. Assistenti domiciliari e alla persona, operai agricoli, commercianti. Per molti di loro il Mezzogiorno è solo terra di passaggio, vogliono andare altrove. Fenomeni come le baraccopoli di Foggia e Rosarno e il caporalato indicano da un lato come l’agricoltura delle pianure costiere del Sud sia ancora periferia, oggi di sistemi agroalimentari che hanno i propri terminali nei supermercati di tutta Europa e, dall’altro lato, come i meridionali, per anni oggetto di razzismo e stereotipi, siano capaci anch’essi di sfruttare e guardare con razzismo quanti sono più poveri e deboli di loro. I discorsi leghisti di paura e rifiuto dell’immigrazione, per la chiusura dei porti ai richiedenti asilo, per le derive regionaliste, sono molto diffusi anche nel Sud Italia.

Tra chi parte e chi arriva c’è chi sta. E chi sta, in particolare i ragazzi, i giovani, deve fare i conti con la difficoltà di restare in luoghi nei quali ci sono poche prospettive di sopravvivenza. Secondo lo Svimez, nel 2017 ci sono al Sud 845mila famiglie in povertà assoluta, il 10% del totale. 600mila sono le famiglie in cui tutti i componenti sono disoccupati. Al Sud più che altrove, sopravvivenza vuol dire lavoro nero, precario, sfruttato, raccomandazioni, clientelismo. Le riflessioni sul “restare (o tornare) a Sud”, soprattutto nelle aree interne, riguardano spesso questioni culturali, legate all’“identità meridiana”, alla tradizione, alla lentezza, all’idea che il Sud rappresenti uno sviluppo diverso dal e alternativo al capitalismo del Nord. È però urgente e necessario discutere – e sperimentare praticamente – come si possa costruire (non ricostruire, perché non c’è mai stata) una società più giusta, un’economia che non si basi sullo sfruttamento e sostenibile dal punto di vista ambientale, che contemporaneamente coinvolga gli stranieri che decidano di vivere e gli emigrati che decidano di tornare al Sud.

È per questo che il seminario si rivolge soprattutto a giovani, a persone e gruppi che non solo pensano e analizzano, ma anche praticano forme di intervento sociale e politico e di sperimentazione di economie alternative e dal basso nelle regioni del Sud, e che vogliano ragionare e confrontarsi tra loro, senza intenti narcisisti, inutilmente retorici e autocelebrativi.

Chi parte chi arriva chi sta
Seminario a Lamezia Terme, 18-20 gennaio

È  ancora possibile iscriversi al link –à POSTI LIMITATI
Iscriviti con il modulo on-line: A QUESTO LINK

Organizzato da:
Rivista Gli Asini
Comunità Progetto Sud

Programma: Venerdì pomeriggio (dalle ore 15.00)
Introduzione
“Meridionalismi”, Goffredo Fofi, Marco Gatto, Vito Teti

Sabato mattina
“Chi parte”, Enrico Pugliese
“La politica al Sud oggi”, Isaia Sales, Dario Tuorto

Sabato pomeriggio
“Chi arriva”, Mimmo Perrotta, Alessandra Ballerini, Mamadou Dia, Martina Lo Cascio

Sabato sera
Ore 21: presentazione e discussione a partire dal documentario:
e dai romanzi: Addio fantasmi di Nadia Terranova
e in anteprima: Un giorno verrà di Giulia Caminito

Domenica mattina
“Chi sta”, Marina Galati, Maurizio Braucci, Savino Monterisi, Tonino Perna

La sede del seminario è presso “Oasi S. Francesco D’Assisi”, via Colle S. Antonio, 3 – Lamezia Terme.

L’illustrazione in allegato è di Juan Bernabeu

COMUNICATO STAMPA

Evento

Bee My Job

“Capacity Building sull’inclusione lavorativa dei richiedenti asilo e rifugiati”. La formazione del progetto Bee My Job aperto a tutti gli operatori SPRAR della Calabria

Ha fatto tappa a Lamezia Terme il workshop dal titolo “Capacity Building sull’inclusione lavorativa dei richiedenti asilo e rifugiati” diretto ad operatori dell’accoglienza in Emilia-Romagna e Calabria che si è svolto il 30 novembre, nella sala formativa della Comunità Progetto Sud di via del Progresso, come da programma organizzato dall’ APS Cambalache nell’ambito del progetto “Bee My Job”.

Durante l´incontro è stato presentato il progetto “Bee My Job” quale buona pratica di integrazione lavorativa, abitativa e sociale attraverso l’utilizzo di una metodologia partecipativa.

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Conoscere l’integrazione attraverso le api. Bee My Job incontra le scuole.

È dagli occhi dei ragazzi, dalla spontaneità dei bambini che si può partire per comprendere con semplicità come la contaminazione, l’incontro, la migrazione, possano diventare una chiave di crescita. È vero nella società delle api, così come nella società degli uomini, quella in cui camminiamo e ci confrontiamo ogni giorno.

Il progetto Bee My Job ha al centro la formazione professionale in apicoltura e agricoltura, destinata all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale, ma dà altrettanta importanza alla attività di didattica rivolta alle scuole. Un percorso finanziato dall’UNHCR – Agenzia ONU per i Rifugiati, nelle tre realtà dove il progetto nel 2018 è stato attivo: Alessandria con Cambalache, Lamezia Terme con la Comunità Progetto Sud e Argelato (Bologna), con la cooperativa La Venenta. Cinque incontri per ogni territorio, dalle scuole primarie alle secondarie, con protagonisti apicoltori, rifugiati o richiedenti asilo che diventano a loro volta “docenti” per un giorno, per guidare gli studenti alla comprensione del mondo delle api e ragionare sulla società e l’inclusione.

In provincia di Bologna il percorso si è tenuto tra ottobre e novembre, ad Alessandria sta per terminare, in Calabria partirà entro la fine del mese. «A seconda dell’età a cui ci rivolgiamo – spiega l’apicoltrice Stefania Tavarone, che ha seguito il progetto ad Alessandria – strutturiamo i nostri incontri. Con i più grandi possiamo permetterci di parlare tecnicamente di come nasce il miele, con i più piccoli ci concentriamo per lo più su come è organizzata la famiglia delle api, sul fatto che ogni individuo collabori con l’altro a servizio del bene comune, e lo facciamo anche attraverso il gioco. In ogni caso, spiegando come le api e i fiori collaborano in unico sistema, passiamo a parlare di inclusione e migrazioni forzate». Il passo è breve: la contaminazione, quella che in natura avviene tra i fiori attraverso l’ape e in società attraverso i contatti tra le persone, non può che essere un arricchimento e un motore positivo di crescita.

Obiettivo delle attività di didattica è anche stimolare un percorso di cittadinanza attiva tra i richiedenti asilo e rifugiati, per contribuire a stimolare un senso sempre più forte di appartenenza alla comunità locale, un modo per costruire reti informali e di contatti. Affrontare tematiche di interesse universale, come l’ambiente, la sostenibilità, il rispetto della natura, consente di parlare indirettamente di un tema delicato (e spesso di difficile comprensione) come quello delle migrazioni forzate, coinvolgendo i migranti stessi che diventano così protagonisti di un racconto attraverso le proprie voci.

I percorsi, in tutte e tre le realtà dove è attivo Bee My Job, prevedono l’utilizzo di un’arnia didattica, con tanto di telai, cera d’api, fotografie a grandezza naturale dell’ambiente dove vivono questi straordinari insetti. In classe vengono portate e indossate anche le tute con cui si veste generalmente l’apicoltore, per avvicinare sempre di più i bambini e i ragazzi alla realtà effettiva di un apiario. L’idea è che la possibilità di incontro e percorso didattico diventi replicabile e riproducibile. Anche per questo è stato attivato un focus group con la partecipazione di una apicoltrice, un insegnante di italiano e un gruppo di rifugiati, volto a identificare metodi e strumenti utili a realizzare nuove attività nelle scuole. Da questi incontri nascerà un tool kit, finanziato anche grazie al contributo del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo: materiale didattico a disposizione di rifugiati e richiedenti asilo che avranno così uno strumento utile ad avviare nuovi percorsi sul modello di quelli già sperimentati.

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