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Manifesto contro la cultura dell’emarginazione

               Manifesto contro la cultura dell’emarginazione
Panizza G., (a cura di), Lamezia Terme, 1982 (elaborazione in lavoro di gruppo col metodo della scrittura collettiva)

Il manifesto descrive l’autocoscienza di persone e gruppi che hanno vissuto direttamente il problema della discriminazione sociale e dell’emarginazione. Dopo un resoconto introspettivo e dopo considerazioni sociopolitiche, il documento esprime il “no” a tutte le culture che emarginano le persone in nome delle classi e delle etnie, del sesso e delle ideologie, del denaro e del ruolo sociale. In finale vengono descritti i criteri di una cultura non emarginante, con dentro libertà, spazi di autonomia, ragioni e strumenti, capacità di tenerezza umana e di solidarietà sociale. 

  

 


 

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Il dono e lo scambio

               Il dono e lo scambio
Antiseri D., Panizza G., Rubbettino, Soveria Mannelli, 2012

   
È possibile fondare una società solo su relazioni di fraternità potendo fare a meno dell’economia e delle relazioni di scambio economico che contraddistinguono fin dall’antichità le società umane? E, viceversa, è possibile immaginare un mondo regolato esclusivamente dalla legge del mercato, dall’interesse dei singoli e dalle relazioni di scambio economico? A partire da queste domande nasce un dialogo tra il filosofo cattolico Dario Antiseri e il sacerdote Giacomo Panizza sull’importanza del dono e dello scambio, ma anche sulla ragione critica, l’etica, la proprietà, la solidarietà, la pace, la povertà e il benessere. Attraverso brevi capitoli, argomentazioni e domande reciproche gli autori delineano un quadro composito, a tratti in rapporto dialettico e a tratti ricomponendo in una visione complementare i rispettivi punti di vista.

 


 

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Occhi aperti sul lavoro sociale

               Occhi aperti sul lavoro sociale
Panizza G., Rubbettino, 2004

Il testo analizza e riflette sui temi delle politiche sociali, valorizzando il ruolo dei servizi e delle professioni sociali che si stanno evolvendo e differenziando. “Occhi aperti sul lavoro sociale” interpella e invita coloro che programmano, progettano, operano e valutano gli interventi sociali a curarne l’efficacia verso la persona e la collettività nel suo insieme. Il libro valorizza le esperienze di multiattorialità e di coprogettazione sociali, di lavoro di rete per uno sviluppo endogeno dei territori, ed enfatizza i temi “di significato” generati dal lavoro sociale.

 


 

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E si prese cura di lui

               E si prese cura di lui. Dossier regionale 2004. Profili della povertà in Calabria
Panizza G., Marcello G., Rubbettino, 2004

“E si prese cura di lui”. Avere a cuore l’altro significa tracciare un percorso di metodologia efficace che faccia sentire l’altro come essere umano, con tutta la sua dignità, e non come un dipendente dalla nostra beneficenza. La cura dell’altro è sintetizzabile nel gesto che il samaritano ha dovuto compiere nel sollevare da terra il ferito e nel collocarlo sulla sua cavalcatura: sollevare dal bisogno, abbracciando. Abbracciare è la tenerezza della solidarietà; il sollevare da terra è la consapevolezza della dignità di chi viene soccorso. La ricerca presentata in questo volume non è conoscitiva ma operativa, perché si possano mettere in atto programmi pastorali e progetti sociali adeguati alle attese dei poveri e alle specificità territoriali.

 


 

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Fare comunità dall’emarginazione

               Fare comunità dall’emarginazione
Panizza G., Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1989


Tra gli strumenti di intervento sociale nel campo dell’emarginazione, la comunità gode di un consenso fin troppo diffuso. Al punto che le comunità “terapeutiche” ricevono (e spesso accettano) in delega la gestione dei “casi difficili” che la società ritiene di non poter riuscire a seguire ed accogliere. Questo libro racconta, spiega e descrive come si possa operare come comunità, come gruppo, oltre che come professionisti singoli, nel campo sociale. I temi trattati riguardano le differenti concezioni di “comunità”, la vita in comune, la struttura gruppo, la cultura emergente dal lavoro sociale, le “responsabilità” politiche di un gruppo di impegno sociale.
Libro 

 


 

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Liberarsi insieme

               Liberarsi insieme. Storie di vita di handicappati
Galati M., Kappa, 1992

L’autrice realizza alcune interviste a persone della Comunità Progetto Sud. Si tratta in sostanza di una ricerca di chiavi di lettura dentro il trascorrere quotidiano di un gruppo che intende lottare contro l’esclusione sociale dei cittadini deboli. Gli interrogativi che l’autrice si è posta sono in definitiva due: 1. Attraverso le vicissitudini di una comunità di accoglienza, è possibile ricostruire e rielaborare quei vissuti tanto caratteristici perchè considerati devianti, prodotti da una storia pesante di emarginazione?
2. Quanto una comunità, intesa come gruppo di persone alla pari, può incidere nell’innescare processi positivi quali il superamento della condizione di bisogno, la ricerca di una nuova progettualità per l’esistenza, la realizzazione di sè?
Libro 

 


 

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Il dono

               Il dono. Iniziatore di senso, di relazioni e di polis
A cura di Panizza G., con la Fondazione Facite, Rubbettino, 2003 
 

E se nella storia dell’umanità, prima del rapporto mercantile, fosse stato il rapporto sociale a “regolare” gli scambi di “cose” e di “significati” tra persone, gruppi e famiglie? Ciò che noi chiamiamo “dono” – gesto bello e sempre gradito – e concettualizziamo in una dimensione privatistica relegata alla sfera degli affetti intimi, fa parte invece anche dei rapporti sociali più ampi. Sottovalutiamo il dono, lo intendiamo marginalmente incisivo in un sistema di relazioni fondate sull’economia di profitto; lo collochiamo in spazi irrilevanti della vita sociale, economica e politica. In questo saggio si sostiene che non è così. Assente fino a ieri dalle elaborazioni culturali, il dono è da qualche tempo diventato oggetto di ricerche e di interpretazioni, iniziando da quando Marcel Mauss ha pubblicato il suo “Saggio sul dono”, ed anche da quando Alain Caillé, ha sostenuto, nel volume “Il terzo paradigma”, che il dono impone una sua logica interpretativa della vita sociale e simbolica delle relazioni umane. Anche la teologia cristiana ha parlato del dono in diversi tempi ed in diverse maniere. La teologia e l’arte vengono interpellate a mettere in circolo un linguaggio vivo sul dono, riconoscendolo presente nelle esperienze di vita quotidiana espresse dalle differenti culture religiose e laiche esistenti. La Chiesa, in particolare, è sollecitata – ed aiutata – dal Vangelo a foggiare le parole per dire “dono” alle persone ed alle culture di oggi.

 


 

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Il fiore oscuro, sessualità e disabili

                      

Il fiore oscuro. Sessualità e disabili
A. Belotti, N. Coppedé, E. Facchinetti, Sensibili alle foglie, 2005 
 
Questo libro, scritto da molte mani, vuole portare l’attenzione su un aspetto della vita che normalmente viene oscurato dalle paure, dai pregiudizi, quando non dall’aperta ostilità. La sessualità delle persone disabili. Questo fiore oscuro che, ci dicono Nunzia, Edoardo e Adriana sulle loro carrozzine a rotelle, è solo un fiore.

 

 


 

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Io sono un grande sognatore

               Io sono un grande sognatore. Sfide e opportunità degli stranieri ad una terra accogliente
A cura di Panizza G., con l’Agenzia di Mediazione Culturale della Caritas Diocesi di Lamezia Terme, Laruffa, 2007

Le pagine di questo libro hanno preso consistenza dallo svolgimento del servizio dell’Agenzia di Mediazione Culturale promosso dalla Caritas diocesana di Lamezia Terme. Incontrando in due anni oltre seicento persone e intervenendo con migliaia di prestazioni, l’Agenzia si è trovata a dialogare e a costruire con tanti stranieri innumerevoli risposte a problemi di lavoro, di abitazione, di ricongiungimento familiare, di tutela dei diritti, di burocrazia, di salute, di assistenza sociale e altre situazioni di fragilità che hanno toccato i più vulnerabili tra di loro. Il libro raccoglie molti dati numerici e tante storie di vita, alcune delle quali di notevole significato umano e storico, culturale e politico, che offrono uno spaccato delle culture e dei comportamenti degli stranieri di prima e di seconda generazione che abitano nella città di Lamezia Terme e nei comuni circostanti ricadenti nel territorio diocesano.
Libro

 


 

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Rom Cittadinanza di carta

 

               Rom. Cittadinanza di carta. Metodologia di ricerca e di intervento sociale per apprendere parola e rappresentanza
A cura di Galati M., Rubbettino, 2007

La visione politica dei diritti di cittadinanza dei rom si è ridotta spesso ad interventi improntati all’assimilazione ai valori dominanti. In pochi casi ad una concezione di integrazione basata sul mantenimento di una netta divisione. Il concetto di scambio interculturale è molto difficile da sostenere, anche nell’immaginario collettivo, quando dei rom persiste cristallizzata la visione di un popolo retrogrado, ignorante, delinquente. La sedentarietà della popolazione rom non ha trascinato automaticamente con sé anche la loro cittadinanza, perché la cittadinanza è un portato culturale molto più complesso. Crediamo che si sia e si diventi cittadini non solo quando si può godere dei diritti civili, politici e sociali essenziali ma anche quando si può partecipare attivamente alla convivenza sociale e alla produzione di cultura e di senso. Un proprio spazio di parola, la possibilità di negoziare il proprio ruolo sociale, la propria identità culturale, i propri progetti: sono dimensioni fondamentali per riconoscere e essere riconosciuti cittadini.