cantieri di salute in calabria

Cantieri di salute in Calabria

«Il futuro inizia sempre con un cantiere». Con questa citazione, Comunità Competente Calabria, nata per favorire l’attuazione di una riforma etica ed organizzativa della Sanità Calabrese attraverso la partecipazione, lancia dal profilo Comunità Progetto Sud della piattaforma change.org, una nuova raccolta firme.

Le richieste di sicurezza per i cantieri aperti che riguardano i nuovi presidi ospedalieri in Calabria sono indirizzate al Ministro degli Interni Matteo Piantedosi  e al Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.

«In certi territori – scrivono – come anche in Calabria,  pensare al cantiere come inizio di futuro, può significare ’ndrangheta o altre mafie, intimidazioni e malaffare che cittadini e cittadine perbene non possono tollerare! Il ripetersi di incendi al cantiere del Nuovo Ospedale della Sibaritide, che finalmente aveva ripreso a lavorare, sono ancora più odiosi perché l’ospedale è il luogo della speranza della cura, della gioia di una nascita, della accoglienza a chi soffre; ritardare o peggio ostacolarne la costruzione è un crimine verso la comunità che rischia di venire costretta ad assistere passivamente.

Non è per caso che i componenti di “Comunità Competente”, a fianco di altre e tante persone e associazioni, vogliamo nuovi e ben funzionanti ospedali!

Pertanto, come calabresi spesso costretti a curarsi fuori Regione per carenza di Presidi Ospedalieri che pagano annualmente oltre 120 milioni di euro perché la sanità regionale è in regime commissariale; perché la salute è un bene comune del cui diritto nessuno può privarci,
chiediamo al Ministro degli Interni Matteo Piantedosi di attivarsi per garantire la sicurezza del cantiere del Nuovo Ospedale della Sibaritide, e al Presidente Roberto Occhiuto, in qualità di Commissario ad acta della sanità, di istituire una Cabina di regia con i rappresentanti delle Istituzioni locali, del Volontariato e delle Forze sociali che monitorino l’andamento dei lavori.

Chiediamo, inoltre, al Presidente Occhiuto – per come Comunità Competente ha scritto più di quattro anni fa – di attivare presso le Aziende Sanitarie tutti gli “organismi di partecipazione previsti dagli articoli 1/ 11/ 13 della legge 833/1978, dall’articolo 14 del Decreto legislativo  502/1992 e dall’articolo 1 del Decreto Legislativo 33/2013 perché la “partecipazione attiva il  controllo sociale che è una risorsa per garantire la qualità delle prestazioni erogate ed impedire la pervasività della ’ndrangheta e della corruzione». (Per una sanità partecipata, settembre 2021 pag. 33).

Hanno già firmato la petizione: Giacomo Panizza; Rubens Curia; Stefania Marino; Francesco Costantino; Marina Galati; Tonino Perna;
Adriana Deluca; Domenico Posterino; Giacomina Durante; Piero Piersante; Nunzia Coppedè; Francesco Martino; Maria Teresa Facciolà; Stefania Fratto; Alessandra Polimeno; Andrea Casile; Daniela Diano; Vincenzo Linarello; Giorgio Marcello.

Firma la petizione

sant’eufemia golfo lamezia

EUFEMIA. Petali. La newsletter di giugno 2025

EUFEMIA

La curatrice a chi legge. Di Maria Pia Tucci

«Anche le città credono d’essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura. Di una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda».

É il 1972 quando Italo Calvino consegna alla letteratura e al mondo “Le città invisibili”.

Dialogo, viaggio, immaginario. Aspirazioni. Città come filosofie incantante di necessità e virtù.

Ma cosa sono oggi le città? Quali sono le domande di chi le abita e chi è il moderno Marco Polo e chi il Kublai Khan? quali le sfide, la memoria e gli scambi?

Quello che è certo è che tra le città dello scrittore italiano nato a Cuba, c’è “Eufemia” dove «Non solo a vendere e a comprare si viene ad Eufemia… E tu sai che nel lungo viaggio che ti attende, quando per restare sveglio al dondolio del cammello o della giunca ci si mette a ripensare tutti i propri ricordi a uno a uno, il tuo lupo sarà diventato un altro lupo, tua sorella una sorella diversa, la tua battaglia altre battaglie, al ritorno da Eufemia, la città in cui ci si scambia la memoria a ogni solstizio e a ogni equinozio».

La Città Lamezia è Eufemia, Nicastro, Sambiase.

Una città che a giugno si è interrogata e ha fatto esercizio di memoria e libertà partecipando a Trame.14 Festival dei libri sulle mafie, una Città ha scelto il nuovo Sindaco. Ed è in questa Città, e oltre, che la Comunità Progetto Sud, mentre si avvia al suo mezzo secolo con nuove visioni e altri progetti, coltiva  le sue reti e sta nel mondo.

Giornata contro le droghe. Panizza: “Uscire dalla tossicodipendenza è saper dire no e pronunciare invece un sì alla vita”

Il viaggio verso Roma per l’udienza di Papa Leone XIV, di Roberto Gatto, Responsabile dell’area dipendenze della Comunità Progetto Sud, con un gruppo di ospiti della Comunità Terapeutica Fandango ha il calore dell’ascolto e del blu che illumina il Colosseo con una grande scritta: No alla Droga. (foto in evidenza dal webwww.politicheantidroga.gov.it)

“Difficile uscirne da solo”, “Facile cadere in un circuito sbagliato quando si frequentano giri dove si fa consumo di droghe e di cocaina”. Parlano così alcuni ospiti della Comunità Fandango a Lamezia Terme. L’obiettivo è lasciare una testimonianza di un percorso di uscita ma che faccia anche da prevenzione.

Intanto i dati riferiti al 2024 e diffusi nella Relazione annuale al Parlamento 2025 sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia dicono che il “consumo di sostanze tra i giovani è leggermente diminuito rispetto al 2023, mentre emergono nuove sfide per la salute pubblica e la sicurezza, legate a una trasformazione qualitativa del mercato degli stupefacenti, alla diversificazione dell’offerta e alla permanenza sul mercato italiano delle Nuove Sostanze Psicoattive (NPS)”.

“L’intensificazione del lavoro rispetto ad anni passati non ha cercato modifiche legislative, ma si è realizzata sul piano della prevenzione, della cura e del recupero” scrive il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche antidroga, Alfredo Mantovano, nella prefazione della relazione inviata ai Presidenti di Senato e Camera come ogni anno in coincidenza della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga (26 giugno), istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1987.
Difficoltà sociali, mancanza di lavoro e problemi socio-educativi. “Il non senso della vita e della chiusura dei significati” dice don Giacomo Panizza nelle interviste radio e tv che sono andate in onda nei Tg della Rai regionale Calabria. “Uscire dalla tossicodipendenza è saper dire no  alle dipendenze, pronunciare invece un alla vita. 
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I dati diffusi dicono che si muore ancora di cocaina: il 35% dei decessi direttamente accertati per intossicazione acuta letale è stato attribuito a questa sostanza, percentuale che risulta in progressivo aumento nel corso degli anni e che ha raggiunto, proprio nel 2024, il suo massimo storico. La cannabis resta la sostanza psicoattiva più diffusa in Italia: sono a essa riconducibili il 77% delle segnalazioni da parte delle forze di polizia per uso personale (dato stabile) e il 37% delle denunce per spaccio (in lieve calo rispetto al 2023).

Allerta per nuove Sostanze Psicoattive. Nel 2024, il Sistema Nazionale di Allerta Rapida per le Droghe (NEWS-D) che ha gestito, in totale, 437 segnalazioni, ha identificato 79 Nuove Sostanze Psicoattive circolanti sul territorio nazionale. Il 32% delle segnalazioni dall’Italia ha interessato sostanze d’abuso classiche, già inserite nelle tabelle del Testo unico sugli stupefacenti. Di particolare rilievo le segnalazioni di sequestri della “cocaina rosa”, una combinazione di MDMA e ketamina generalmente sotto forma di polvere di colore rosa, nella quale possono essere presenti anche altre sostanze psicoattive e agenti di taglio.

Altro dato preoccupante, soprattutto tra i giovanissimi, è l’abuso di antidepressivi senza prescrizione. A partire dal 2021, inoltre,
si è registrato un incremento costante nel consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica tra i giovani. Questa tendenza ha raggiunto, nel 2024, i valori più alti di sempre: se la stima è di 510 mila studenti di 15-19 anni che hanno fatto uso di queste sostanze senza prescrizione nel corso della vita, nella fascia 15-18 anni non ancora compiuti sarebbero 180 mila ad averne fatto uso solo nell’ultimo anno (il 12% del totale di quella fascia di età), con una prevalenza più che doppia tra le studentesse.

Gioco d’azzardo e nuove dipendenze digitali. A destare preoccupazione – si legge ancora nel report –  è anche la tendenza in crescita al gioco d’azzardo tra i giovani: circa 1milione e 530 mila ragazzi, pari a circa il 62% degli studenti, riferisce di aver giocato d’azzardo almeno una volta nella vita, mentre oltre 1milione e 420 mila ragazzi lo hanno fatto nell’ultimo anno, facendo registrare nel 2024 il dato più alto di sempre. Anche il mondo dei videogiochi rappresenta criticità per molti ragazzi: più di 290 mila studenti minorenni hanno mostrato nel 2024 comportamenti a rischio con i videogame, spesso associati a reazioni emotive forti quando era preclusa loro la possibilità di giocare. Per quanto riguarda l’uso di Internet, invece, nel 2024 oltre 320 mila studenti hanno fatto un uso problematico del web, trascurando gli amici o perdendo ore di sonno per rimanere connessi, manifestando cattivo umore quando non era possibile avere accesso alla rete. Una percentuale, quest’ultima, cresciuta nel periodo post-pandemia e rimasta stabile fino a oggi.

angela regio

Il Terzo Settore e la Città

Welfare, amministrazione condivisa, economia sociale. Sussidiarietà orizzontale e innovazione nei processi di adattamento ai cambiamenti sociali e culturali. Nuove urgenze: giovani, popolazione che invecchia e servizi socio-sanitari. Dialogo e analisi di bisogni. Ma anche buone prassi e co-progettazione che funziona e dimostra risultati.

Per seguire quel filo che Calvino ha trasportato nell’ immaginario de “Le città invisibili” dove ogni città si confronta con i suoi abitanti, con sé stessa e con le proprie aspirazioni, il Forum del Terzo Settore del Lametino e del Reventino ha chiesto e parlato alla Città e ai Candidati alla vigilia delle elezioni che tra primo turno e ballottaggio hanno eletto, lo scorso 10 giugno Mario Murone nuovo Sindaco di Lamezia Terme.

Angela Regio (in foto), socia dell’Associazione Comunità Progetto Sud e Portavoce del Forum del terzo settore del lametino e del Reventino, ha messo sul tavolo temi cruciali non solo per la vita dei molti in condizione di fragilità, ma per un’intera collettività che se cresce, cresce insieme.

Quali sono le considerazioni e le sollecitazioni sociali alla politica della terza città della Calabria?  

«La sollecitazione più importante che abbiamo voluto lanciare ai politici della nostra città è stata quella di sottolineare, come Terzo settore organizzato nel Forum, che intendiamo far valere il nostro diritto/dovere alla partecipazione attiva nelle scelte degli indirizzi politici che si intendono compiere per l’intero territorio lametino. È il principio della sussidiarietà orizzontale al quale non intendiamo abdicare perché: siamo Enti del terzo settore(ETS) che perseguono, “senza scopo di lucro, finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale”; abbiamo come precipua finalità quella di “promuovere e realizzare attività di interesse generale”; ci adoperiamo nel creare legami di fiducia tra le persone e di generare coesione e capitale sociale; ci impegniamo per uno sviluppo economico e sociale più inclusivo e sostenibile attraverso: il rispondere con innovazione ai bisogni e alle problematiche sociali; lo sperimentare soluzioni sociali nuove ed efficaci; l’adattarsi ai cambiamenti con creatività. Tutto questo il Terzo settore lo fa mettendosi a disposizione e affianco alle istituzioni e al territorio generando un forte impatto economico, sociale ed occupazionale per la crescita dei territori e del nostro paese. Stiamo scommettendo, insomma, sulla capacità degli ETS di unirsi e collaborare per lo sviluppo complessivo dei territori al di là del proprio interesse specifico: questa è la strada per arrivare davvero ad incidere in un contesto sociale ed essere riconosciuti e credibili. Le difficoltà, però, per arrivare a questo sono molteplici e riguardano soprattutto l’appiattimento e la subordinazione che tanti ETS continuano ad avere nei confronti della Pubblica Amministrazione e della politica: per la propria autoconservazione si disperde il senso del sentirsi pienamente cittadini e cittadine, capaci cioè di essere parte attiva del vivere sociale e quindi anche di proporre e anticipare soluzioni efficaci per il buon vivere comune».

Quali sono le urgenze che necessitano di confronto e programmazione?

«Da qualche anno piovono nei Comuni tanti e diversi fondi: dal PNNR ai FNA (Fondi per la non autosufficienza); da quelli per Agenda urbana a quelli per la riqualificazione dei territori più disagiati e cosa si fa? Spesso si fanno tornare indietro i fondi solo perché non ci sono all’interno delle amministrazioni comunali dirigenti competenti, motivati e qualificati che li intercettano e, dall’altra parte, i politici sono distratti da altro e non comprendono come invece l’attivare queste possibilità può diventare volano per un reale sviluppo territoriale. È su tutte le tematiche sociali che vi è la necessità di confrontarsi per programmare insieme le linee di intervento, uscendo dalla logica che un ente del terzo settore sia solo quello al quale affidare in ultima analisi la mera gestione di alcuni progetti senza valutarne l’effettivo impatto ed efficacia».

Amministrazione Condivisa: quali i modelli di collaborazione tra l’amministrazione comunale e le organizzazioni del Terzo Settore per la gestione condivisa di beni comuni e servizi di interesse generale?

«L’amministrazione condivisa vuol dire coinvolgere in modo attivo gli Enti del Terzo Settore nella programmazione e organizzazione a livello territoriale degli interventi e dei servizi nei settori di attività di interesse generale. Per attivarla concretamente è contemplato dalle leggi il procedimento della co-programmazione, che è finalizzata all’individuazione dei bisogni da soddisfare, degli interventi necessari, delle modalità di realizzazione e delle risorse disponibili: questo è a tutti gli effetti un procedimento amministrativo formalmente riconosciuto che si conclude con un documento condiviso. Ad essa segue la co-progettazione di specifici progetti di servizio o di intervento. Quindi vuol dire sedersi intorno ad un tavolo non per “spartire” fondi e attività tra le parti, ma per confrontarsi su ciò che occorre realmente ad un territorio e solo dopo individuare i criteri per l’eventuale partecipazione ai bandi e le modalità di rendicontazione non solo economica ma soprattutto di impatto. Per questo come Forum del lametino abbiamo chiesto espressamente all’amministrazione precedente e anche ai candidati a sindaco, di adoperarsi a stendere uno specifico regolamento, per altro già in uso in molti comuni d’Italia, che orienti, sul piano giuridico, queste forme di confronto, condivisione e co-realizzazione di interventi, servizi e attività di interesse generale».

Siamo difronte ad un’assenza di dati, ma i bisogni rilevati sono presenti: come arrivare a delle analisi realistiche sulle esigenze specifiche dei diversi quartieri e frazioni di Lamezia Terme, con l’obiettivo di individuare soluzioni concrete e sostenibili?

«Alcune leggi, tra le quali la 328/2000 e quella regionale 23/2003, hanno previsto un interessante strumento di partecipazione che sono i tavoli per l’analisi, la costruzione e la verifica del Piano di zona per il sistema di interventi e servizi sociali. A questi tavoli dovrebbero partecipare le ETS e le organizzazioni sociali che lavorano già in tanti settori quali i servizi di cura, la cultura, lo sport, etc. e le associazioni di tutela dei diritti delle persone. Il compito dei tavoli è proprio quello di mettere insieme le conoscenze che si hanno sul campo dei vari fenomeni e nei diversi territori. Questo permette l’acquisizione di quei dati altrimenti poco rilevati, che servono poi per programmare interventi di sistema e non facili soluzioni “spot” che durano poco e non incidono sul cambiamento reale. Per questo abbiamo chiesto e chiediamo che i tavoli per il piano di zona divengano permanenti affinché ci sia un continuo scambio di informazioni e collaborazioni tra gli enti e la Pubblica Amministrazione».

Quale la politica per la promozione di modelli di sviluppo economico che valorizzino l’impatto sociale e ambientale?

«Questa è la domanda che abbiamo rivolto ai candidati a sindaco e per la quale abbiamo ricevuto in risposta i dépliant con il loro programma elettorale dove c’è tanto ma manca, come al solito, una visione. Noi crediamo che sia possibile uno sviluppo economico rispettoso dell’ambiente e con grande impatto sociale. La domanda è: chi sarà chiamato a governare avrà l’orizzonte limitato della propria vita o si proietterà a disegnare un futuro vivibile per le nuove generazioni?»

cover bilancio sociale

Giugno: tempo di bilancio sociale!

Verificare l’impatto sociale dei nostri interventi, sostenere il valore del radicamento sociale, favorire la reciprocità di influenza tra il mondo e gli interessi dell’economia e i mondi e gli interessi delle fasce deboli, investire sul capitale sociale, sono questi i capisaldi del Bilancio sociale che ogni anno ci vede impegnati nella redazione di attività generative di impatto sociale e risposte ai bisogno sociali.

Scrivere le pagine che mettono a sistema azioni e visioni ha significato, per noi, l’introduzione di una nuova mentalità operativa capace di creare le condizioni per fare i necessari salti di qualità nel governo dell’organizzazione.

Il bilancio sociale ci permette, inoltre, di conoscere meglio e conservare i diversi fili della memoria che si intrecciano nella nostra organizzazione: favorire e rendere esplicita questa pluralità delle memorie significa accogliere anche la pluralità delle identità
interne che si sono andate costruendo, rendendoci sempre più consapevoli che il “sé” del nostro gruppo non è univoco ma “plurale”.

Clicca per leggere il nostro bilancio sociale

teresa mascipinto marina galati danilo monteleone

Teresa Masciopinto: «Finanza etica a sostegno di comunità e imprese. Il lavoro, la dignità delle persone e il rispetto dell’ambiente»

Foto in evidenza di Roberto Gatto

Masciopinto è la presidente di Fondazione Finanza Etica, la fondazione culturale del Gruppo Banca Etica che studia e promuove la cultura di una economia equa e sostenibile.
Il tema della finanza tocca molti aspetti della vita dei cittadini e l’educazione finanziaria è uno degli aspetti di cui si sente sempre più spesso parlare: comprensione dei rischi finanziari, capacità di gestire, investire e risparmiare. Ma da dove parte e in che cosa si
distingue una finanza etica?

Perché e in quale momento la finanza ha bisogno di definirsi: etica?
«Se consideriamo che le origini delle banche moderne risalgono al Medioevo, con la nascita dei Monti di Pietà, possiamo definire la banca come uno strumento creato dall’ uomo per facilitare l’ accesso al credito per persone e imprese in difficoltà. Questo avviene tramite l’ utilizzo dei risparmi di coloro che si trovano in una situazione economica più favorevole. Pertanto, la banca svolge una funzione essenziale e, in ultima analisi, di natura sociale».

Dunque, cosa è successo nel tempo?
«Nel tempo, le banche si sono allontanate dal supporto all’economia reale, concentrandosi sempre più sulla finanziarizzazione. Ora puntano a fare profitto dai soldi piuttosto che sostenere persone e imprese, con l’obiettivo principale di massimizzare i guadagni degli azionisti.
Quindi sempre meno denaro dall’ attività classica che è quella dell’intermediazione creditizia, sempre più redditività per le banche da quello che deriva dal mercato borsistico, dalla speculazione finanziaria, dalla vendita di servizi che è collaterale all’attività bancaria.
La finanza etica ritiene che i risparmi debbano sostenere le comunità, le imprese, il lavoro, la dignità delle persone e il rispetto dell’ ambiente. Tuttavia, la finanziarizzazione dell’ economia spesso favorisce i settori più redditivi, come quello degli
armamenti, dell’economia di guerra e delle fonti fossili, causando danni ambientali che minacciano la nostra sopravvivenza futura».

Quindi da quando la parola etica l'abbiamo dovuta rimettere accanto al tema della finanza?
«Da quando in maniera incontrovertibile si è palesato il fatto che la finanza è sempre più a servizio di un’idea economica che crea disagio, che crea diseguaglianze, che crea sfruttamento e sempre meno a servizio delle persone e dell’ambiente».

Quanto è accessibile a tutti il termine finanza? E in che modo l’educazione finanziaria aiuta poi anche a comprendere le azioni e il dibattito politico a cui abbiamo accennato: tra i temi più attuali la sostenibilità e la corsa agli armamenti?
«La finanza agisce su una massa di denaro ciò dà il senso della sua funzione a favore della collettività. Quando noi parliamo di finanza parliamo di risorse che servono nella prospettiva temporale a finanziare un’impresa, a sostenere uno Stato, a sostenere un progetto.
La finanza è composta dalla somma di tutti i risparmi individuali. Parlare di finanza significa considerare la dimensione collettiva delle risorse, piuttosto che la gestione economica delle risorse personali. Sebbene una singola persona possa pensare che i propri risparmi siano insignificanti, è l’insieme di questi risparmi che costituisce le masse utilizzate nel sistema finanziario.
E allora quando mi chiedi è importante conoscere, certo che è importante conoscere, è importante informarsi. Le classifiche dell’OCSE sono catastrofiche, rispetto allo stato della conoscenza finanziaria degli italiani. Siamo agli ultimissimi posti della graduatoria in termini di educazione finanziaria. E chiaramente la conoscenza produce consapevolezza e quindi produce anche una situazione nella quale con più informazioni agisco una responsabilità, responsabilità che sta in capo ai risparmiatori di scegliere per esempio dove collocare il proprio denaro.

Con Fondazione Finanza Etica abbiamo un portale che si chiama Valorilab, dedicato proprio all’educazione finanziaria. In più però noi ci aggiungiamo la parolina magica che è educazione critica alla finanza. Quindi non solo conoscere quelli che sono gli strumenti, quello che è l’ ABC della finanza, ma anche capire poi che l’uso del denaro non è neutro, che nulla è neutro».

Cosa intende?
«Neutri sono gli strumenti ma non il loro utilizzo. Di fatto gli strumenti ti danno la possibilità di agire in maniera politica il tuo essere risparmiatore e risparmiatrice consapevole.
Partendo soprattutto dal fatto che chi fa finanza etica non lo fa mai da solo, che la finanza etica si basa sull’idea che per poter essere trasformativi è necessario costruire reti, è necessario per esempio nel nostro caso stabilire delle connessioni reali con le
organizzazioni della società civile che si occupano di partecipazione attiva, che si occupano di democrazia, che si occupano di diritti umani. Perché la componente denaro è una componente fondamentale per poter convogliare i valori e ideali su progetti concreti e quindi trasformativi della società».

Qualche esempio concreto?
«Come fondazione finanza etica siamo fondatori, per esempio, della rete pace e disarmo, abbiamo relazioni stabili con tutte le organizzazioni che si occupano di trasformazione ecologica, che si occupano di tutela delle politiche ambientali, perché da soli siamo
normalmente autoreferenziali e sicuramente poco abbiamo meno possibilità di incidere.
Quindi come fondazione finanza etica facciamo educazione critica alla finanza, lavoriamo con le scuole, lavoriamo con le Università, lavoriamo con gli enti locali per poter fare crescere sempre di più la consapevolezza su questi temi e anche trasparenza su queste questioni, perché l’altro aspetto è quello della trasparenza. La trasparenza ci aiuta naturalmente ad acquisire consapevolezza e quindi darci maggiori strumenti per scegliere, per decidere.

Così come siamo molto impegnati sul tema del contrasto dell’esclusione finanziaria per le donne e in generale in tutte le categorie marginalizzate che possono essere persone LGBTQI+ o sicuramente le persone con disabilità.

Nel futuro prossimo cosa c’è?
In un futuro non molto lontano ci piacerebbe ragionare, appunto, sull’esclusione finanziaria delle persone con disabilità che per tante ragioni è un fatto socialmente eclatante, anche se su questo come su altri aspetti già affrontati, ahinoi, non ci sono dati. In ragione di questo stiamo lavorando anche attraverso la costruzione di protocolli operativi con le banche per poter recuperare dati e quindi impostare un lavoro costruttivo e consapevole».

A Lamezia Terme è intervenuta a Trame.14 nel talk “Finanza zero armi”.

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IL coraggio di Contare. Storie di donne, finanza ed etica nell’Italia contemporanea

Fonte: il saggiatore.com

Il coraggio di contare (il Saggiatore, 2025)  è un’esplorazione del denaro come prodotto umano, mezzo di cambiamento, strumento etico: una raccolta di racconti ed esperienze che infrangono il luogo comune secondo cui donne e finanza apparterrebbero a due universi distanti e incomunicabili, alla scoperta di chi ogni giorno lavora per trasformare la ricchezza in qualcosa di tangibile e positivo per la comunità.

In un paese in cui ancora molte donne non hanno un proprio conto corrente e non sono finanziariamente autonome, sono dipendenti dalla famiglia di origine o dal compagno e perciò esposte a fenomeni di violenza economica, è necessaria una presa di coscienza per garantire indipendenza e felicità anche a chi ne è stato storicamente escluso.

Natascha Lusenti ci porta a conoscere studentesse, imprenditrici, lavoratrici del terzo settore, psicologhe che ogni giorno operano con il denaro in funzione della collettività: da chi lotta contro la violenza di genere a chi con il cinema è riuscito a sensibilizzare milioni di persone sul posto nel mondo che a lungo è toccato alle donne, da chi promuove il giusto compenso per superare le divisioni sociali a chi sostiene che il lavoro di cura andrebbe retribuito, dal mondo delle cooperative a quello della finanza etica. Il suo è un cammino che unisce pensatrici femministe come Judith Butler o la premio Nobel Claudia Goldin all’esperienza delle donne che ha intervistato, passando per intellettuali quali Anna Bravo, Audre Lorde, Mark Fisher e Zygmunt Bauman.

Lusenti dà vita a un dialogo tra donne del presente e del passato che hanno immaginato e trovato il «coraggio di contare», indicando un futuro migliore per ogni persona.

 Postfazione di Anna Fasano

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(PRO)Pulsioni Digitali: comunità, formazione, lavoro

30 GIUGNO 2025 – Evento finale del progetto
“(PRO)Pulsioni Digitali: comunità, formazione, lavoro” a Lamezia Terme

Lamezia Terme, 26 giugno 2025. Termina a Lamezia Terme il progetto “(PRO)Pulsioni Digitali: comunità, formazione, lavoro”, promosso da Biblioteche Senza Frontiere Italia in partnership con Rete delle Reti e in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Lametino. L’evento finale di progetto sarà ospitato
a Chiostro San Domenico.

Per l’occasione sarà installata l’Ideas Box, la mediateca mobile per la formazione professionale di Biblioteche Senza Frontiere. Grande attesa nel primo pomeriggio con un palinsesto che prevede, oltre alla conferenza stampa, attività di formazione su soft skills e sessioni di coaching per i
beneficiari coinvolti nel progetto.

(PRO)Pulsioni Digitali si appresta a concludere la sua tappa a Lamezia Terme. I risultati del progetto – avviato nel mese di luglio 2024 – saranno presentati ufficialmente al pubblico con una conferenza stampa che si terrà il 30 giugno 2025, dalle ore 17 alle ore 18, nella location di Chiostro San
Domenico, nel centro storico della città.

L’evento, che vedrà la partecipazione di autorità locali, enti del terzo settore e aziende, intende celebrare i 12 mesi di collaborazione tra Biblioteche Senza Frontiere Italia, Rete delle Reti e il Sistema Bibliotecario Lametino nell’ambito del progetto (PRO)Pulsioni Digitali: Formazione, Comunità, Lavoro, selezionato e sostenuto dal Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa Sociale.

Saranno presenti le realtà che hanno contribuito allo sviluppo del programma formativo e al successo del progetto sul territorio calabrese, in particolare Comunità Progetto Sud, il Centro per l’Impiego di Lamezia Terme, Strutture Residenziali Psichiatriche di Girifalco del Dipartimento Tutela della Salute Mentale e dipendenze – Asp Catanzaro, la Caritas Diocesana e Lamezia Europa.

(PRO)Pulsioni Digitali ha contribuito a formare ed orientare gratuitamente oltre 200 cittadini del Sud Italia – di cui oltre 50 solo nel territorio lametino – di età compresa tra i 34 e i 50 anni, attraverso corsi digitali e trasversali, valorizzazione dei profili dei beneficiari e connessione con le imprese locali. Le regioni coinvolte sono Calabria, Campania e Puglia, con l’istituzione di tre acceleratori professionali inclusivi, per rispondere ai bisogni delle aree più vulnerabili del Sud Italia, contribuendo a ridurre il divario digitale e a potenziare le competenze professionali dei beneficiari.

Ideas Box (PRO)Pulsioni Digitali: Mediateca mobile per la Formazione e l’inserimento professionale
Negli spazi del Chiostro San Domenico sarà allestita l’Ideas Box, tecnologia sociale che facilita l’accesso non solo alle risorse culturali ma anche alla formazione gratuita, al networking e all’integrazione professionale. Disegnata dall’architetto francese Philippe Starck, per l’occasione la mediateca, dotata di dispositivi laptop e accessori per la formazione digitale, supporterà lo svolgimento delle attività di formazione sulle competenze trasversali e di coaching destinate ai corsisti iscritti alle classi (Pro)Pulsioni Digitali.

Programma dell’evento:
● Ore 16.45: Accoglienza e registrazione partecipanti
● Ore 17-18: Conferenza stampa di fine progetto (PRO)Pulsioni Digitali

Saluti istituzionali:

– Mario Murone – Sindaco di Lamezia Terme
– Giacinto Gaetano – Direttore Sistema Bibliotecario Lametino

Presenteranno i risultati del progetto:

– Ilaria Gaudiello – Direttrice Biblioteche Senza Frontiere Italia
– Giuseppe De Righi – Presidente Rete delle Reti
– Andrea Fontana – Project Manager Biblioteche Senza Frontiere Italia
– Donatella Lucia – Referente (Pro)Pulsioni Digitali Calabria

Dialogheranno:

– Marisa Meduri e Andrea Moraca – Comunità Progetto Sud
– Vincenzo Canonaco – Centro per Impiego Lamezia Terme
– Sonia Graziano – Strutture Residenziali Psichiatriche (SRP) di Girifalco
– Don Fabio Stanizzo – Caritas Diocesana Lamezia Terme
– Tullio Rispoli – Lamezia Europa

Interverrà da remoto la Dott.ssa Elisabetta Barzelloni – Responsabile Attività Istituzionali Area
Digitale e Occupabilità del Fondo per la Repubblica Digitale.
Moderazione a cura della giornalista Maria Chiara Caruso.
● Ore 18: Conclusione dell’evento e rinfresco di networking

Invito alla Partecipazione
Invitiamo la cittadinanza, i rappresentanti delle istituzioni e le imprese locali a partecipare a questo importante evento per conoscere da vicino il progetto (PRO) Pulsioni Digitali, le realtà promotrici e celebrare insieme i risultati raggiunti riflettendo su potenziali sviluppi futuri dell’iniziativa.

La partecipazione è gratuita, basta registrarsi gratuitamente a questo link:
https://tinyurl.com/hnmwaa5x

Per ulteriori informazioni:
Andrea Fontana – Biblioteche Senza Frontiere Italia
Email: andrea.fontana@bibliosansfrontieres.org
Telefono: +39 333 8462953

Il Fondo per la Repubblica Digitale è una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR e dal PNC ed è alimentato da versamenti delle Fondazioni di origine bancaria, alle quali viene riconosciuto un credito di imposta. Il Fondo seleziona e sostiene progetti di formazione e inclusione digitale per diversi target della popolazione come NEET, donne, disoccupati e inattivi, lavoratori a rischio disoccupazione a causa dell’automazione, studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado, operatori dell’economia sociale, persone detenute e in condizioni di vulnerabilità. L’obiettivo è valutare l’impatto dei progetti formativi sostenuti e replicare su scala più vasta quelli ritenuti più efficaci in modo tale da offrire le migliori pratiche al Governo affinché possa utilizzarle nella definizione di future politiche nazionali. Per maggiori informazioni fondorepubblicadigitale.it.
trame14

Comunità Progetto Sud a Trame.14 con tre appuntamenti che parlano di contrasto alle mafie, accoglienza e disarmo

Comunità Progetto Sud presente anche quest’anno dentro l’edizione di Trame Festival dei libri sulle mafie, in programma a Lamezia Terme dal 17 al 22 giugno prossimi.

Tre appuntamenti, in due diverse giornate, per aprire il dibattito su temi di profonda attualità e urgenza sociale: le rotte migranti, l’accoglienza e la finanza etica.

«Trame è l’occasione di scendere in piazza, discutere, confrontarsi, mettere nelle mani della Città esperienze e visioni di memoria e di libertà – dicono da Comunità Progetto Sud-. E noi, dagli inizi, partecipiamo con l’obiettivo di condividere pratiche e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’esperienza del contrasto alle mafie, e anche approfondimenti ed esperienze concrete con persone migranti e nell’accoglienza reciproca. Faremo così in occasione della Giornata mondiale del rifugiato e allo stesso modo metteremo l’accento sulle pratiche etiche della finanza e sulla necessità di arginare il mercato delle armi e promuovere il disarmo». «Lo spirito – concludono – è lo stesso di quel Liberi Liberi, che traccia il percorso di Trame.14. Portiamo in piazza la tenacia e la forza che sono fortemente rappresentative di due figure simbolo di questa edizione del Festival: il Magistrato di Lamezia Terme Francesco Ferlaino, ucciso dalla ’ndrangheta cinquant’anni fa – al quale è intitolata la sede amministrativa donata a Comunità Progetto Sud- e Giancarlo Siani, cronista senza bavaglio ucciso quarant’anni fa dalla camorra».

Nella giornata di apertura, martedì 17 giugno, dalle ore 19:30, in Piazzetta San Domenico, due gli eventi in programma che vedono l’impegno diretto di Comunità Progetto Sud in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2025.

Il dibattito “Il rumore del mare. Una questione troppo umana: storie di salvataggio e di coraggio”. Il talk, condotto da Maria Scaramuzzino (Gazzetta del Sud), vedrà la partecipazione di Don Giacomo Panizza, presidente di Comunità Progetto SudMaso Notarianni (Progetto TOM Tutti gli Occhi sul Mediterraneo) e in collegamento con Francesco Cancellato (Fan Page), Andrea Fabozzi (Il Manifesto). Questo appuntamento è in collaborazione con il Movimento Umanità In Ricerca promosso da Associazione Comunità Progetto Sud (SAI Ordinari e Minori Lamezia Terme – SAI Ordinari Miglierina), Pax Christi-Punto Pace Lamezia Terme, AGESCI Zona Reventino, Fondazione Trame, InRete Cooperativa Sociale (SAI Ordinari e Minori Lamezia Terme – SAI Ordinari Miglierina), Associazione ARCI Lamezia Terme/Vibo Valentia, Arci Servizio Civile Lamezia Terme/Vibo Valentia, Associazione Mago Merlino, Azione Cattolica Diocesi di Lamezia Terme.

trame rifugiati

In scena, anche gli attori di Fili – Laboratorio Interculturale con: “Voci di lontano”. Performance teatrale curata da Achille Iera con il supporto tecnico e creativo di Francesco Reale e Chiara Scalise. Evento In collaborazione con Associazione Comunità Progetto Sud (SAI Ordinari e Minori Lamezia Terme – SAI Ordinari Miglierina).

trame voci da lontano

Il 18 giugno 2025 alle 19:30 nel cortile di Palazzo Nicotera, il confronto in collaborazione con Fondazione Finanza Etica, che punta al tema del disarmo e della finanza etica, vede la partecipazione di Marina Galati, Direttrice di Comunità progetto Sud e Consigliera di Amministrazione di Banca Popolare Etica. “Finanza Zero Armi” sarà condotto da Danilo Monteleone (Corriere della Calabria) e vedrà anche la partecipazione Teresa Masciopinto (Fondazione Finanza Etica).

trame finanza
banca etica presentazione filiale reggio 2

Inaugurata la nuova filiale di Banca Etica a Reggio Calabria in Via Aschenez 46

Contro la desertificazione bancaria, Banca Etica rafforza la sua presenza nel Sud Italia con la 22ª filiale, per dare credito a famiglie, imprese e realtà sociali impegnate nella costruzione di un’economia più giusta, inclusiva e sostenibile.

Prima, e tuttora unica, banca italiana dedita esclusivamente alla finanza etica, Banca Etica opera da oltre 25 anni in Italia e in Calabria dal 2006, prima a Lamezia Terme – all’interno di un bene confiscato al crimine organizzato affidato a Comunità Progetto Sud – e ora a Reggio Calabria con la nuova filiale. 

« All’inaugurazione, tante realtà virtuose della Calabria con cui condividiamo da anni un percorso comune: Comunità Progetto Sud, TRAME festival, GOEL – Gruppo Cooperativo, Ecolandia – prodotti biologici ed equosolidali, Lanificio Leo, Rubbettino Editore, MOCI Cosenza, Consorzio Macramè e molte altre – ha dichiarato Marina Galati, consigliera di amministrazione di Banca Etica -. Da decenni la finanza etica è al fianco di organizzazioni virtuose, formando un network di sviluppo collettivo nella Regione».

All’interno della filiale di Reggio Calabria, inaugurata il 5 maggio scorso, una delle sale è stata intitolata a Emma Leone e Tommaso Marino, due figure storiche che hanno contribuito alla nascita di Banca Etica in Calabria.

Banca cooperativa che conta 26 milioni di euro di impieghi in Calabria; quasi 2000 clienti; 600 soci tra persone e organizzazioni
«Investiamo dove c’è bisogno. Dove altri si ritirano, noi scegliamo di esserci» – ha dichiarato Nazzareno Gabrielli, Direttore Generale di Banca Etica.