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Don Giacomo Panizza all’inaugurazione dell’ anno giudiziario 2023 in Corte d’Appello a Catanzaro

Una mattinata istituzionale, tornata dopo due anni, nella sede del capoluogo calabrese.

WhatsApp Image 2023-01-28 at 13.37.19 (2)La cerimonia è stata presieduta dal Presidente Vicario della Corte di Appello, Dott.ssa Gabriela Reillo, che ha dato l’incipit ai lavori,  rendicontando l’attività del distretto e analizzando la produzione giurisprudenziale, civile e penale dei sette Tribunali circondariali.

A seguire i Rappresentanti degli Organi Istituzionali (Rappresentante del CSM e rappresentante del Ministro della Giustizia), poi il Procuratore Generale ed infine i Rappresentanti dell’Avvocatura.
Tra i rappresentanti dell’Avvocatura prenderà per primo la parola il Presidente dell’Ordine Distrettuale degli Avvocati di Catanzaro, Avv. Antonello Talerico e successivamente il Presidente della Camera Penale di Catanzaro, Avv. Valerio Murgano.

inaugurazione anno giudiziario 2023

Due proposte per la giustizia sociale in Calabria 

“Il mio pensiero è di esprimere due semplici domande sulla giustizia, provenienti da persone desiderose di
vivere una “normale” cittadinanza”. – Da questo incipit, il discorso di Don Giacomo Panizza si snoda tra le domande che diventano riflessioni e proposte.

Una giustizia per il diritto di avere doveri

«La prima richiesta viene dalle persone in difficoltà che premono per ottenere risposte in base a leggi esistenti, che però vengono intralciate da più parti. Sono persone fragili che trovano difficoltà a fruire dei loro diritti essenziali, tra cui ottenere assistenza, educazione, formazione, trasporto, riabilitazione, socializzazione…
Penso agli oltre 23 mila bambini e bambine calcolati in Calabria che presentano difficoltà di apprendimento, di lettura e di espressione. Si tratta di diritti che sono mediati nella loro esecuzione. Dove Enti e Istituzioni non implementano modalità e procedure atte a soddisfare questi diritti… Cosa fa la Giustizia in Calabria?

Penso alla sanità e all’assistenza sociale dove molti diritti non sono diretti ma mediati da interventi, professionisti, attrezzature, organizzazione e altro. Così le scuole di ogni ordine e grado.
Penso alle dipendenze da varie droghe, all’azzardo scambiato per gioco ma compulsivo al punto da venirne coinvolti e sottomessi, in una Regione che non ha recepito tutti i servizi previsti, ad esempio per la doppia diagnosi, le comunità con mamme e bambini, e altri.
Penso al disagio psichiatrico, specie a quando diventa ingestibile dalla persona stessa e dai familiari che si scoprono con pochi aiuti pur avendone diritto sulla carta, ma non sono previsti idonei servizi territoriali intermedi.
Penso alle persone con disabilità o anziane non autosufficienti a vestirsi, lavarsi, passeggiare, e in
solitudine crescente.
Penso soprattutto ai diritti che la Regione Calabria non recepisce nelle sue leggi sociali, non finanzia e nemmeno prevede.

L’esperienza di chi si prende cura di simili situazioni segnala la necessità che la giustizia in generale operi al meglio per la fruizione di questi diritti “imperfetti”, o “condizionati” perché chiamano in gioco leggi, finanziamenti, precise modalità e strumenti, insieme a delle responsabilità istituzionali, sociali, professionali, individuali, e perfino il soggetto fruitore.

Trascurare ciò, fragilizza ulteriormente le persone deboli, e la Sicurezza Pubblica interviene sempre quando il danno è già fatto. Sarà possibile agire prima? Ci si augura che alcune delle sentenze emesse proprio in Calabria pochi mesi fa, possano invertire la rotta.
Infatti, è indispensabile che la Giustizia intervenga per correggere i ritardi e le inefficienze delle Pubbliche Amministrazioni per rendere effettivi quei diritti che rischiano di essere solo diritti sulla carta.

Per questo, per rilanciare il diritto di vivere appieno che spetta a tutte le persone in quanto tali, necessita tirare in ballo anche la Sicurezza Sociale che è precipuamente chiamata a operare in modo che poteri, enti e Istituzioni accompagnino le persone fragili a vivere una vita degna, a fruire dei propri diritti compresa la gratificazione di poter esercitare i propri doveri.

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Una giustizia credibile e partecipata

La seconda proposta viene da associazioni che esprimono la loro cittadinanza in Calabria utilizzando i beni confiscati alle organizzazioni mafiose per fini di solidarietà.
In 134 comuni calabresi, i beni confiscati si traducono in 227 aziende operative mentre 326 sono ferme. Ci sono anche 3.119 beni immobili destinati e altri 1.931 fermi.
L’ultima relazione al Parlamento della DIA ha valutato in 35 miliardi di Euro i 24.693 immobili in Italia che sono in attesa di destinazione. Che fare di tanti immobili così immobilizzati?

Le associazioni di cui parlo sono aggregazioni a motivazione ideale, ambiscono portare la giustizia in una più alta dignità civile, culturale e politica. Sono persuase che i cosiddetti beni tolti ai mafiosi fanno male se li si lascia vuoti e nell’incuria. Domandano fin dove e se sia o no reato lasciarli in uno stato di degrado.


Esse tuttavia si impegnano a corresponsabilizzarsi per unire al meglio paese legale e paese reale. Scongiurano di fare come quei tanti occhi orecchi e bocche che sono rimasti ciechi sordi e muti nei 30 anni di latitanza di Matteo Messina Denaro, perché non vogliono snaturare sé stessi né sottomettersi a qualsivoglia sistema illegale delittuoso. La proposta è la scommessa di impegnarsi per un migliore utilizzo dei beni confiscati, intrecciando differenti soggetti quali lo Stato e le varie Istituzioni, il profit e il non profit, cultura e socialità. Parecchi non sono altro che beni comuni da poter fruire in comune e che si possono trasformare in volano di economia civile.


Sul territorio di ogni comunità, un bene confiscato parla da sé, dice di cittadinanza o di indifferenza, di libertà o di sottomissione, a seconda di come un popolo gli si rapporta. E la credibilità democratica di ogni comunità umana e politica passa anche da qui.».

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Listening Post 2023: quali sono le preoccupazioni e le esperienze all’alba del nuovo anno?

Anche questo anno, l’Associazione Comunità Progetto Sud, ha organizzato e gestito il Listening Post, coordinato da Marina Galati e Isabella Saraceni, con il supporto organizzativo e tecnico di Claudia Caruso.
Il Listening, che l’Associazione gestisce da 20 anni, si è svolto in modalità online il 17 gennaio u.s., sotto l’attenta guida dell’OPUS – an Organisation for Promoting Understanding of Society (Organizzazione per la promozione e la comprensione della società), promotrice di questo metodo di studio utile a leggere e comprendere la società.

I Listening Post – in italiano diremmo luoghi di ascolto – sono incontri regolari tra persone che scattano una istantanea della società in un particolare momento nel tempo. Una delle caratteristiche di questi gruppi focus, è che le persone che vengono invitate a prenderne parte, sono ciascuna rappresentativa di ruoli diversi della società. Esse, infatti, rappresentano ruoli sociali, familiari, professionali, culturali, ecc., che sono presenti nella quotidianità della vita delle persone e che, durante il Listening, giocano un ruolo importante nella riflessione.

Nello studiare, dunque, il comportamento del sistema sociale più ampio che è rappresentato dalla società, le idee e le riflessioni che emergono dal gruppo, di fatto, andranno ad esprimere inconsciamente alcune delle caratteristiche della società e queste saranno distinguibili dai temi e dai modelli che emergeranno dalla discussione.

Il Listening Post viene svolto ogni anno e sempre all’inizio del nuovo anno in oltre 30 Paesi nel mondo, come per esempio: Argentina, Brasile, USA, Inghilterra, Germania, Irlanda, Sud Africa, Taiwan, ecc. E ovunque inizia con una domanda “Quali sono le preoccupazioni e le esperienze all’alba del nuovo anno?”. Da questo interrogativo si
avvia la discussione e ogni partecipante esprime il suo pensiero e la sua riflessione.

Dapprima, il gruppo è impacciato, timoroso, spaesato, dato l’essere estrani l’uno per gli altri, poi, superato l’imbarazzo, il Listening prende vita con un continuo scambio di riflessioni, pensieri, idee, sollecitazioni, creando in ciascuno interessanti suggestioni e desiderio di voler aggiungere sempre qualcosa in più.

Alla fine di ogni incontro, che solitamente dura 3 ore, viene realizzato un report che confluirà, con tutti i report degli altri Paesi, nel Global Report che l’OPUS presenta ed espone ogni anno sul proprio sito http://www.opus.org.uk , al cui interno vengono riportate le tematiche che emergono dai gruppi e le ipotesi del perché quelle tematiche sono emerse in questo preciso momento storico.

Quello che è certo, è che tutto ciò che emerge, di fatto è elemento che influenza il mondo; le idee delle persone e il loro modo di pensare influenzano i comportamenti con cui si agisce sugli ambienti esterni e ciò produce cambiamento.

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Gestione beni confiscati alle mafie: la proposta della Fondazione CON IL SUD

Giovedì 26 gennaio 2023 ore 11:30, Oasi Bartolomea, Lamezia Terme (CZ)

si svolgerà a Lamezia Terme, nel salone dell’Oasi Bartolomea, su Via del Progresso, il secondo incontro sulla gestione dei beni confiscati voluto da fondazione CON IL SUD.

Un tour partito lo scorso 22 novembre da Napoli  e che mette al centro il l’ascolto e il confronto sull’attualità, sulle problematiche, i progetti presenti e le proposte future insieme ai gestori di beni confiscati alle mafie del territorio calabrese.

L’incontro è organizzato dal Forum Terzo Settore Calabria con Fondazione CON IL SUD e Comunità Progetto Sud.

Programma dell’ incontro:

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Una carta dei valori da condividere con il settore agricolo calabrese

GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2022 | ORE 15:30 | SALA SINTONIA | VIA REILLO, 5 | LAMEZIA TERME (CZ)

 Una tavola rotonda per condividere azioni e finalità che coniugano il mondo dell’agricoltura con sicurezza e diritti sul lavoro, ambiente, qualità del prodotto e sviluppo del territorio e che nasce in seno alle azioni del progetto “Resto in campo” – Percorsi di Diritti per Migranti” – P.I.U. Su.Pr.Eme. – Percorsi individualizzati di uscita dallo sfruttamento, finanziato con FSE PON Inclusione 2014 -2020, attivo in Calabria grazie ad un partenariato regionale ampio di cui è capofila la Comunità Progetto Sud.

L’incontro – presentazione della “Carta dei valori etici in agricoltura” si terrà giovedì 19 gennaio alle ore 15:30 a Lamezia Terme, in Sala Sintonia, al civico 5 di via Reillo, alla presenza dei rappresentanti delle associazioni e cooperative proponenti, di esponenti delle parti sociali, del mondo della ricerca e dell’ Università.

All’ incontro, interverranno: Marina GALATI, Direttrice Comunità Progetto Sud e Direttrice del Progetto “Resto in Campo – Percorsi di Diritti per Migranti”; Vincenzo LINARELLO, Presidente di GOEL- Gruppo Cooperativo; Federica PIETRAMALA, Segretaria regionale FLAI – CGIL; Maria Chiara FERRARESE, Vice Direttrice CSQA.

A seguire:

Presentazione del progetto a cura del gruppo di lavoro e confronto con il pubblico presente.

Locandina per sito _resto in campo——————————

Progetto “Resto in Campo – Percorsi di Diritti per Migranti” – P.I.U. Su.Pr.Eme. – Percorsi individualizzati di uscita dallo sfruttamento, finanziato con FSE PON Inclusione 2014 -2020 – CUP B35B19000250006 | Azione WP 5 Task 5 – Incentivi per l’emersione e lo sviluppo di imprese etiche.

Finalità generali del progetto: Resto in Campo – Percorsi di Diritti per Migranti – P.I.U. Su.Pr.Eme.

Innescare sistemi virtuosi e promuovere condizioni di regolarità lavorativa attraverso l’attuazione di servizi che favoriscano l’emersione, la presa incarico delle vittime e/o potenziali di sfruttamento e al loro inserimento/reinserimento socio lavorativo; attivare percorsi di accompagnamento e di riqualificazione che consentano l’acquisizione di competenze spendibili nel settore di riferimento: sono questi gli obiettivi primari di Resto in Campo – Percorsi di Diritti per Migranti – P.I.U. SU.PR.EME. progetto che mira a realizzare azioni di sistema interregionale mettendo in atto delle misure indirizzate all’integrazione socio lavorativa di persone migranti come prevenzione e contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato.

Il progetto è attivo sulle tre piane calabresi: Sibari, Gioia Tauro e Lamezia Terme, ed estende l’ attenzione anche a  quelli che sono definiti “nuovi territori di sfruttamento”: la costa jonica reggina, quella catanzarese e altre aree come Crotone, Cutro, la Sila e la Valle del Crati.

 

IL VIDEO

Per saperne di più: resto-in-campo

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RESTO IN CAMPO 2

Resto in Campo: Percorsi di Diritti Migranti

Innescare sistemi virtuosi e promuovere condizioni di regolarità lavorativa attraverso l’attuazione di servizi che favoriscano l’emersione, la presa incarico delle vittime e/o potenziali di sfruttamento e al loro inserimento/reinserimento socio lavorativo; attivare percorsi di accompagnamento e di riqualificazione che consentano l’acquisizione di competenze spendibili nel settore di riferimento: sono questi gli obiettivi primari di Resto in Campo – Percorsi di Diritti per Migranti – P.I.U. SU.PR.EME. progetto che mira a realizzare azioni di sistema interregionale mettendo in atto delle misure indirizzate all’integrazione socio lavorativa di persone migranti come prevenzione e contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato.

 
«L’ obiettivo principale di Resto in campo è realizzare azioni di sistema volte ad integrare e rafforzare le iniziative già esistenti nell’ambito della prevenzione, emersione e contrasto dello sfruttamento lavorativo e del lavoro irregolare – dice Marina Galati, direttrice del progetto – con un processo capace di mettere a sistema un’azione cooperativa e co-progettata tra i diversi territori della nostra regione».
 
Il progetto, infatti, è attivo sulle tre piane calabresi: Sibari, Gioia Tauro e Lamezia Terme, ed estende l’ attenzione anche a  quelli che sono definiti “nuovi territori di sfruttamento”: la costa jonica reggina, quella catanzarese e altre aree come Crotone, Cutro, la Sila e la Valle del Crati. 
 
«Dal tema dell’emergenza abitativa, al lavoro, alla formazione che mette in relazione lavoratori e imprese – chiude la Galati – il progetto tocca molti degli aspetti della vita sociale delle persone che provengono da Paesi terzi che vivono regolarmente in Italia.  Resto in Campo attiva , quindi, interventi multidisciplinari per rispondere efficacemente alla complessità dei bisogni dei destinatari progettando azioni personalizzate e flessibili con ogni singola persona.  Ci aspettiamo risultati importanti sia in termini di monitoraggio che di azione concrete, grazie alla rete attivata nell’ambito del progetto che conta di un partenariato largo e competente, già attivo sui temi della migrazione, e in particolare della prevenzione, del contrasto e dell’emersione dello sfruttamento lavorativo».

Marina Galati

Marina Galati, ph Maria Pia Tucci

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IL PROGETTO

Resto in Campo si svolge su tutto il territorio calabrese e agisce grazie ad una rete di partenariato vasta costituita da dieci partner, che vede come ente capofila la Regione Puglia, mentre il partner di progetto è la Regione Calabria, che ha affidato il coordinamento del partenariato degli enti no-profit all’ Associazione Comunità Progetto Sud Onlus.

Il progetto è realizzato nell’ambito di P.I.U. SU.PR.EME., promosso e co-finanziato dalla Direzione Generale Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal PON “Inclusione” FSE 2014/2020 ASSE III e si inserisce nell’ambito del Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato.

Partner del progetto sono:

l’Associazione Mago Merlino, la Cooperativa Sociale Il Delta, la Cooperativa Sociale Strade di Casa, la Cooperativa Sociale Noemi, l’Associazione C.I.D.I.S. Onlus, la Fondazione Città Solidale, il Consorzio Sociale Goel, l’Associazione Piccola Opera Giovanni Paolo Onlus, la FLAI-CGIL Calabria.

Per approfondire Resto in campo

 

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Bando Servizio Civile Universale

E’ stato pubblicato il Bando il bando per la selezione di 71.550 operatori volontari da impiegare in progetti afferenti a programmi di intervento di Servizio civile universale da realizzarsi in Italia e all’estero.

Fino alle ore 14.00 di venerdì 10 febbraio 2023 è possibile presentare domanda di partecipazione ad uno dei 15 progetti del CNCA che si realizzeranno tra il 2023 e il 2024 su tutto il territorio nazionale e all’estero.

Potranno presentare domanda i giovani (italiani e non, purché europei o regolarmente soggiornanti in Italia), che hanno compiuto il diciottesimo e non superato il ventinovesimo anno di età (28 anni e 364 giorni) alla data di presentazione della domanda.

I progetti avranno tutti durata pari a 12 mesi con un’articolazione oraria di 25 ore di servizio settimanali, sia per i progetti in Italia sia per i progetti all’estero.

Nei progetti sono indicate le sedi ed il numero di volontari da selezionare per ciascuna sede, con l’indicazione, ove previsto, dei posti con riserva GMO (Giovani con minori opportunità) con l’ISEE inferiore a 15mila euro.

Modalità di presentazione delle domande

È possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto di Servizio civile da scegliere tra i progetti inseriti nel bando pena l’esclusione dalla partecipazione a tutti i progetti.

Gli aspiranti operatori volontari dovranno presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it.

Le domande di partecipazione devono essere presentate entro e non oltre le ore 14.00 del 10 febbraio 2023.

Oltre tale termine il sistema non consentirà la presentazione delle domande. Le domande trasmesse con modalità diverse non saranno prese in considerazione.

 

Il giorno successivo alla presentazione della domanda, il sistema di protocollo del Dipartimento invia al candidato, tramite posta elettronica, la ricevuta di attestazione della presentazione con il numero di protocollo e la data e l’orario di presentazione della domanda stessa. In caso di errata compilazione, è consentito annullare la propria domanda e presentarne una nuova fino alle ore 14.00 del giorno precedente a quello di scadenza del presente bando (9 febbraio 2023).

Per accedere ai servizi di compilazione e presentazione domanda sulla piattaforma DOL occorre che il candidato sia riconosciuto dal sistema.

– I cittadini italiani residenti in Italia o all’estero possono accedervi esclusivamente con SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Sul sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale www.agid.gov.it/it/piattaforme/spid sono disponibili tutte le informazioni su cosa è SPID, quali servizi offre e come si richiede. Per la Domanda On-Line di Servizio civile occorrono credenziali SPID di livello di sicurezza 2.

– I cittadini di Paesi appartenenti all’Unione europea e gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, se non avessero la disponibilità di acquisire lo SPID, potranno accedere ai servizi della piattaforma DOL attraverso apposite credenziali da richiedere al Dipartimento, secondo una procedura disponibile sulla home page della piattaforma stessa.

I cittadini non appartenenti all’Unione europea regolarmente soggiornanti in Italia, al momento della richiesta delle credenziali per la presentazione della domanda on-line, devono obbligatoriamente allegare, oltre ad un documento di identità valido, anche il permesso di soggiorno in corso di validità o la richiesta di rilascio/rinnovo dello stesso.

Per partecipare alla selezione, come previsto dall’articolo 14 del decreto legislativo 6 marzo2017, n. 40, è richiesto al giovane il possesso dei seguenti requisiti:

a) cittadinanza italiana, oppure di uno degli altri Stati membri dell’Unione Europea, oppure di un Paese extra Unione Europea purché il candidato sia regolarmente soggiornante in Italia;

b) aver compiuto il diciottesimo anno di età e non aver superato il ventottesimo anno di età (28 anni e 364 giorni) alla data di presentazione della domanda;

c) non aver riportato condanna, anche non definitiva, alla pena della reclusione superiore ad un armo per delitto non colposo oppure ad una pena, anche di entità inferiore, per un delitto contro la persona o concernente detenzione, uso, porto, trasporto, importazione o esportazione illecita di armi o materie esplodenti, oppure per delitti riguardanti l’appartenenza o il favoreggiamento a gruppi eversivi, terroristici o di criminalità organizzata.

Possono presentare domanda di partecipazione i giovani che, fermo restando il possesso dei requisiti di cui all’articolo 2:

– nel corso del 2020/2021, a causa degli effetti delle situazioni di rischio legate all’emergenza epidemiologica da Covid-19 e/o legate alla sicurezza di alcuni Paesi esteri di destinazione, abbiano interrotto il servizio volontariamente o perché il progetto in cui erano impegnati è stato definitivamente interrotto dall’ente, a condizione che il periodo del servizio prestato non sia stato superiore a sei mesi;

– abbiano interrotto il Servizio civile a conclusione di un procedimento sanzionatorio a carico dell’ente che ha causato la revoca del progetto, oppure a causa di chiusura del progetto 0 della sede di attuazione su richiesta motivata dell’ente, a condizione che, in tutti i casi, il periodo del servizio prestato non sia stato superiore a sei mesi;

– abbiano interrotto il Servizio civile universale a causa del superamento dei giorni di malattia previsti, a condizione che il periodo del servizio prestato non sia stato superiore a sei mesi;

– abbiano già prestato servizio in un progetto finanziato dal PON-IOG “Garanzia Giovani”. L’avvio in servizio per lo svolgimento del nuovo progetto è subordinato all’aver regolarmente concluso il progetto finanziato dal PON-IOG “Garanzia Giovani”;

– abbiano già svolto il Servizio civile nell’ambito del progetto sperimentale europeo International Volunteering  Opportunities far Ali o nell’ambito dei progetti per i Corpi civili di pace;

– abbiano già svolto il “servizio civile regionale” ossia un servizio istituito con una legge regionale o di una provincia autonoma;

– nel corso del 2021 siano stati avviati in servizio per la partecipazione ad un progetto finanziato dal PON-IOG “Garanzia Giovani” e successivamente, a seguito di verifiche effettuate dal Dipartimento, esclusi per mancanza del possesso dei requisiti aggiuntivi.

Non possono presentare domanda i giovani che:

– appartengano ai corpi militari e alle forze di polizia;

– abbiano interrotto un progetto di servizio civile universale, digitale, ambientale o finanziato dal PON-IOG “Garanzia Giovani” prima della scadenza prevista ed intendano nuovamente candidarsi ad uno dei progetti contemplati nel presente bando;

– intrattengano, all’atto della pubblicazione del presente bando, con l’ente titolare del progetto rapporti di lavoro/di collaborazione retribuita a qualunque titolo, oppure abbiano avuto tali rapporti di durata superiore a tre mesi nei 12 mesi precedenti la data di pubblicazione del bando; in tali fattispecie sono ricompresi anche gli stage retribuiti.

Per svolgere il Servizio Civile presso Comunità Progetto Sud nei Settori Disabilità, Immigrazione e Dipendenze Consulta l’elenco qui  [elenco]

Per conoscere i referenti territoriali in ogni sede locale di attuazione per avere informazioni dettagliate: clicca qui.

Consulta l’elenco dei referenti per avere informazioni sui progetti con riserva di posti: clicca qui

Consulta l’elenco dei referenti territoriali per le sedi estero: clicca qui

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Un “azzardato” regalo di Natale

di don Giacomo Panizza
Il Consiglio Regionale della Calabria ha in cantiere un insidioso regalo di Natale. Come quello del cavallo di Troia. Ci ha provato mettendo all’ordine del giorno un “ritocco” alla legge riguardante “Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della’ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza”, però ha evitato di spiegare che la modifica avrebbe riguardato il tema dell’usura e del gioco d’azzardo patologico. La maggioranza si è ritrovata senza numeri per il voto valido.
Non fa meraviglia che, per poco ascolto e molta fretta, il testo enunci nemmeno una volta ciò che propone. Titola “Modifiche all’articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9, ne ripete a iosa la bella intestazione sopra citata e non riporta mai che si tratta degli “Interventi per la prevenzione dell’usura connessa al gioco d’azzardo patologico.
Non è cosa da poco. Il pasticcio di «le parole … i commi 2 e 3 … i numeri dell’art. 16, sono sostituiti da …» occulta i problemi dell’usura e del gioco d’azzardo patologico su cui ci sarebbe invece da scrivere molto in chiaro.
Perché modificare proprio e solo questo articolo? A chi giova? Perché il Consiglio regionale della Calabria dovrebbe scaricare le responsabilità generali su comuni, sindaci e popolazione in genere riguardanti la prevenzione dell’usura connessa al gioco d’azzardo patologico? Conosciamo che si tratta di problematiche economiche e finanziarie, sanitarie ed etiche, nondimeno anche sociali e politiche!
Affidare senza vincoli né indirizzi regionali a ogni singolo sindaco le modalità di autorizzazioni, gli
orari di apertura, rallentare i distanziamenti già previsti di almeno 500 metri tra le sale slot e i luoghi di aggregazione giovanile e non solo, da scuole, chiese, bancomat, ecc., è decisione sconsiderata.
Perché non contrastare l’usura nelle sue varie modalità, compresa quella causata dai debiti da gioco d’azzardo patologico?
È notorio che le organizzazioni criminali hanno interessi in materia, mentre soccombono le persone, le famiglie, i servizi sociali e sanitari del territorio.
Ricordo che i dati ufficiali annotano che in Calabria nel 2021 sono stati “giocati” legalmente d’azzardo più di quattro miliardi di euro (4.205.993.451,89).  E mancano quelli dei circuiti illegali.
Se c’è bisogno di un approfondimento della legge di quattro anni fa, dovrà essere solo migliorativo, e non un espediente per (s)caricare certi problemi su sindaci, persone in difficoltà, famiglie a rischio di andare in rovina.
Il gioco patologico non è una puntata al lotto o la tombolata natalizia, è raffiche di puntate compulsive pagate alle macchinette e ai computer, è un non-gioco solitario deleterio anche per la società.
Non conosco i motivi per cui il 28 novembre scorso sono venuti a mancare i numeri per legiferare. Ma è stato meglio, e mi auguro che non venga rimessa all’ordine del giorno nel prossimo Consiglio previsto il 12 dicembre perché si tratta di una proposta dannosa.
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Ermergenza Ucraina: attiva a Lamezia Terme raccolta indumenti

I comuni, le associazioni e gli esponenti della società civile ucraini che il MEAN (Movimento Europeo di Azione Nonviolenta) ha incontrato nei diversi viaggi fatti in Ucraina da maggio ad ottobre 2022, hanno lanciato una richiesta di aiuto concreto e urgente per affrontare l’inverno rigido che è già cominciato.

Serve aiuto, serve prendere in carico il freddo, il buio di questo “inverno ucraino” che sta mettendo in ginocchio la popolazione colpita dalla guerra.

 

La Comunità Progetto Sud, parte attiva del MEAN ha organizzato a Lamezia Terme, in coordinamento con la Caritas Diocesana una raccolta di beni primari per sostenere le persone e i comuni che in Ucraina sono vittime non solo delle bombe ma anche di una nuova forma di holodomor, la “riduzione alla fame”, che l’aggressione russa sta infliggendo loro.

DOVE DONARE:

Il punto di raccolta è il complesso interparrocchiale di San Benedetto, nei locali Caritas di Via Sen. Arturo Perugini, aperto dall’ 1 al 15 dicembre nei giorni feriali, dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15 alle 17.

COSA DONARE:

coperte calde e indumenti invernali nuovi o seminuovi incellofanati tra simili,
ovvero: cappotti, giacche, pantaloni, maglioni, pigiami caldi, e asciugamani grandi e piccoli per il bagno.

PER INFORMAZIONI: Cell. 320 0873966.

Sul sito www.projectmean.it sarà possibile consultare, in tempo reale, la lista dei fabbisogni che sarà aggiornata progressivamente all’arrivo degli aiuti raccolti.

Il MEAN, inoltre, ha organizzato un gruppo di lavoro con architetti e ingegneri italiani – coordinati da Mario Cucinella – per la realizzazione di “stanze climatiche”, strutture-rifugi diurni in cui le persone possono trovare ristoro e riscaldarsi.
Per questo motivo, è stata avviata una raccolta fondi per sostenere le spese necessarie alla realizzazione delle strutture.

Le donazioni possono essere effettuate su questo conto corrente dedicato:
Progetto MEAN-Consorzio Sale della Terra
Iban IT43M0501803400000017167636
Causale: Emergenza inverno Ucraina

foto in evidenza di Luca Daniele

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Lavora con noi

A partire da oggi 28 novembre 2022 con scadenza il 31 gennaio 2023 la Comunità Progetto Sud indice quattro call di ricerca personale.

Figure specializzate da inquadrare con le seguenti tipologie di contratto di lavoro:
CCNL UNEBA
CCNL ARIS (sanità privata)
o collaborazione professionale (con partita IVA)
Le figure che cerchiamo sono:
TNPEE – terapista neuropsicomotricità età evolutiva
-Logopedista
-Tecnici della riabilitazione psichiatrica
-Educatore professionale (classe di Laurea SNT2 – DM 520/98)

Il CV può essere inoltrato seguendo il modulo al link lavora con noi
selezionando dalla tendina che si apre alla voce *Ti proponi per il seguente settore la voce*: disabilità

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La mobilitazione di Ip Ip Urrà per i diritti dei bambini

#lasciatecigiocareinpace: da Lamezia Terme  a Bergamo a Messina, passando per Genova, Moncalieri, Pioltello,Firenze, Roma, Napoli e Lecce è stato questo lo slogan della rete nazionale di IP IP Urrà – Infanzia Prima (progetto è selezionato da impresa sociale Con i bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà
educativa minorile) per la giornata internazionale dei diritti dei bambini 2022.

A Lamezia Terme il luogo d’ incontro è stato Sala Sintonia e anche le altre città hanno scelto luoghi informali o di cultura sociale per incontrarsi. Laboratori per le mamme e per i bambini hanno animato un  pomeriggio denso di significato, soprattutto perché condiviso con una rete nazionale che si delinea sempre più come opportunità di welfare condiviso e di politiche inclusive su un tema di estrema urgenza e che condiziona presente e futuro delle nostre comunità.

«Lavoriamo a diretto contatto soprattutto con chi arriva da Paesi poveri o è in condizione di marginalità- dicono le operatrici di Ip Ip Urrà-con mamme migranti che vivono a Lamezia e che, prevalentemente,  sono sole con i loro figli minori che abbracciano la fascia d’età della prima infanzia». «IL tema centrale sono stati la Pace e il gioco come diritti inalienabili – continuano – e loro sostenibilità , abbiamo costruito una lunga catena che ha attraversato l’ Italia,  fatta di di pensieri e preghiere incisa su bandierine colorate, realizzate durante la preparazione di questa giornata». «La consapevolezza  – concludono – è quella che chi arriva spesso non conosce i propri diritti perché i luoghi di provenienza si reggono su regole diverse dalle nostre, abbattere ostacoli di questo tipo significa porre le basi per un giusto inserimento scolastico per i più piccoli e di conseguenza un corretto riconoscimento del posizionamento del nucleo familiare».

TGRCalabria il servizio andato in onda nell’edizione del giorno del 17 novembre

«Il tema dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza resta centrale nel nostro Paese – dichiara Barbara Pierro, coordinatrice del progetto Ip Ip Urrà – Infanzia Prima – e nel mondo attraversato purtroppo
da guerre, pandemia e crisi di giustizia. A farne le spese sono i più piccoli e gli adolescenti su cui gravano gli effetti peggiori di questo clima di ingiustizie diffuso. L’ aumento della povertà educativa e delle disuguaglianze in termini di apprendimenti formali e informali di qualità, con un maggiore isolamento di famiglie e bambini sono alcune delle conseguenze su cui cerchiamo di intervenire tempestivamente, ma è necessario costruire una visione di città/paese e di educazione che metta al centro i più piccoli/e – conclude Pierro – e garantisca loro città a misura di famiglie, bambini/e e adolescenti, il diritto ad una crescita armoniosa e serena e soprattutto il diritto a giocare
in pace».

Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org.