Bee My Job

“Capacity Building sull’inclusione lavorativa dei richiedenti asilo e rifugiati”. La formazione del progetto Bee My Job aperto a tutti gli operatori SPRAR della Calabria

Ha fatto tappa a Lamezia Terme il workshop dal titolo “Capacity Building sull’inclusione lavorativa dei richiedenti asilo e rifugiati” diretto ad operatori dell’accoglienza in Emilia-Romagna e Calabria che si è svolto il 30 novembre, nella sala formativa della Comunità Progetto Sud di via del Progresso, come da programma organizzato dall’ APS Cambalache nell’ambito del progetto “Bee My Job”.

Durante l´incontro è stato presentato il progetto “Bee My Job” quale buona pratica di integrazione lavorativa, abitativa e sociale attraverso l’utilizzo di una metodologia partecipativa.

Bee My Job_didattica_2018_5

Conoscere l’integrazione attraverso le api. Bee My Job incontra le scuole.

È dagli occhi dei ragazzi, dalla spontaneità dei bambini che si può partire per comprendere con semplicità come la contaminazione, l’incontro, la migrazione, possano diventare una chiave di crescita. È vero nella società delle api, così come nella società degli uomini, quella in cui camminiamo e ci confrontiamo ogni giorno.

Il progetto Bee My Job ha al centro la formazione professionale in apicoltura e agricoltura, destinata all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale, ma dà altrettanta importanza alla attività di didattica rivolta alle scuole. Un percorso finanziato dall’UNHCR – Agenzia ONU per i Rifugiati, nelle tre realtà dove il progetto nel 2018 è stato attivo: Alessandria con Cambalache, Lamezia Terme con la Comunità Progetto Sud e Argelato (Bologna), con la cooperativa La Venenta. Cinque incontri per ogni territorio, dalle scuole primarie alle secondarie, con protagonisti apicoltori, rifugiati o richiedenti asilo che diventano a loro volta “docenti” per un giorno, per guidare gli studenti alla comprensione del mondo delle api e ragionare sulla società e l’inclusione.

In provincia di Bologna il percorso si è tenuto tra ottobre e novembre, ad Alessandria sta per terminare, in Calabria partirà entro la fine del mese. «A seconda dell’età a cui ci rivolgiamo – spiega l’apicoltrice Stefania Tavarone, che ha seguito il progetto ad Alessandria – strutturiamo i nostri incontri. Con i più grandi possiamo permetterci di parlare tecnicamente di come nasce il miele, con i più piccoli ci concentriamo per lo più su come è organizzata la famiglia delle api, sul fatto che ogni individuo collabori con l’altro a servizio del bene comune, e lo facciamo anche attraverso il gioco. In ogni caso, spiegando come le api e i fiori collaborano in unico sistema, passiamo a parlare di inclusione e migrazioni forzate». Il passo è breve: la contaminazione, quella che in natura avviene tra i fiori attraverso l’ape e in società attraverso i contatti tra le persone, non può che essere un arricchimento e un motore positivo di crescita.

Obiettivo delle attività di didattica è anche stimolare un percorso di cittadinanza attiva tra i richiedenti asilo e rifugiati, per contribuire a stimolare un senso sempre più forte di appartenenza alla comunità locale, un modo per costruire reti informali e di contatti. Affrontare tematiche di interesse universale, come l’ambiente, la sostenibilità, il rispetto della natura, consente di parlare indirettamente di un tema delicato (e spesso di difficile comprensione) come quello delle migrazioni forzate, coinvolgendo i migranti stessi che diventano così protagonisti di un racconto attraverso le proprie voci.

I percorsi, in tutte e tre le realtà dove è attivo Bee My Job, prevedono l’utilizzo di un’arnia didattica, con tanto di telai, cera d’api, fotografie a grandezza naturale dell’ambiente dove vivono questi straordinari insetti. In classe vengono portate e indossate anche le tute con cui si veste generalmente l’apicoltore, per avvicinare sempre di più i bambini e i ragazzi alla realtà effettiva di un apiario. L’idea è che la possibilità di incontro e percorso didattico diventi replicabile e riproducibile. Anche per questo è stato attivato un focus group con la partecipazione di una apicoltrice, un insegnante di italiano e un gruppo di rifugiati, volto a identificare metodi e strumenti utili a realizzare nuove attività nelle scuole. Da questi incontri nascerà un tool kit, finanziato anche grazie al contributo del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo: materiale didattico a disposizione di rifugiati e richiedenti asilo che avranno così uno strumento utile ad avviare nuovi percorsi sul modello di quelli già sperimentati.

SCARICA IL COMUNICATO STAMPA

Dove andranno i minori ospitati da LunaRossa?

Lamezia Terme 16 aprile 2013
Calabria Ora 11 aprile 2013

Comitato Sconfinando

La povertà non è naturale,
è qualcosa che l’uomo ha inventato
e che può essere sradicata
dal senso di umanità.

Superare la povertà
non significa fare la carità,
ma tutelare i diritti
e la dignità dell’uomo.

Nelson Mandela

Lamezia Saperi e Sapori
È la proposta di una serie di iniziative che vogliono provocarci a non chiudersi nel privato, ma a sentire l’importanza della solidarietà e del cammino della giustizia sociale per realizzare una convivenza pacifica tra le persone e i popoli.

Lamezia Saperi e Sapori
Vuole essere un momento forte per far capire che i problemi del mondo, le sofferenze dei popoli, l’esclusione sociale dei poveri non possono rimanere fuori dal nostro quotidiano. Sono appuntamenti per far incontrare tutte quelle persone che sentono l’estrema necessità di discutere, approfondire e impegnarsi per una città davvero solidale con tutta l’umanità.

Chi siamo
Il comitato “Sconfinando” è composto da un gruppo di persone appartenenti a diverse realtà associative operanti nel mondo del volontariato.
Operatori sociali culturali che attraverso attività ludiche intendono trasmettere il valore sociale del “benessere oltre le frontiere”.
Con il ricavato delle diverse iniziative vogliamo sostenere il “Progetto Santa Isabel e Cuenca”, una casa famiglia per l’accoglienza e la cura dei bambini e degli adolescenti disabili che vivono nelle Comunità di Santa Isabel e Cuenca in Ecuador.

Il Coordinamento Nazionale delle Comunità d’Accoglienza
promuove e lancia l’iniziativa

Mille cene per l’Ecuador

foto

Per sostenere questo progetto è nata l’idea di coinvolgere i Gruppi, le nostre famiglie e ancor di più i nostri amici con “Mille cene per l’Ecuador”, iniziativa che ruota attorno ad una serie di cene finalizzate, da una parte, alla raccolta di fondi e dall’altra alla sensibilizzazione, del maggior numero di persone possibile, al progetto.Con “Mille cene per l’Ecuador” vogliamo dar vita ad una compartecipazione a “tela di ragno” che porti un contributo concreto a chi oggi vede gravemente leso il proprio diritto al futuro.

Il nostro impegno in Ecuador, si concretizza nell’individuazione di una emergenza/urgenza, da realizzare a Cuenca, attraverso una ong locale federata al consorzio Confie, la fondazione “Messaggeri della Pace”, che ha sviluppato un progetto di sostegno e accoglienza a bambini e adolescenti temporaneamente allontanati o abbandonati dalla propria famiglia, attraverso l’assistenza nella casa famiglia con l’intento di:

restituire una famiglia a tutti i bambini.

Il progetto prevede la copertura delle necessità di base per il sostentamento e le cure mediche dei bambini e degli adolescenti, disabili nelle case famiglia di Cuenca.


Per informazioni

Ufficio: Via Reillo, 5 – Lamezia Terme – Casa: Via Conforti, snc – Lamezia Terme
Emma Leone: Tel. 0968.23297 – Fax 0968.462520 / 26910
E-mail: emma@c-progettosud.it

Rua Sao Joao (Cecé) – Lamezia Terme – Cell. 368.440526

Invito

Progetto per l’Ecuador

Un casa famiglia per l’accoglienza e la cura dei bambini e degli adolescenti disabili esistenti nelle comunità di Santa Isabel e Cuenca

Il C.N.C.A.
• Una federazione di 266 gruppi in tutta Italia che operano in diverse aree dell’emarginazione.
• Una rete nazionale radicata nel territorio nazionale.
• Opera con i problemi legati alle dipendenze, con i minori, con le persone disabili, persone malate di aids, etc.
• Si lavora insieme a tutti coloro che intendono contrastare te cause che creano ingiustizie e diseguaglianze.
• Nello specifico il C.N.C.A. lavora per contribuire a realizzare diritti di cittadinanza, solidarietà, sicurezza sociale, welfare municipale etc.
• È impegnato oltre che nei servizi, in progetti di formazione, di inserimento a lavoro e/o creazione di impresa con persone “vulnerabili”, per la qualità dei servizi etc.
• Ha avviato forme di collaborazione in progetti internazionali. Il C.N.C.A. Internazionale opera in Ecuador in collaborazione con CONFIE, un consorzio ecuadoriano che raggruppa circa 25 organizzazioni, di ispirazione cristiana, sparse in tuffo il territorio nazionale con interventi in favore dei bambini, dei giovani e delle famiglie; in particolare sono significativi alcuni progetti di partecipazione locale e cittadinanza rivolti a giovani e famiglie sui temi delle dipendenze, sfruttamento del lavoro minorile e in ambito penale.

L’organizzazione “Messaggeri della Pace” di Cuenca
È uno dei fondatori del CONFIE e ha appoggiato il lavoro con persone disabili abbandonate, poiché queste fino a una decina di anni fa erano recluse negli ospedali psichiatrici del paese. Gli interventi verso la popolazione disabile da parte di messaggeri sono rivolti essenzialmente all’accoglienza, vitto, cura psicoterapeutica, riabilitazione, salute, vestiario e tempo libero, e alla cura dell’abitazione.
Da tutta la regione e in modo frequente, si ricevono sollecitazioni e richieste di cura per casi, sempre urgenti, a cui messaggeri non può rispondere, perché non può rispondere degnamente alle esigenze della popolazione disabile che già si trova accolta.
Normalmente, questa cura globale si mantiene col sostegno dell’ente pubblico-privato INNFA (Istituto Nazionale dell’Infanzia e della Famiglia) e con piccole donazioni private. Sebbene questi contributi non coprono tutte le necessità della popolazione disabile in Messaggeri, permettono la sopravvivenza del programma con degli aggiustamenti.
Nel presente anno la situazione finanziaria del programma è passata da insufficiente a catastrofica per il fatto che l’INNFA, fino ad ora, non ha dato un solo centesimo per coprire le spese del programma.
In una tale situazione, il vitto, la salute e le condizioni minime di accoglienza diventano imprescindibili.
Queste è un grido di aiuto che ci richiama alla nostra responsabilità di operatori sociali e solidali.

Il progetto C.N.C.A. – Calabria a sostegno di “Messaggeri della Pace”
Il progetto vuole rispondere, con carattere di urgenza alle necessità fondamentale di alcuni bambini ed adolescenti disabili abbandonato e contribuire con un piano iniziale di sostegno all’accoglienza permanente di questi come azione condivisa tra diversi soggetti.

È rivolto a:
Bambini, bambine, e adolescenti con disabilità fisica e psichica strappati alla strada e alle istituzioni totali.

Obiettivo generale è:
Prendersi cura di bambini, bambine e adolescenti disabili attraverso l’accoglienza in case famiglia.

Cosa si farà:
Con questo progetto di emergenza si copriranno le esigenze basilari di alimentazione e salute dei bambini, bambine e adolescenti disabili nelle 5 case famiglia in Santa Isabel e Cuenca così come per il mantenimento dei tre educatori di casa famiglia.
Al momento, “Messaggeri di Pace” dispone di:
• 4 case famiglia nella tenuta Santa Isabel
• 1 casa famiglia in Cuenca per un totale di 42 bambini, bambine e adolescenti disabili abbandonati e maltrattati in molti casi presentano gravi ritardi mentali, paralisi cerebrali moderata o severa o autismo; questi formano “famiglia” in queste cinque case e altri insieme a altri bambini, accolti; questi a causa del loro abbandono, sono in un nucleo che non accederà ad alcuna adozione o affidamento familiare esterno.

Organizzazione attuatrice
Fondazione Messaggeri della Pace di Cuenca.

Per informazioni
0968.23297 / 462419 / 348.7913800
e chiedere di Emma

Si può condividere questa iniziativa
versando un contributo sul CCB di Banca Etica intestato a
CNCA Internazionale n. 106542 CAB 12100 Abi 05018
specificando la causale “Progetto Cuenca e Santa Isabel”

Progetto Gossace

Il CNCA – Coordinamento Nazionale delle Comunità di accoglienza – è una federazione di 266 gruppi italiani che operano in diverse aree dell’emarginazione, con i problemi legati alle dipendenze, con i minori, con le persone disabili, con le persone malate di aids, ecc. Nello specifico il CNCA lavora per contribuire a realizzare diritti di cittadinanza, solidarietà, sicurezza sociale, welfare municipale, ecc. Ha anche avviato forme di collaborazione in progetti internazionali, dando sostegno a gruppi ed organizzazioni che operano in ambito sociale per lo sviluppo locale dei loro territori nazionali. Gli interventi sono supportati dalla federazione nazionale o da singoli gruppi del Cnca, in rete anche con altre organizzazioni pubbliche e private.

    Attualmente opera:
    • in Ecuador, in collaborazione con il COFIE, un consorzio ecuadoriano che raggruppa circa 25 organizzazioni con interventi in favore dei bambini, dei giovani e delle famiglie sui temi delle dipendenze, dello sfruttamento del lavoro minorile ed in ambito penale;
    • in Uganda, in collaborazione con l’Associazione Bhalobasa e con i missionari africani “Apostoli di Gesù”. L’intento è di sostenere l’organizzazione Gossace, promossa e gestita da persone sieropositive al virus hiv o malate di aids, che opera nel distretto di Mokono.

    L’associazione Gossace, è nata inizialmente come comunità di base e nel 2001 è diventata una organizzazione non governativa, registrata. È stata fondata da persone affette da hiv/aids, pazienti del Nsambya Hospital di Kampala. Gossace attualmente opera nei distretti di Mukono, Kampala e Wakiso.
    L’idea di far nascere Gossace è stata concepita nel 1995 per i crescenti bisogni dei bambini orfani del distretto di Mukono e dei distretti vicini.
    Gossace ha come scopo, l’implementazione delle capacità delle persone infette o affette da hiv/aids nel partecipare attivamente alle iniziative di cura e prevenzione e nel creare reti con altre organizzazioni impegnate in simili programmi.

    Attualmente Gossace accoglie, presso il centro di Golomolo nel distretto di Mukono, 350 bambini rimasti orfani e senza aiuti e speranze, visti errare nei villaggi circostanti e spesso coinvolti in attività illecite.
    Come molti altri paesi dell’Uganda, il distretto di Mukono e quelli vicini non sono stati risparmiati dal flagello dell’hiv, causando molti mali sociali quali il crescere del numero di orfani (più di 2 milioni) senza aiuti e senza il soddisfacimento dei bisogni primari, la riduzione delle forze lavoro in agricoltura e l’aumento delle spese del bilancio familiare per la salute, il tutto con un generale aggravarsi del già drammatico problema della povertà.
    La situazione degli orfani, specialmente nelle zone rurali, sta peggiorando. Il supporto del governo locale per tali bisogni è limitato poiché le poche risorse disponibili sono insufficienti a risolvere i bisogni crescenti.
    I supporti alle persone con hiv/aids ci sono, ma non vi è nessun aiuto a sostegno dei bambini dopo la morte dei loro genitori. Inoltre molte campagne contro l’hiv/aids concentrano le loro iniziative sugli adulti e non sui bambini. In questo contesto, Gossace agisce:
    • Fornendo riparo agli orfani e alle famiglie vittime del virus hiv e agli svantaggiati.
    • Fornendo supporto educativo ai bambini orfani attraverso l’istruzione primaria e la sponsorizzazione di progetti di sostegno a distanza per l’inserimento dei ragazzi in programmi di istruzione secondaria (la maggior parte degli insegnanti sono persone con aids che si sentono chiamate a servire membri della comunità che sono affetti dalla stessa malattia).
    • Con attività di counselling sociale ed emotivo per i bambini affetti da hiv/aids e le loro famiglie.
    • Sensibilizzando sui problemi della salute e sulla prevenzione dell’hiv/aids nelle comunità rurali.
    • Incoraggiando le famigli affette da hiv/aids ad aumentare la produzione di cibo per il consumo familiare e ad iniziare progetti per migliorare il reddito del bilancio familiare.
    • Facilitando i legami con le realtà che possono fornire assistenza tecnica e finanziaria per alleviare, ove possibile, il problema della povertà.
    • Creando collegamenti con i governi locali per uno sviluppo sostenibile.
    • Formando alleanze e reti di organizzazione locali e internazionali per il coinvolgimento in programmi di sviluppo umanitari.

    Insieme all’organizzazione Gossace, il CNCA internazionale ha individuato alcuni prioritari microprogetti da sostenere inizialmente. Essi vengono sostenuti, attraverso raccolte fondi da parte dei gruppi locali del CNCA e da altre organizzazioni pubbliche e private interessate ad essere coinvolte in tali progetti. Le forme di partnership tra organizzazioni, istituzioni e cittadini sono ritenute fondamentali per costruire percorsi di solidarietà a sostegno di programmi di sviluppo locale e di lotta alla povertà.

    

    MICROPROGETTI

    • Microprogetto – Sostegno a distanza per l’istruzione scolastica (piccole borse di studio annuali)
    Con il sostegno a distanza si può garantire ad ogni bambino la possibilità di poter frequentare la scuola o percorsi di formazione professionale.
    Il sostegno a distanza consiste nella quota di:
    114 euro annua per l’istruzione scolastica primaria di un bambino
    164 euro annua per l’istruzione scolastica secondaria di un ragazzo
    Al momento del pagamento del sostegno verrà assegnato un bambino o una bambina con un codice di appartenenza, una scheda anagrafica e una fotografia.

    • Microprogetto – Costruzione di piccole strutture di accoglienza residenziale
    Il Centro Gossace attualmente non dispone delle necessarie strutture diversificate tra casa di accoglienza e laboratori scolastici e/o professionali. Con questo progetto si intende sostenere il completamento di piccole strutture residenziali che permetterebbero di dare accoglienza dignitosa ai bambini.
    Il progetto prevede per il completamento di ciascuna struttura 8 mila euro.

    • Microprogetto – Arredamento delle strutture di accoglienza
    Questo microprogetto prevede la fornitura di letti, materassi, coperte, lenzuola per le strutture di accoglienza dei bambini.
    Il costo per la fornitura ad almeno 100 bambini è di 6 mila euro.

    • Microprogetto – Fornitura di elettricità al centro
    Questo microprogetto mira a mettere in funzione, attraverso pannelli solari, un generatore di energia di corrente elettrica. Attualmente presso il centro non vi è né luce e né possibilità di avere l’acqua calda.
    Il costo del microprogetto è di 9 mila euro.

    • Microprogetti di allevamento per la creazione di piccole imprese di allevamento ed apicoltura tra le famiglie affette da hiv/aids
    Con questa iniziativa si intende supportare famiglie affette da hiv/aids nel migliorare le loro condizioni di vita. I progetti di apicoltura, di allevamento di maiali e capre, di allevamento di polli porterebbero alla creazione di piccole imprese. Le famiglie in tal modo possono sostenersi economicamente, creare reti di solidarietà tra loro e dare un contributo concreto anche al centro che accoglie i bambini orfani.
    Per la realizzazione di ognuno di questi 3 progetti si ha la necessità di un contributo di 2 mila euro.

    • Microprogetto – Servizio navetta con l’ospedale di Kampala
    Acquisto di un mezzo per garantire un servizio di trasporto e collegamento con l’ospedale.
    Per la realizzazione di questo progetto vi è bisogno di un contributo di circa 15 mila euro.

foto

Per informazioni

Marina Galati – 348.7913897 – galatima@c-progettosud.it

Pino La Gamba – 328.8103808 – gilagamba@virgilio.it